Il Consiglio comunale di Aosta dà via libera (+20%) alle indennità. Opposizioni all’attacco

Una votazione durante il primo Consiglio comunale di Aosta
Una votazione durante il primo Consiglio comunale di Aosta

Il Consiglio comunale di Aosta, nella sua prima seduta del 29 ottobre 2025, ha approvato con 18 voti favorevoli, 9 contrari e un’astensione la delibera che dispone l’aumento del 20% delle indennità di funzione per sindaco, vice sindaca, assessori, presidente del Consiglio e consiglieri comunali.
La decisione si fonda sulla Legge regionale 4 del 2015, modificata nel 2025, che consente ai Comuni di incrementare gli importi base fino al 20%.

Come già anticipato, il provvedimento fissa le nuove cifre lorde mensili:

  • sindaco: 5.610 euro, più una diaria forfettaria esentasse di 1.300 euro (per un totale di circa 6.900 euro), con la possibilità di arrivare a 8.172 euro con la maggiorazione;
  • vice sindaca: 5.385,60 euro;
  • assessori: 5.049 euro;
  • presidente del Consiglio: 1.683 euro;
  • consiglieri comunali: 1.346,40 euro (in precedenza 1.122).

Il testo precisa che ogni amministratore potrà rinunciare parzialmente o totalmente all’aumento, decisione che alcuni hanno già annunciato pubblicamente.

Rocco: «non un privilegio, ma dignità per il ruolo»

Nel presentare la delibera, il sindaco Raffaele Rocco ha sottolineato che l’incremento «è una facoltà prevista dalla legge regionale» e «non un atto arbitrario».

«Governare la città capoluogo non è un passatempo né un impegno part-time – ha detto Rocco – ma una responsabilità che richiede presenza costante, decisioni complesse e lavoro quotidiano. Crediamo sia giusto riconoscere la dignità del ruolo e la dedizione che esso comporta. Non è demagogia, ma una scelta di trasparenza e di equità».

Il nuovo primo cittadino del capoluogo ha aggiunto che «tutti i consiglieri, non solo la Giunta, sono chiamati a un impegno che va oltre le sedute in aula», ricordando che la legge regionale prevede esplicitamente la possibilità di adeguare le indennità al livello massimo per i Comuni capoluogo.

Giovanni Girardini in Consiglio comunale
Giovanni Girardini in Consiglio comunale

Le opposizioni: «un messaggio sbagliato alla città»

Le minoranze si sono schierate compattamente contro la proposta, con un dibattito animato e momenti di tensione in aula.

Giovanni Girardini, capogruppo della Renaissance Valdôtaine ha chiesto di rendere pubbliche le cifre degli attuali e futuri compensi: «i cittadini hanno il diritto di sapere quanto guadagna chi li amministra – ha stigmatizzato – è assurdo che una delle prime delibere del nuovo Consiglio sia un aumento di stipendio, dopo che nel 2021 è stata alzata l’addizionale comunale perché mancavano fondi. Oggi diciamo che di soldi ce ne sono abbastanza per pagarci di più: è una presa in giro».

Katya Foletto, consigliera di AVS – Rete Civica VdA, ha definito la misura «politicamente inopportuna» aggiungendo che «in un momento in cui la povertà cresce e molte famiglie non riescono ad arrivare a fine mese, aumentare le indennità degli amministratori è una scelta incomprensibile. La fiducia verso la politica si ricostruisce con gesti di sobrietà, non con aumenti di stipendio».

Sylvie Spirli della Lega ha ricordato che «tutti sapevamo a cosa andavamo incontro candidandoci», ribadendo il fatto che «ricoprire incarichi pubblici comporta sacrifici e responsabilità, ma anche consapevolezza. Non credo che aumentare le indennità del 20% aiuti ad avvicinare i cittadini alla politica».

Manuel Cipollone di Fratelli d’Italia, che ha annunciato pubblicamente che rinuncerà all’aumenti, ha parlato di «errore di tempismo» sottolineando che «un conto sarebbe discutere di aumenti a fine mandato, dopo aver raggiunto risultati concreti; un altro è farlo oggi, come primo atto politico. È una scelta che rischia di compromettere la credibilità di chi governa».

Sonia Furci, del gruppo misto di minoranza, ha parlato di «atto irrispettoso verso i cittadini» così come Christian Chuc di Forza Italia che ha ribadito la contrarietà del suo gruppo: «non si può pretendere fiducia dai cittadini e poi, come primo passo, aumentarsi gli stipendi. È un messaggio che allontana ulteriormente la gente dalla politica».

Nel suo intervento, Giovanni Girardini ha definito l’indennità percepita dai consiglieri «una miseria», sostenendo che «nessuno si è candidato per lo stipendio, ma per amore della città». L’affermazione ha provocato la replica immediata di Katya Foletto che ha ricordato come l’indennità mensile di 1.346 euro lordi «corrisponda allo stipendio medio di un dipendente del commercio o di una cooperativa sociale», invitando il consigliere «a non definire con leggerezza “miseria” somme che per molti cittadini rappresentano un reddito di lavoro pieno».
Girardini, che professionalmente gestisce appartamenti ed attività commerciali, ha ribattuto precisando: «io i miei dipendenti li pago ogni mese e so quanto guadagnano: 1.500 euro netti, non lordi. Ma il punto non è la cifra: è che nessuno qui dentro dovrebbe misurare l’impegno politico in base al compenso. Se ci siamo candidati per senso civico, parlare di soldi diventa davvero triste».

Il sindaco di Aosta, Raffaele Rocco, durante il primo Consiglio comunale
Il sindaco di Aosta, Raffaele Rocco, durante il primo Consiglio comunale

A chiarire l’effetto concreto della delibera è intervenuto anche il  Samuele Tedesco (REV-), che ha precisato come l’aumento del 20% si applichi automaticamente a tutti gli amministratori, anche a chi ha votato contro, «salvo la scelta personale di rinunciarvi».
«Il provvedimento prevede la facoltà, per sindaco, assessori e consiglieri, di rinunciare in tutto o in parte all’incremento – ha spiegato – quindi non significa che chi vota a favore vuole l’aumento e chi vota contro no. Tutti ne beneficiano, ma ognuno può liberamente rinunciarvi».

Dopo la votazione, l’Aula ha registrato un applauso ironico dei consiglieri di minoranza di Lega, Renaissance e gruppo misto, durato quasi trenta secondi, dopo che il sindaco aveva replicato parlando di «ipocrisia e demagogia» da parte di chi si oppone: «due anni fa molti di voi sostenevano esattamente questa posizione (il riferimento era verso Sylvie Spirli e Giovanni Girardini, n.d.r.). Le indennità sono ferme da tempo e la legge consente l’adeguamento. Ognuno si assuma la responsabilità delle proprie scelte».

Gli importi nei Comuni valdostani

La delibera approvata ad Aosta segue un trend che sta interessando anche altri Enti locali valdostani dopo la modifica alla normativa regionale.
A Courmayeur, il Consiglio comunale ha approvato lo scorso 15 ottobre la rideterminazione delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza, così come lo hanno fatto, ad esempio, le Amministrazioni comunali di Cogne, Valpelline, Pollein, Gressan (limitata al 10%), Sarre, Saint-Christophe e Saint-Vincent, mentre la questione verrà affrontata a Châtillon nella prossima riunione dell’assemblea consiliare. A La Thuile il sindaco Mathieu Ferraris ha comunicato di voler ridurre la propria indennità di funzione dell’importo di 182 euro mensili lordi da ottobre a dicembre 2025.

Secondo la normativa regionale, l’aumento fino al 20% è facoltativo e non comporta oneri aggiuntivi per il bilancio statale, ma resta una decisione politica, destinata a pesare nel dibattito pubblico sulle priorità e sulla fiducia dei cittadini verso le istituzioni.