Nel 2024 in Italia sono scomparsi quasi 84 km² di suolo naturale, il valore più alto dell’ultimo decennio. A fronte di soli 5,2 km² “restituiti” alla natura, il saldo resta fortemente negativo: ogni ora spariscono 10.000 metri quadrati di territorio, secondo il nuovo rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” pubblicato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa).
La situazione in Valle d’Aosta
Con 7.051 ettari di suolo artificiale, pari al 2,16% della superficie regionale, la Valle d’Aosta si conferma la regione meno “consumata” d’Italia. Nel 2023-2024 il consumo è stato di 11 ettari (pari a 0,33 m² per ettaro di territorio), il valore più basso di tutto il decennio.
Il trend evidenzia una progressiva riduzione: dal picco medio di 48 ettari l’anno nel periodo 2012-2017, si è passati a 19 ettari (2017-2020), 23 ettari (2020-2023) e infine 11 nel 2024.
Anche il consumo pro capite resta il più contenuto a livello nazionale: 574 m² per abitante, contro una media italiana di 366.
Il rapporto distingue inoltre tra consumo permanente (aree edificate o asfaltate) e reversibile (cantieri e superfici temporanee). In Valle d’Aosta oltre il 73% del nuovo consumo è reversibile, segno che le trasformazioni sono legate a interventi temporanei e non a urbanizzazione stabile.
Aosta, i comuni più trasformati ed il quadro alpino
Il capoluogo regionale presenta i valori più elevati di densità di suolo artificiale: 29,26% del territorio comunale risulta ormai impermeabilizzato, con 626 ettari di suolo consumato. Seguono Quart (232 ha), Courmayeur (219) e Châtillon (193), mentre i nuovi interventi più estesi nel 2024 si registrano a Gressan (+2,7 ha) e Châtillon (+2,5).
Il quadro alpino mostra forti differenze:
- Trentino-Alto Adige: 3,09% di territorio consumato, con 58 ettari di nuovo consumo nel 2024;
- Friuli Venezia Giulia: 8,05% di territorio artificiale, con 169 ettari di nuovo consumo;
- Piemonte: 6,74% di suolo consumato e 557 ettari di nuove coperture nel 2024.
La densità media di consumo in Valle d’Aosta (0,33 m²/ha) è sei volte inferiore rispetto al Nord-Ovest (2,47 m²/ha) e quasi dieci volte inferiore alla media nazionale (2,78).
Rischi e prospettive
Il rapporto Snpa segnala che, anche nelle regioni virtuose, il consumo tende a concentrarsi nei fondovalle e nei centri turistici, dove la pressione immobiliare e infrastrutturale resta alta.
In Valle d’Aosta, l’Ispra evidenzia che il consumo in aree a rischio idraulico o di frana è marginale, ma non assente. Le principali trasformazioni riguardano zone di fondovalle e aree produttive, spesso con consumo temporaneo di suolo.
Il documento invita a rafforzare le politiche di rigenerazione urbana e a promuovere il riuso di aree dismesse, in linea con la nuova Direttiva europea sul suolo approvata il 23 ottobre 2025, che mira a ottenere suoli sani e consumo netto zero entro il 2050.
Il Rapporto di ‘Snpa’ sul ‘Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici’






