Cosa è (forse) successo nella Casa circondariale di Brissogne

L'ingresso principale della Casa circondariale di Brissogne
L'ingresso principale della Casa circondariale di Brissogne

Nella notte tra il 16 e il 17 maggio 2025, la Casa circondariale di Brissogne, a pochi chilometri da Aosta, è stata teatro di una grave rivolta da parte dei detenuti. L’episodio ha causato l’intossicazione di cinque agenti della polizia penitenziaria, uno dei quali in modo grave, a causa dell’inalazione di fumo denso.

La sommossa è iniziata intorno alle ore 19 del 16 maggio, subito dopo la chiusura delle celle nelle sezioni A1 e C1 del primo piano, dove sono ospitati detenuti comuni a regime ordinario. I detenuti hanno incendiato lenzuola e materassi, lanciando oggetti in fiamme nei corridoi. Alcuni hanno anche incendiato e lanciato bombolette di gas, facendole esplodere nei corridoi, mettendo in serio rischio l’incolumità di tutto il personale e della popolazione detenuta. Approfittando del caos, un gruppo di detenuti ha forzato i cancelli interni e si è riversato nella rotonda, il posto di servizio del personale, iniziando a devastare l’area. Hanno tagliato fili elettrici, sfasciato neon, danneggiato vetri, porte e computer, creando una situazione di grave pericolo.

Per fronteggiare l’emergenza, sono intervenuti i Vigili del fuoco e il personale sanitario del 118. Molti agenti fuori servizio sono stati richiamati urgentemente, e le forze interne in tenuta antisommossa sono intervenute per riprendere il controllo della situazione. Solo quando i detenuti si sono trovati di fronte a una risposta compatta e determinata, sono rientrati nelle rispettive celle.

I sindacati della polizia penitenziaria, tra cui Osapp, Cgil, Cisl, Uil, Sappe e Cnpp, hanno denunciato la grave carenza di personale e la mancanza di progetti di reinserimento per i detenuti. Attualmente, la struttura ospita 127 detenuti, ma il numero di agenti è insufficiente, con 115 unità, tra cui 14 donne. Recentemente, sono stati assegnati due educatori, ma la situazione rimane critica.

Episodi di disordini

  • aprile 2024: un gruppo di detenuti ha devastato una sezione del carcere, costringendo gli agenti a ritirarsi per evitare il rischio di sequestro. Solo l’intervento tempestivo di agenti fuori servizio e rinforzi da un altro istituto ha evitato conseguenze più gravi;
  • luglio 2024: un detenuto si è arrampicato su un muro, scatenando una protesta durante la quale altri reclusi hanno lanciato oggetti e appiccato fuoco a indumenti. La situazione è stata riportata sotto controllo solo in tarda serata;
  • maggio 2025: due episodi ravvicinati hanno visto detenuti appiccare incendi a materassi e suppellettili, causando l’intossicazione di cinque agenti e richiedendo l’intervento urgente di personale fuori servizio.

La situazione al carcere di Brissogne evidenzia la necessità di interventi strutturali e organizzativi per garantire la sicurezza e il benessere sia del personale penitenziario che dei detenuti.

Velia Nobile Mattei, direttrice della Casa circondariale di Brissogne
Velia Nobile Mattei, direttrice della Casa circondariale di Brissogne

La smentita della direttrice

La direttrice della Casa circondariale di Brissogne, Velia Nobile Mattei, ha successivamente smentito  le notizie circolate riguardo a presunte rivolte avvenute all’interno dell’istituto nei giorni 16 e 19 maggio 2025. Secondo quanto dichiarato dalla direttrice, l’evento di venerdì 16 è stato una protesta limitata a un gruppo isolato di detenuti, risolta in un paio d’ore grazie all’intervento efficiente del personale di Polizia penitenziaria. Non si sono registrati feriti, ma alcune persone hanno accusato lievi malori dovuti all’intossicazione da fumo. Lunedì 19 maggio un episodio ha coinvolto un singolo detenuto che ha dato fuoco a un materasso. Anche in questo caso, l’intervento tempestivo del personale ha garantito la sicurezza di tutti.
La direttrice ha sottolineato che non è corretto parlare di “rivolta” in riferimento a questi eventi e ha informato che l’istituto ha già coinvolto la Procura della Repubblica di Aosta per gli aspetti penalmente rilevanti.
Queste precisazioni sono state rese necessarie per chiarire la situazione e contrastare le dichiarazioni precedenti del sindacato Osapp, che aveva descritto gli eventi come una “rivolta” e denunciato condizioni lavorative difficili per il personale penitenziario.