La presentazione della Relazione sulla sostenibilità 2024 della società Casino de la Vallée SpA di Saint-Vincent si è tenuta nella mattinata di giovedì 11 dicembre 2025, a pochi giorni dalla notizia dell’inchiesta su un presunto giro di riciclaggio e corruzione legato alla Casa da gioco valdostana, che coinvolge anche due funzionari, e lo stesso amministratore unico, Rodolfo Buat, ha scelto di affrontare subito «l’elefante nella stanza».
L’incontro con gli stakeholder è stato proposto come un momento «di rinnovata fiducia», in cui un documento nato per rispondere a una direttiva europea diventa anche uno strumento per mostrare come l’azienda intende gestire impatti, rischi e responsabilità in campo ambientale, sociale e di governance.
Numeri del rilancio post concordato
La Relazione fotografa il 2024 come anno di svolta: si chiude la fase concordataria e i conti tornano in positivo, con incassi che sono saliti da 73 a oltre 80 milioni di euro ed un utile che è passato da 15 a 17 milioni. I vertici hanno spiegato che la crescita è trainata sia dalle attività di gioco sia dai servizi alberghieri e congressuali, e rivendicano la scelta di anticipare di tre anni l’obbligo di rendicontazione di sostenibilità previsto dalla Direttiva europea Csrd, integrando i dati economici con l’analisi degli impatti non finanziari.
La Csrd è la Direttiva europea che obbliga le imprese a rendicontare ogni anno in modo dettagliato i propri impatti ambientali, sociali e di governance (Esg), insieme al bilancio economico. Nasce per sostituire e rafforzare le vecchie regole sulla “informativa non finanziaria”, ampliando molto il numero di aziende coinvolte e il livello di dettaglio richiesto, così che investitori, Istituzioni e cittadini possano confrontare meglio le performance di sostenibilità delle imprese. In pratica, la Csrd impone che i dati di sostenibilità siano standardizzati, confrontabili, verificati da un soggetto terzo indipendente e integrati nel reporting annuale, con responsabilità diretta degli amministratori e un sistema di controlli e sanzioni a livello nazionale.
L’obiettivo politico è allineare le scelte aziendali al Green deal europeo: riduzione delle emissioni, tutela della biodiversità, diritti dei lavoratori, anticorruzione, in modo che la sostenibilità non sia più solo comunicazione volontaria ma un pezzo strutturale della strategia e della trasparenza d’impresa.

Rodolfo Buat, amministratore unico della Casino de la Vallée SpA ed Enrico De Girolamo, amministratore delegato di CVA Smart Energy
Ambiente ed energia: partnership con CVA
Sul fronte ambientale il documento riconosce che una parte degli interventi di efficientamento energetico è già stata avviata, ma indica come vero snodo la nuova partnership con CVA per ridurre consumi, costi e emissioni climalteranti. L’alleanza con il player energetico regionale (con il quale il Casinò condivide la proprietà totalmente regionale) viene presentata come il perno di un Piano di transizione che tocca impianti, attrezzature e strutture, con l’obiettivo di rendere meno energivoro un complesso che comprende Casa da gioco, hotel e spazi accessori.
Nello specifico, l’intesa con CVA ha preso la forma di un Energy performance contract quindicennale, con un investimento di oltre 6,3 milioni di euro finanziato dalla società energetica pubblica e legato ai risultati effettivi di risparmio conseguiti negli impianti del Casino de la Vallée. Il pacchetto di interventi prevede, tra l’altro, la riqualificazione della centrale frigorifera, l’installazione di un impianto di trigenerazione, un nuovo fotovoltaico in copertura, sistemi di monitoraggio avanzati e la riqualificazione del power centre, con l’obiettivo dichiarato di ridurre di almeno il 10% i consumi di energia primaria, pari a circa 3.000 MWh annui, cui si aggiungono 2,2 milioni di euro di lavori a carico diretto del Casinò.
In questo schema, CVA sta realizzando e gestirà gli impianti e la Casa da gioco pagherà in funzione dell’efficienza raggiunta, in un’operazione presentata dai vertici come esempio di sinergia tra due operatori pubblici valdostani e modello replicabile di finanza di progetto per la transizione ecologica regionale.
Lavoro, contratto unico e disparità
Sul versante sociale, la Relazione ricorda che circa 450 dipendenti sono coperti da contratti collettivi, in gran parte dal contratto aziendale unico in vigore dal 1° gennaio 2025, che punta a dare stabilità e a valorizzare le competenze interne. I dati interni mettono però in luce una forte disparità di genere, con le donne ferme attorno al 20% tra i quadri, e differenze retributive significative ai vari livelli, elementi che la società riconosce come criticità su cui programmare interventi di riequilibrio.
La relazione richiama anche il reclutamento di una nuova leva di circa trenta giovani croupier formati nel 2024, molti dei quali già in organico, indicandolo come segnale di investimento sulle professionalità e sul ricambio generazionale dopo gli anni del contenimento dei costi.

Un tavolo del Casinò di Saint-Vincent
Governance, controlli e inchiesta
Nella sezione dedicata alla governance, il Casino de la Vallée ribadisce che contrasto a corruzione e riciclaggio sono «pilastri fondamentali» della strategia aziendale, con un sistema di procedure, organismi di controllo e modelli organizzativi pensato per prevenire condotte illecite. Proprio qui, però, si innesta il nodo dell’indagine della Procura di Aosta, che ipotizza falle in quei presìdi e ha portato, tra l’altro, alla perquisizione della società da parte della Guardia di Finanza all’inizio di dicembre.
In questo senso Rodolfo Buat ha annunciato la costituzione di una task force interna per analizzare quanto accaduto e valutare eventuali interventi organizzativi, mentre il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha richiamato esplicitamente i temi di reputazione e affidabilità, definendo un’analisi di questo tipo «necessaria oggi più che mai» ed auspicando che possa tradursi in un rafforzamento di ruoli, controlli e capacità di risposta rispetto alle criticità emerse.









