Il Consiglio Valle ha respinto, mercoledì 5 novembre 2025, la richiesta di sospendere la discussione sull’elezione di Renzo Testolin a nuovo presidente della Regione. La questione pregiudiziale, di fatto una richiesta di rinvio del punto all’ordine del giorno, era stata sollevata dal consigliere Alberto Zucchi di Fratelli d’Italia, sostenuta anche dalla consigliera di AVS – Rete Civica VdA Chiara Minelli, che hanno chiesto un chiarimento formale sull’applicazione della legge regionale 21/2007, art. 3, comma 3 sulla eleggibilità alle cariche di Governo regionale.
Che cosa chiedeva la pregiudiziale
Zucchi ha spiegato di non voler entrare nel merito politico della candidatura di Testolin, ma di voler mettere i consiglieri «nelle condizioni di votare in piena legittimità». Il punto, ha detto, nasce dal fatto che sul tema sono circolati tre pareri diversi, richiesti in momenti e da soggetti differenti, tra cui l’ultimo del costituzionalista Nicola Lupo, che conclude che “nulla osta” alla nomina.
Secondo Zucchi, però, non basta un parere esterno: «abbiamo un ufficio legislativo che è a garanzia di tutti i consiglieri. Chiediamo ufficialmente che l’ufficio del segretario del Consiglio, la dottoressa Christine Perrin, dica qual è la sua posizione rispetto ai pareri arrivati. È pericoloso che il Consiglio si limiti a prendere atto di pareri esterni senza una validazione interna». La richiesta, dunque, era di chiarire se il Consiglio Valle faccia propria l’interpretazione del professor Lupo (e degli altri pareri), e poi si procede al voto sul presidente Testolin.

La posizione della Presidenza
Il neo presidente del Consiglio Stefano Aggravi ha dato corso al dibattito, applicando in modo “estensivo” l’articolo 61 del regolamento, ma ha chiarito subito il punto centrale:
- l’elezione del Presidente della Regione è un atto politico, non un atto amministrativo;
- per gli atti politici il regolamento non prevede un visto di legittimità degli uffici;
- gli uffici non possono essere “sollecitati” a dire se un consigliere è candidabile o meno, perché questo significherebbe farli sconfinare dal piano tecnico a quello politico.
Aggravi ha ricordato anche l’articolo 24 dello Statuto speciale (“i consiglieri non possono essere perseguiti per le opinioni espresse o i voti dati”) e ha aggiunto che l’eventuale verifica di ineleggibilità è già prevista dal regolamento (art. 88) ed è stata fatta all’atto della convalida dei consiglieri.
Le opposizioni: «serve una posizione del Consiglio»
Chiara Minelli ha ripercorso l’intera vicenda: già dal 15 ottobre 2024 aveva chiesto, per iscritto, un chiarimento sulla applicazione dell’articolo 3, comma 3 della legge regionale 21/2007 su «alcune persone» potenzialmente candidate. Da allora sono arrivati i pareri Morrone, Grosso e infine Lupo, «tutti autorevoli ma non uguali».
«È sconcertante che non ci sia una posizione della Presidenza del Consiglio – ha aggiunto – le leggi le facciamo noi, e noi dobbiamo applicarle. Se la legge dice una cosa, i consiglieri devono essere messi in condizione di sapere che il loro voto è legittimo, altrimenti esponiamo questa elezione a possibili contenziosi».
Sulla stessa linea anche Andrea Manfrin della Lega, che ha spiegato che non si chiedeva «un quarto parere», ma una presa d’atto formale che il Consiglio fa propria l’interpretazione richiesta dal Consiglio stesso a un esperto esterno: «altrimenti rischiamo un’assemblea governata da pareri: ogni volta si chiede un parere esterno e si procede. Non può funzionare così».
Jean-Pierre Guichardaz del Partito Democratico, assessore uscente che sarà all’opposizione, ha aggiunto un elemento: «se dopo la nomina emergesse un problema di eleggibilità, occorrerebbe capire che fine fanno tutti gli atti della Giunta nominata».

La maggioranza: «è un atto politico, si proceda»
Per la maggioranza è intervenuto Aurelio Marguerettaz dell’Union Valdôtaine, che poco prima aveva proposto Renzo Testolin come presidente della Regione, che ha riportato la discussione sul binario regolamentare: l’articolo 61 serve a fermare la trattazione se ci sono motivi ostativi evidenti, «qui – ha dichiarato – non ce ne sono». Le valutazioni sulla legge 21/2007 «potranno essere fatte nel dibattito sul presidente», ma non possono bloccare l’aula.
Il presidente Aggravi, in chiusura, ha ribadito «se gli uffici dessero una validazione giuridica a un atto politico, avremmo un vero problema. La procedura di elezione non prevede né un atto amministrativo né una validazione: ci atteniamo alle regole esistenti».
Alla fine, il Consiglio ha votato in modo palese: i favorevoli alla pregiudiziale sono stati 14, i contrari 21 e quindi la richiesta di sospendere la trattazione non è passata e l’Aula ha proseguito con il punto all’ordine del giorno, consentendo al presidente incaricato di presentare il programma e la squadra di Governo.
L’esito del voto ha fotografato subito anche i rapporti di forza in Consiglio Valle: la nuova maggioranza ha tenuto, mentre le opposizioni si sono fermati a 14.










