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Adava, oltre l’assemblea: il turismo come sistema (e come rischio)

redazione aostapresse.it

venerdì 12 Dicembre 2025 • h. 15:00

Adava, oltre l’assemblea: il turismo come sistema (e come rischio)

di redazione aostapresse.it | Ven 12 Dic 25 – h. 15:00

L’assemblea generale dell’Adava, l’Associazione degli albergatori e delle imprese turistiche della Valle d’Aosta, andata in scena nel pomeriggio di giovedì 11 dicembre 2025 nell’aula magna dell’Università della Valle d’Aosta, non è stata soltanto un momento associativo né un passaggio ordinario di rinnovo delle cariche. È stata, piuttosto, una presa di coscienza collettiva: il turismo valdostano ha raggiunto un livello di centralità tale da non poter più essere governato con gli strumenti di ieri.

La conferma di Luigi Fosson, albergatore ed imprenditore di Ayas, alla Presidenza e la nomina di Davide Perrin, albergatore di Torgnon, già consigliere regionale ed assessore comunale alla vice Presidenza sono avvenute in un contesto che va ben oltre la fisiologia interna dell’associazione. Sullo sfondo c’è una domanda che attraversa tutta la giornata: la Valle d’Aosta è pronta a reggere il peso del suo stesso successo turistico?

Dal settore al sistema

Il dato di partenza, richiamato più volte nel corso dei lavori, è noto ma raramente affrontato fino in fondo: il turismo non è più un comparto trainante tra altri, è diventato il baricentro economico e sociale della regione.
Quando Fosson ricorda che, considerando dipendenti, titolari e familiari coadiuvanti, il settore dell’ospitalità e della ristorazione supera le 11.000 persone occupate, non sta rivendicando un primato corporativo. Sta dicendo un’altra cosa: ogni scelta che riguarda il turismo riguarda l’intera comunità valdostana. Agricoltura, edilizia, artigianato, commercio, servizi: tutto ormai si incrocia lì.
È questo il passaggio che segna la differenza tra un’assemblea di categoria e un’assemblea di sistema.

Luigi Fosson ascolta il discorso del presidente della Regione Renzo Testolin

Luigi Fosson ascolta il discorso del presidente della Regione Renzo Testolin

La politica: collaborazione sì, delega no

Il presidente della Regione Renzo Testolin ha collocato il tema nel suo perimetro corretto. Da un lato ha rivendicato l’impegno dell’amministrazione regionale su alloggi per i lavoratori, incentivi agli investimenti, infrastrutture e grandi eventi; dall’altro ha chiarito che la fase dell’intervento pubblico “compensativo” è finita.
Il messaggio, nemmeno troppo implicito, è che la Regione può creare cornici, strumenti, condizioni. Ma non può sostituirsi alle scelte organizzative, contrattuali e culturali delle imprese. Se l’obiettivo è lavorare undici mesi e mezzo all’anno, allora la stagionalità non è più una scusa strutturale, ma un nodo da sciogliere.

Fosson e la fine dell’autocompiacimento

La relazione di Luigi Fosson è stata, per contenuti e tono, una delle più dense degli ultimi anni. Ha elencato risultati concreti, dalla nuova classificazione alberghiera alla legge sugli affitti brevi, dalla convenzione con CVA alla reintroduzione dei contributi a fondo perduto, ma li ha usati come base, non come traguardo.
Il passaggio chiave è stato quello culturale: «il “si è sempre fatto così” è stantio, ha la muffa». Non è una battuta. È una diagnosi. Rivolta tanto alla generazione imprenditoriale più matura quanto al sistema associativo nel suo complesso. Il tema del ricambio generazionale, dentro le imprese e nelle scelte strategiche, non viene più trattato come un problema futuro, ma come una urgenza presente.

Il confermato presidente Luigi Fosson con Graziano Dominidiato, presidente Confcommercio Valle d'Aosta e Roberto Sapia, presidente della Chambre. In secondo piano Emilio Conte, direttore Adava

Il confermato presidente Luigi Fosson con Graziano Dominidiato, presidente Confcommercio Valle d’Aosta e Roberto Sapia, presidente della Chambre. In secondo piano Emilio Conte, direttore Adava

Lavoro e casa: la vera infrastruttura mancante

Se c’è un punto su cui l’assemblea ha mostrato una convergenza quasi totale, è quello degli alloggi per i lavoratori. La legge regionale 16/2025 viene riconosciuta come un passo avanti importante, ma insufficiente se resta confinata alla gestione dell’emergenza stagionale. La proposta avanzata da Fosson, il recupero di immobili pubblici inutilizzati, affitto a riscatto, vincolo permanente di prima casa, coinvolgimento attivo dei Comuni e delle associazioni, segna un cambio di prospettiva: la casa non come tema sociale, ma come fattore produttivo.
È un passaggio tutt’altro che neutro. Significa ammettere che senza una politica abitativa strutturale non esiste destagionalizzazione possibile, non esiste qualità del lavoro, non esiste radicamento delle persone. E, di conseguenza, non esiste sviluppo turistico sostenibile.

Formazione: non più solo tecnici, ma decisori

L’assessore al turismo Giulio Grosjacques ha toccato uno dei nervi scoperti: la formazione. L’École hôtelière di Châtillon, storicamente uno dei pilastri dell’ospitalità valdostana, viene riconosciuta da tutti come un’eccellenza, ma allo stesso tempo come una struttura arrivata a un punto di svolta. Per l’assessore, il modello formativo tradizionale, centrato quasi esclusivamente sulle competenze tecniche di sala e cucina, rischia di non essere più sufficiente. Il settore chiede oggi figure capaci di gestire aziende complesse, leggere mercati, organizzare personale, interpretare dati, governare costi e investimenti. In altre parole, non solo operatori qualificati, ma futuri manager dell’ospitalità.
Una riflessione che si intreccia con quanto sostenuto da Fosson: se il turismo è davvero il perno dell’economia regionale, allora la scuola che forma chi lo farà funzionare nei prossimi vent’anni non può limitarsi a replicare modelli del passato. Servono programmi nuovi, investimenti mirati e soprattutto il coraggio di affrontare un salto culturale che non riguarda solo l’École hôtelière, ma l’intero rapporto tra formazione, imprese e territorio.
In questo senso, la questione formativa non è un capitolo a parte, ma uno snodo strategico: senza persone preparate a decidere, nessuna politica abitativa, nessuna destagionalizzazione e nessuna innovazione tecnologica potrà davvero funzionare.

Sul fronte burocratico, Grosjacques ha riconosciuto il problema dei tempi e promesso interventi di semplificazione. Ma il sottotesto è evidente: la velocità amministrativa è una condizione necessaria, non sufficiente, se dall’altra parte manca una visione chiara degli investimenti.

Alessandro Perosino e Davide Perrin, rispettivamente vice presidente Adava uscente e nuovo

Alessandro Perosino e Davide Perrin, rispettivamente vice presidente Adava uscente e nuovo

Bertschy e la dimensione comunitaria

Luigi Bertschy, assessore regionale allo sviluppo economico, formazione e lavoro, ha portato il discorso su un piano ancora più ampio: demografia, attrattività, coesione sociale. Il turismo, in questa lettura, è una leva potentissima ma ambivalente. Se si genera lavoro senza generare comunità, questo produce squilibri. Se non è accompagnato da servizi, mobilità, residenzialità, rischia di svuotare i territori mentre li rende economicamente dipendenti. È qui che emerge la necessità di politiche trasversali, non settoriali.

Dati e intelligenza artificiale: il punto di non ritorno

La parte finale dell’assemblea ha segnato un vero cambio di linguaggio. Consuelo Nava, professoressa associata di statistica economica, ha riportato il discorso a terra: senza dati affidabili e leggibili, le decisioni restano impressionistiche. La destagionalizzazione non si costruisce con gli slogan, ma con l’analisi dei comportamenti reali dei turisti.
L’intervento di Fabio Primerano, presidente di Federalberghi Lombardia, ha spostato definitivamente l’asse: «l’intelligenza artificiale non è una rivoluzione tecnologica, è una rivoluzione antropologica». I turisti non cercheranno più, faranno domande. E riceveranno una risposta sola. Se una destinazione non è dentro quella risposta, smette semplicemente di esistere nel processo decisionale.
Da qui la proposta, tutt’altro che astratta, di un Ufficio studi strutturato, capace di integrare dati territoriali, flussi, occupazione, prezzi, mobilità e di restituirli in forma utile alle imprese e alle istituzioni.

Primerano ha citato anche il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale nel confronto pubblico sul turismo, richiamando come oggi questi strumenti vengano interrogati non solo per analisi di mercato, ma anche per leggere e interpretare il dibattito informativo. Un segno dei tempi, più che una curiosità.

Il pubblico presente nell'aula magna dell'Università della Valle d'Aosta durante l'assemblea 2025 dell'Adava

Il pubblico presente nell’aula magna dell’Università della Valle d’Aosta durante l’assemblea 2025 dell’Adava

Una crescita che va governata

L’assemblea Adava ha lasciato una sensazione netta: il turismo valdostano non è in crisi, ma non è nemmeno al sicuro. Cresce, sì. Ma cresce su equilibri fragili: lavoro, casa, formazione, mobilità, dati.
Il confronto con la politica è aperto e, almeno in questa fase, autentico. Ma il tempo delle analisi sta finendo. Se il turismo è davvero il sistema nervoso dell’economia regionale, allora va governato come tale. Altrimenti, il rischio non è fermarsi: è perdere il controllo mentre si accelera.