Autonomia energetica e ruolo di CVA: il resoconto del primo incontro tematico di AVS – Rete Civica

Paolo Ciambi, Paolo Gino, Paolo Meneghini, Chiara Minelli ed Elio Riccarand al tavolo durante l'incontro di Châtillon su CVA organizzato da AVS - Rete Civica VdA
Paolo Ciambi, Paolo Gino, Paolo Meneghini, Chiara Minelli ed Elio Riccarand al tavolo durante l'incontro di Châtillon su CVA organizzato da AVS - Rete Civica VdA

«Perché abbiamo deciso di fare un ciclo di incontri tematici?» ha esordito Elio Riccarand, coordinatore di AVS – Rete Civica, aprendo, lunedì 8 settembre 2025, a Châtillon l’incontro intitolato “Energia alla Valle!”, dedicato al ruolo della Compagnia Valdostana delle Acque (CVA).
«Non incontri episodici, ma sette appuntamenti pensati per andare a fondo e chiarire bene le nostre proposte su temi specifici. Diversi dai momenti territoriali: qui si approfondisce». Un debutto che ha messo al centro la domanda più scomoda: chi governa davvero l’energia in Valle d’Aosta, con quali obiettivi e con quale trasparenza?
Riccarand ha denunciato la scarsa attenzione dei programmi elettorali al tema energetico e alla stessa CVA, «una potenza economica e finanziaria oggi totalmente fuori controllo della mano pubblica».

Da qui l’impostazione della serata: quattro voci per quattro angoli visuali – filosofia della transizione, ruolo della società regionale, usi razionali dell’idrogeno, snodo delle concessioni idroelettriche – con l’impegno a “tirare le fila” nel confronto finale.

Paolo Meneghini parla al tavolo dell'incontro su CVA organizzato a Châtillon da AVS - Rete Civica VdA
Paolo Meneghini parla al tavolo dell’incontro su CVA organizzato a Châtillon da AVS – Rete Civica VdA

Paolo Meneghini, ingegnere impegnato in ambito ambientale, ha inquadrato il contesto globale: il riscaldamento climatico procede più rapido in quota («quest’estate lo zero termico è arrivato a 5.000 metri»), mentre inquinamento da plastica e guerre aggravano la crisi. La risposta, ha spiegato, è accelerare sulle rinnovabili che oggi sono competitive grazie al crollo dei costi di fotovoltaico e dei sistemi di accumulo. In Valle d’Aosta ciò significa far crescere il fotovoltaico e l’eolico, integrarli con l’idroelettrico programmabile per bilanciare i picchi, proteggere i corsi d’acqua e sostituire nei luoghi isolati kerosene e GPL con soluzioni pulite. «Acceleriamo su fotovoltaico ed eolico, con l’idroelettrico a fare da regia e accumulo: è la strada più rapida, efficace ed economica per un’energia pulita e indipendente anche in Valle d’Aosta», ha ribadito.

Con Paolo Gino, osservatore delle politiche energetiche, lo sguardo è sceso nel “motore” di CVA. Richiamando la LR 20/2000, ha ricordato che la compagnia nasce per indirizzare le fonti locali agli usi del territorio, ridurre le emissioni e minimizzare l’impatto delle infrastrutture. Un progetto pagato con denaro pubblico e animato da uno spirito comunitario. Dopo la mobilitazione del 2017 contro la quotazione in borsa, oggi la società è interamente pubblica ma – è la critica – si muove «come un privato», inseguendo utili senza adeguati indirizzi strategici della Regione. Nel piano al 2027 spicca la nuova centrale di Morgex: 100 milioni per un impianto che, secondo Gino, non risolve problemi prioritari e rischia di compromettere paesaggio e attività sulla Dora. «CVA è dei valdostani al 100%: la politica torni a darle indirizzi chiari, puntando su comunità energetiche, tutela dei fiumi, più fotovoltaico, e non su nuove centrali come quella prevista a Morgex o su investimenti fuori dalla Valle», il suo appello.

I tre 'Paoli' che hanno partecipato all'incontro su CVA organizzato a Châtillon da AVS - Rete Civica VdA: Paolo Ciambi, Paolo Gino e Paolo Meneghini
I tre ‘Paoli’ che hanno partecipato all’incontro su CVA organizzato a Châtillon da AVS – Rete Civica VdA: Paolo Ciambi, Paolo Gino e Paolo Meneghini

Il terzo tassello lo ha portato Paolo Ciambi, giornalista, candidato alle regionali per AVS – Rete Civica VdA, che ha separato con nettezza ciò che l’idrogeno può e deve fare da ciò che non deve fare. Oggi l’idrogeno è indispensabile per i settori industriali “hard-to-abate” ad alta temperatura; produrlo in modo “verde” è possibile ma energivoro, e dunque va riservato alle sitaizioni dove non esistono alternative elettriche dirette. Per questo l’idea di destinarlo al trasporto pubblico locale stride con le evidenze tecniche: in ambiente alpino gli autobus elettrici hanno dimostrato autonomie di 300/380 km e costi/consumi molto inferiori ai mezzi a idrogeno. Il mercato conferma: i bus ad idrogeno restano marginali e le aziende valdostane, fino al 2030, prevedono solo acquisti elettrici. «L’idrogeno è prezioso: usiamolo dove è indispensabile, nell’industria pesante e chimica, non per autobus o caldaie. Per i trasporti locali e il riscaldamento la via maestra è l’elettrico: batterie e pompe di calore», ha sintetizzato.

Infine, Chiara Minelli, consigliera regionale uscente, già assessora regionale all’ambiente e candidata nella lista di AVS – Rete Civica VdA per le regionali, ha affrontato il nodo che decide il futuro: le concessioni idroelettriche. Dopo anni di lavoro della Commissione paritetica, lo schema di Norma di attuazione che consentirebbe alla Valle d’Aosta di disciplinare la materia e riaffidare senza gara a una società totalmente pubblica è stato approvato all’unanimità dal Consiglio regionale il 28 gennaio e trasmesso al Governo il 15 febbraio. Da allora, silenzio. Si sa che 29 delle 32 concessioni idroelettriche CVA scadranno nel 2029: senza una Norma di attuazione dello Statuto che dia competenza legislativa alla Regione, si rischia di andare a gare europee ed il rischio concreto di perdere il controllo dell’acqua. «Sulle concessioni siamo in ritardo di anni: senza norma di attuazione e una CVA davvero “in house”, nel 2029 rischiamo le gare e la perdita delle concessioni in capo a Cva» ha avvertito.

Il pubblico presente all'incontro di Châtillon su CVA organizzato da AVS - Rete Civica VdA
Il pubblico presente all’incontro di Châtillon su CVA organizzato da AVS – Rete Civica VdA

Elio Riccarand ha chiuso richiamando la posta politica del tema. «Siamo l’unica Regione che non può legiferare in materia di concessioni: la norma di attuazione va approvata subito. CVA appartiene ai valdostani e deve seguire indirizzi chiari della Regione: autonomia energetica da rinnovabili e fossil fuel free, non logiche di mercato senza controllo».
È grave, ha aggiunto, che nei programmi della varie liste il tema della Norma di attuazione non venga affrontato. Il silenzio è totale e preoccupante. UV e PD addirittura nei loro programmi non citano mai CVA.

Il programma di AVS – Rete Civica VdA è invece molto puntuale:

  1. una transizione ecologica concreta, centrata su rinnovabili, accumuli e comunità energetiche;
  2. uso intelligente dell’idrogeno nel settore industriale;
  3. controllo pubblico di CVA;
  4. sì alla Norma di attuazione che consente di salvaguardare le concessioni CVA.

Il ciclo di incontri tematici prosegue mercoledì 10 settembre, ore 17.30, a Verrès, nel Salone Bonomi (piazza Europa 1), con “Una Valle in movimento” dedicato alla mobilità sostenibile e al ruolo della ferrovia.