Il Tribunale ordinario di Aosta ha respinto, lunedì 15 settembre 2025, il ricorso promosso da AVS – Rete Civica VdA sull’applicazione delle tre preferenze per le elezioni regionali del 28 settembre. L’ordinanza, firmata dalla giudice Giulia De Luca, rileva il difetto di giurisdizione del giudice ordinario sulle questioni sollevate e rinvia eventuali censure al giudice amministrativo (Tar), dopo la conclusione del procedimento elettorale e solo se gli aspetti contestati avranno inciso sull’esito del voto. La decisione richiama inoltre il principio della immediata applicabilità della normativa sopravvenuta alle fasi del procedimento elettorale ancora in corso.
Come si voterà il 28 settembre
- Fino a tre preferenze sulla scheda;
- almeno una preferenza deve essere per un candidato di genere diverso dalle altre: se tutte e tre sono dello stesso genere, la terza viene annullata;
- se si indicano più di tre preferenze, tutte le preferenze sono annullate.
La modifica riguarda soltanto la disciplina delle preferenze, con impianto analogo a quello dei Comuni valdostani.
Le reazioni politiche
La Presidenza della Regione ha espresso «soddisfazione»: la decisione «conferma la correttezza dell’operato degli uffici» e che, in linea con la giurisprudenza in materia elettorale, si applica la legge vigente al momento della votazione. La Regione ha ricordato che la modifica approvata dal Consiglio Valle il 27 febbraio 2025 e poi confermata dal referendum del 10 agosto «ha riguardato esclusivamente le preferenze che l’elettore potrà esprimere il 28 settembre».

AVS – Rete Civica VdA, per voce di Elio Riccarand, fa sapere di voler esaminare la sentenza con i legali e sottolinea che la giudice «ha sollevato un problema di competenza, senza entrare nel merito». Il movimento comunque, pur avendone facoltà, non presenterà reclamo e non impugnerà al Tribunale amministrativo regionale gli atti del procedimento né i risultati, «per senso di responsabilità nella fase pre-elettorale», ribadendo il giudizio politico negativo sulla gestione della vicenda da parte della maggioranza e della Giunta. Elio Riccarand ha rivendicato l’iniziativa giudiziaria come azione «utile e necessaria per ottenere un primo chiarimento preventivo» ed ha annunciato che, nella prossima legislatura, gli eletti di AVS – Rete Civica torneranno a proporre una riforma organica della legge elettorale, con le alleanze dichiarate prima del voto e doppia preferenza di genere.
Valle d’Aosta Aperta ha salutato la pronuncia come la fine di «una vicenda assurda e brutta» e attribuisce il caos «all’incapacità della maggioranza» formata da Partito Democratico, Union Valdôtaine, Pour l’Autonomie e Stella Alpina, quest’ultimi oggi Centro Autonomista, aggravato da AVS, «allergica al responso popolare». Il movimento invita alla partecipazione sia alle elezioni comunali sia alle regionali, con un appello a «votare soprattutto al femminile: due donne e un uomo» come segnale di discontinuità e risposta agli «appelli al non voto».
Le tappe principali della vicenda
- 27 febbraio: il Consiglio regionale approva la modifica sulla disciplina delle preferenze;
- 10 agosto: referendum elettorale: la legge è confermata;
- 15 settembre: il Tribunale respinge il ricorso di AVS – Rete Civica VdA;
- 28 settembre: elezioni regionali con scheda a tre preferenze.










