Non è passata in Consiglio Valle la proposta di legge di PCP sul fine vita

Erika Guichardaz in Consiglio Valle
Erika Guichardaz in Consiglio Valle

Giovedì 24 luglio 2025 il Consiglio Valle ha discusso e respinto la proposta di legge regionale sul suicidio medicalmente assistito, avanzata da Progetto Civico Progressista nel febbraio 2024. La proposta mirava a regolare tempi e procedure sanitarie per l’accesso a questa pratica, come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 242/2019 (“caso Cappato/Antoniani”). La proposta ha visto 27 astensioni (UV, SA, Lega VdA, RV, FI, alcuni consiglieri di FP-PD e PlA) e 7 voti favorevoli (PCP, più alcuni consiglieri di FP-PD, PlA e il presidente Alberto Bertin) e la non partecipazione al voto di Diego Lucianaz.

La legge avrebbe imposto al Servizio sanitario regionale di attivare un percorso sanitario per i pazienti idonei, garantire valutazioni mediche, parere del Comitato etico e somministrazione del farmaco, escludere qualsiasi costo per il paziente e trattare l’accesso al suicidio medicalmente assistito come prestazione urgente.

La relatrice Erika Guichardaz (PCP) ha ricordato che la Valle d’Aosta è stata la regione con la più alta partecipazione alla raccolta firme sull’eutanasia legale, denunciando ritardi e ostacoli burocratici che hanno danneggiato malati in situazioni analoghe a quelle già affrontate in altre regioni.

A favore hanno parlato consiglieri di PCP, FP-PD, PlA, sottolineando la necessità di una legge concreta che garantisca il diritto all’autodeterminazione e alla dignità nel fine vita. Aldo Di Marco, ha parlato di «legge di civiltà», altri,  Chiara Minelli, ha ribadito che si tratta solo di rendere applicabili diritti già riconosciuti dalla Corte Costituzionale.
Esponenti di UV, Lega, FI e SA hanno espresso perplessità. C’è chi ha posto questioni di competenza (Corrado Jordan ed Erik Lavevaz), chi ha evocato i rischi di derive etiche (Luca Distort), chi ha fatto appello al potenziamento delle cure palliative (Carlo Marzi e Roberto Barmasse). Alcuni si sono detti favorevoli al principio, ma contrari alla competenza regionale. Alcuni hanno contestato l’opportunità di discutere la legge a fine legislatura.

Parallelamente, è stato approvato con 23 voti favorevoli un ordine del giorno che invita il Parlamento a legiferare in materia e chiede l’approvazione urgente di una legge nazionale sul fine vita coerente con le sentenze della Consulta. Sull’ordine del giorno si sono astenuti FI e Lega e non hanno partecipato al voto PCP e GM.