È stata rinviata a mercoledì 17 dicembre 2025 la decisione della Corte di cassazione sul filone principale del processo “Geenna” relativo alle infiltrazioni mafiose in Valle d’Aosta. I giudici della Suprema Corte, «per la complessità e la molteplicità delle questioni trattate», hanno così aggiornato la Camera di consiglio di martedì 20 ottobre, al termine di un’udienza durata quasi tre ore.
In Aula, la pubblica accusa ha chiesto di rigettare i ricorsi presentati dalle difese di Antonio Raso (ristoratore di Aosta, condannato in appello-bis a 8 anni) e di Alessandro Giachino (ex dipendente della Casa da gioco di Saint-Vincent) e Nicola Prettico (ex consigliere comunale UV di Aosta), entrambi condannati a 6 anni e 8 mesi per associazione di tipo mafioso. Qualora la Cassazione accogliesse questa impostazione, le condanne diverrebbero definitive.
Per Monica Carcea, ex assessora del Comune di Saint-Pierre, imputata per concorso esterno e assolta nel giudizio di appello-bis del 30 settembre 2024 con la formula «perché il fatto non sussiste», la Procura generale ha chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza assolutoria. Su questo punto pende il ricorso proposto dalla Procura generale di Torino.
L’udienza arriva dopo che, il 24 gennaio 2023, la Cassazione aveva annullato le quattro condanne dell’appello 2021, disponendo un nuovo processo d’appello (l’“appello-bis”), concluso appunto con tre condanne e un’assoluzione.
A dicembre i giudici potranno:
- confermare le decisioni dell’appello-bis (con solidificazione delle tre condanne e conferma dell’assoluzione);
- annullare con rinvio (per uno o più imputati, riaprendo il giudizio in appello-ter);
- annullare senza rinvio (ipotesi residuale, con effetti immediati sul dispositivo).
L’operazione “Geenna” scattò il 23 gennaio 2019, con 17 arresti tra Valle d’Aosta e Piemonte. Per il troncone principale sono divenute definitive le condanne di Bruno Nirta, dei fratelli Marco Fabrizio e Roberto Alex Di Donato e di Francesco Mammoliti, consolidando in sede giudiziaria l’esistenza di una “locale” di ’ndrangheta ad Aosta, orientata, secondo le sentenze, a condizionare il voto e a infiltrarsi nel tessuto economico.
Nel medesimo contesto, Marco Sorbara, allora consigliere regionale UV, recentemente rieletto, è stato assolto in via definitiva dopo 909 giorni di detenzione cautelare.
La sentenza della Cassazione è attesa, salvo ulteriori rinvii, nella Camera di consiglio del 17 dicembre. Fino ad allora restano efficaci le statuizioni dell’appello-bis (30 settembre 2024): assoluzione di Carcea e condanne per Raso, Giachino e Prettico, che continuano a respingere le accuse.
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