Renzo Testolin resta alla guida della Valle d’Aosta. Il Consiglio regionale lo ha rieletto, con 21 voti a favore, presidente della Regione alle ore 15.43 di giovedì 6 novembre 2025, dopo due giorni di dibattito. Le altre schede hanno raccontato bene il clima politico di queste 48 ore: 7 bianche, 5 nulle, un voto a Laurent Viérin e uno a Marco Carrel. Subito dopo l’aula ha nominato anche la 35ª Giunta regionale, che ha ottenuto un voto in più del presidente (22 sì e 13 contrari), segno che la nuova maggioranza tra Union Valdôtaine, Forza Italia e AdC-RV-SA c’è e si è mostrata compatta proprio al momento decisivo.
Il governo Testolin bis è quello che lo stesso presidente aveva annunciato mercoledì 5, presentando il programma di legislatura: otto assessorati, con l’UV a fare da perno e gli alleati autonomisti e forzisti dentro l’Esecutivo.
Ecco la squadra:
- Renzo Testolin (Union Valdôtaine), 57 anni, consulente finanziario alla banca Unicredit, volto storico dell’Union Valdôtaine, presidente della Regione dal 2 marzo 2023 e prima ancora da facente funzione nel 16 dicembre 2019, dopo le dimissioni di Antonio Fosson, precedentemente, dal 2013, anche assessore all’agricoltura e poi alle finanze, e prima ancora vice sindaco di Aymavilles, è stato il consigliere più votato alle elezioni regionali del 28 settembre, con 3.808 preferenze;
- Luigi Giovanni Bertschy, 60 anni, dipendente del Casinò de la Vallée, già sindaco di Hône, confermato vice presidente e assessore a Sviluppo economico, formazione e lavoro, trasporti e mobilità sostenibile;
- Leonardo Lotto, 26 anni, analista di strumenti finanziari per Generali Italia, già business developer per Too Good To Go (nel febbraio 2023, in Australia, un incidente in mare gli ha provocato gravi lesioni, paralizzandogli gambe, busto e mani, n.d.r.), nuovo assessore agli affari europei, innovazione, Pnrr, politiche nazionali per la montagna e politiche giovanili, prende il posto di Luciano Caveri, non rieletto alle elezioni regionali;
- Speranza Girod, 47 anni, dipendente di Banca Sella, ex sindaca di Fontainemore, assessora all’agricoltura e risorse naturali, succede a Marco Carrel;
- Mauro Baccega, 70 anni, pensionato, ha operato come imprenditore nel settore dei locali notturni e nel campo della pubblicità, già assessore al Comune di Aosta ed in Regione, è il nuovo assessore al bilancio, finanze e politiche creditizie, che nella scorsa legislatura era stato mantenuto dal presidente Renzo Testolin;
- Erik Lavevaz, 46 anni, già presidente della Regione nella passata legislatura ed ex sindaco di Verrayes, costruttore di organi classici e virtuali, è il nuovo assessore all’istruzione, cultura e politiche identitarie, al posto di Jean-Pierre Guichardaz, finito all’opposizione;
- Davide Sapinet, 49 anni, ex sindaco di Saint-Nicolas, caposquadra nel Corpo regionale dei Vigili del fuoco, confermato assessore alle opere pubbliche, territorio e ambiente;
- Carlo Marzi, 50 anni, già assessore al Comune di Aosta, vice direttore e gestore degli investimenti della banca Intesa San Paolo, anche lui confermato assessore alla sanità, salute e politiche sociali;
- Giulio Grosjacques, 63 anni, ex dirigente (si è dimesso dall’incarico) dell’impresa di costruzioni Bgf di Luigi Berger, che resta alla guida dell’Assessorato al turismo, sport e commercio.

Bertschy: «basta campagna elettorale, modernizziamo il Consiglio Valle»
Nel suo intervento dopo il lungo dibattito in Consiglio Valle, Luigi Bertschy ha cercato di chiude simbolicamente la fase dei colpi fra maggioranza e opposizione e ha provato a dare un tono politico più largo alla nascita del governo.
Ha lodato l’esordio del nuovo presidente dell’Assemblea, Stefano Aggravi, chiedendo di «rendere il Consiglio più moderno, meno ripetitivo e più vicino a ciò che interessa ai valdostani», cioè temi e non polemiche personali. Poi, quasi da capogruppo UV aggiunto (ruolo andato ad Aurelio Marguerettaz), ha ricordato che senza l’Union «oggi non si farebbe un governo regionale» e che i 21 voti «servono anche per portare delle proposte» da condividere.
Un passaggio molto politico è stato quello sulla fine della campagna elettorale: «vi invito tutti a terminare con questo dibattito la campagna elettorale. Quello che è stato dato è dato. Da oggi si lavora».
Bertschy ha anche messo in guardia dai partiti «troppo aosta-centrici», ricordando che la Valle d’Aosta «comincia a Gressoney e finisce a Courmayeur» e che il tema dello spopolamento si affronta anche dando rappresentanza ai territori. Ha rivendicato la linea della coalizione autonomista che ha scelto Forza Italia come partner, senza chiudere il rapporto con Lega e con il Governo nazionale: «la collaborazione istituzionale c’era prima e continuerà ad esserci».
Ultimo messaggio, chiarissimo: «questa giunta nasce anche per dare stabilità e continuità ai dossier aperti, perché la gente fuori chiede interlocutori stabili».

Testolin: «scelta pro, non contro». E chiede ascolto al territorio
Nel suo intervento dopo il voto, Renzo Testolin è stato più breve e più istituzionale. Ha parlato in francese «a nome del Governo regionale» e ha ringraziato per la fiducia, sottolineando due idee forti:
- questa maggioranza è stata costruita con i numeri disponibili in un sistema proporzionale, per renderla «il più solida possibile»;
- non è una maggioranza contro qualcuno, ma «pro qualcosa», cioè “pro gestione” dei dossier regionali e “pro rapporto” con Roma.
Ha riconosciuto che nei due giorni di dibattito molti consiglieri sono scivolati su questioni personali «più che sui temi» ed ha rimesso al centro il metodo: ascolto del territorio, confronto con l’opposizione quando sarà possibile, e soprattutto l’idea che un programma di cinque anni non può dettagliare già oggi tutte le scelte «perché le condizioni possono cambiare».
«Lo faremo con la coscienza di voler ascoltare soprattutto il territorio, soprattutto i valdostani, per rispondere alle loro attese e ai loro bisogni» ha aggiunto, definendo l’ingresso dei partner non autonomisti «un’opportunità, non un opportunismo» ricordando che l’asse autonomista della maggioranza vale da solo 18 voti su 21, cioè il cuore della coalizione.
L’elezione di Renzo Testolin arriva al termine di tre giornate tese: la pregiudiziale sull’incarico che non è passata, l’ex assessore Marco Carrel che è stato messo fuori dalla maggioranza, la contestazione di Fratelli d’Italia e Lega sull’accordo tra UV e Forza Italia e La Renaissance Valdôtaine di Eleonora Baccini che si è sfilata dai forzisti. Nonostante tutto, i numeri ci sono stati: 21 voti per il presidente, 22 per la Giunta regionale.
Adesso il Governo dovrà dimostrare che questa scelta non è solo aritmetica, ma avrà anche la capacità di tradurre il programma da 44 pagine che Testolin ha illustrato mercoledì 5 novembre.
E lì non ci sono più schede bianche: ci sono opere pubbliche, sanità, Statuto, ferrovia, ospedale, montagna, personale sanitario. Tutte cose che non si votano una volta sola.








