Giuseppe “Beppe” Marra, 59 anni, originario di Aosta, è stato trovato morto il 27 maggio 2025 nel suo appartamento di via Zanolini a Bologna. Il corpo presentava ferite alla testa, presumibilmente causate da un oggetto contundente non ancora ritrovato. A lanciare l’allarme è stata la moglie, Lorenza Scarpante, 56 anni, che è uscita in strada con i vestiti sporchi di sangue chiedendo aiuto.
Beppe Marra era un ex tecnico informatico che aveva collaborato per diversi anni con la Regione Valle d’Aosta. Nel 2021, dopo aver gestito un locale in centro Aosta, si era trasferito a Bologna con la moglie, anch’essa originaria del capoluogo valdostano, e insieme gestivano un negozio di cannabis light nel centro storico della città.
La coppia, che aveva due figli, era conosciuta sia ad Aosta che a Bologna. Secondo alcune fonti, avevano attraversato un periodo di crisi, ma recentemente si erano riavvicinati. La compagna è stata trasportata in ospedale in stato confusionale ed è attualmente piantonata. È formalmente indagata per omicidio, un atto dovuto per consentire gli accertamenti con le garanzie previste dalla legge.
Le indagini, coordinate dalla PM Manuela Cavallo, sono in corso per chiarire le circostanze dell’omicidio e individuare l’arma del delitto. Sono stati effettuati rilievi nell’appartamento e nelle aree circostanti, inclusi i cassonetti dei rifiuti, ma finora senza esito.

Sviluppi delle indagini
Nella notte tra il 27 e il 28 maggio, la Procura di Bologna ha disposto il fermo di Lorenza Scarpante, 56 anni, moglie della vittima, con l’accusa di omicidio aggravato. Il provvedimento è stato emesso dalla PM Manuela Cavallo, dopo un lungo interrogatorio presso la caserma Panzacchi.
Il corpo di Marra è stato rinvenuto nell’ingresso dell’abitazione, riverso a terra in una pozza di sangue, con almeno due ferite profonde alla testa. Secondo il medico legale, la morte sarebbe avvenuta intorno alle 3 del mattino. I vicini hanno riferito di aver sentito rumori forti e tonfi provenire dall’appartamento a quell’ora. Non sono stati trovati segni di effrazione o colluttazione, né è stata ancora individuata l’arma del delitto, e si esclude l’ipotesi di una rapina. Durante le indagini, sono state rinvenute nell’appartamento tracce di sostanze stupefacenti, tra cui cocaina e funghi allucinogeni. Secondo gli inquirenti, la coppia avrebbe consumato queste sostanze durante la notte, e una lite potrebbe essere degenerata fino all’omicidio. Una delle ipotesi è che Marra, in stato di incoscienza, sia stato colpito alla testa o fatto sbattere contro uno spigolo.
Lorenza Scarpante ha ammesso di aver consumato droghe leggere, come «caramelle allucinogene» col marito, negando di essere tossicodipendente, e di essersi poi addormentata, trovando morto l’uomo al risveglio, sostenendo che fosse «caduto». Tuttavia, la sua versione è stata ritenuta poco credibile dagli inquirenti, anche perché le telecamere di sorveglianza non hanno registrato ingressi o uscite dall’edificio durante la notte, e non risultano altre persone con accesso all’appartamento. Attualmente, Lorenza Scarpante è detenuta nel carcere della Dozza a Bologna in attesa della convalida del fermo. La donna è stata sottoposta a esami tossicologici, che avrebbero evidenziato valori elevati di sostanze stupefacenti, tra cui cocaina e marijuana. È assistita dall’avvocata Chiara Rizzo, che ha nominato una tossicologa come consulente di parte per gli accertamenti medico-legali e sostiene l’innocenza della cliente, descrivendola come sconvolta e preoccupata per i due figli. Gli inquirenti stanno proseguendo le indagini, analizzando anche i telefoni della coppia per chiarire completamente la dinamica e il movente dell’omicidio. L’udienza di convalida del fermo di Scarpante si è tenuta nel carcere della Dozza e durante l’interrogatorio, la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Il giudice per le indagini preliminari di Bologna, Claudio Paris, sabato 31 maggio ha disposto la custodia cautelare in carcere per la donna, che rimane detenuta alla Dozza. La difesa sta valutando un eventuale ricorso al Tribunale del Riesame.

L’autopsia ha rilevato quattro colpi alla testa e numerose ecchimosi sul corpo di Marra, indicando una morte violenta. Secondo gli inquirenti, dopo aver consumato sostanze stupefacenti insieme alla moglie, Marra potrebbe aver avuto un malore e essere caduto. Successivamente, la donna lo avrebbe colpito ripetutamente alla testa, forse sbattendolo contro gli spigoli dei muri. Questa ipotesi è supportata dalla presenza di schizzi di sangue sugli spigoli e dalle testimonianze dei vicini che hanno udito rumori forti intorno alle 3 del mattino. Sono in corso esami tossicologici per determinare le sostanze presenti nel corpo di Marra al momento della morte. Nel frattempo, i carabinieri hanno effettuato una perquisizione nel negozio di cannabis light gestito dalla coppia, sequestrando prodotti che saranno analizzati per verificarne la composizione.
Reazioni della comunità
La notizia ha sconvolto la comunità di Aosta, dove la coppia era conosciuta. Beppe Marra era un programmatore informatico che aveva collaborato con la Regione Valle d’Aosta, mentre Lorenza Scarpante aveva gestito le mense scolastiche per la cooperativa “Noi e gli altri” ed insieme avevano poi aperto e gestito il locale “Rebel”, che è stato poi chiuso in seguito a ripetute polemiche sulla rumorosità dei clienti. Amici e conoscenti si sono detti increduli, descrivendo la donna come minuta e gentile, e faticano a comprendere come possa essere coinvolta in un atto così violento.
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