«Dunque, dove eravamo rimasti?».
Riprendo l’incipit dell’immenso Enzo Tortora, che quand’ero bambino ha suscitato più di una volta la mia curiosità, da presentatore garbato e creatore di idee televisive che ho poi notato spesso sviluppate da altri, anche ad anni di distanza, il quale è stato, suo malgrado, protagonista del più clamoroso errore giudiziario del nostro Paese, errore per il quale nessuno ha mai pagato, una vicenda che, in qualche modo, ha dato il via alla mia passione professionale.
In una giornata dedicata alle burle ed agli scherzi (al momento resto l’unico ad aver vinto ufficialmente un premio per un “pesce d’aprile”) si torna quindi online, dopo il primo avvio “d’emergenza” durante il lockdown di marzo-aprile 2020, seguito, una volta tornati ad una pseudo-normalità, dalla sospensione delle pubblicazioni, in attesa di ottenere le necessarie rassicurazioni per poter fare il proprio lavoro in tranquillità visto che, in una regione seppur così piccola, ci sia una grande quantità di Maestri-del-Giornalismo a cui non vai bene.
Fortunatamente non si è dovuto sopportare il calvario di Enzo Tortora, ma nel nostro piccolo, l’essere costretto a cambiare tutto, a buttare via il lavoro degli ultimi quindici anni (da cui molti hanno tratto, ehm… “ispirazione”) e trovarsi poi professionalmente ed economicamente isolati, ha creato qualche difficoltà oggettiva che, in un mondo come quello del Web, veloce a giudicare ma anche a dimenticare (soprattutto i meriti), rende molto difficile la ripartenza, soffocati anche dalle numerose urla e dalle risatine di chi finalmente ha ottenuto l’obiettivo della vita e, trónfio, esprime la sua grandezza, soprattutto grazie a grandi iniezioni di soldi pubblici.
Tutto questo diventa infinitamente piccolo quando esiste una famiglia solida, quando esistono i (pochi) amici veri che, anche se non si possono più vedere “fisicamente”, ti supportano, ti aiutano e ti stimolano a tornare a fare quello che sai fare, perché in fondo, se è venticinque anni che vivi più o meno autonomamente di giornalismo, «forse è proprio questo il tuo lavoro». E chi osserva il mondo senza pregiudizi ed influenze esterne probabilmente è il tuo migliore consigliere.
Certo, le scelte sbagliate non sono mancate: ricordare la mancanza di lealtà, di rispetto, di gratitudine, nella Settimana Santa, dove il secondo protagonista è un certo Giuda, che per pochi soldi “vende” chi si fidava di lui (il quale, tra l’altro, sapeva benissimo che era inaffidabile) non è che una metafora di ciò che accade tutti i giorni anche in questo settore, dove in molti vogliono metterci le mani, ma sono pochi quelli che sanno lavorare ed ancor meno quelli che riescono a viverci, senza vendersi alle opportunità.
Alla fine saranno poi le rispettive “carriere” ad evidenziare i relativi risultati, ed il karma, prima o poi, arriva per tutti.
Tornando a noi, c’è voluto tempo per cercare di calibrare un’idea di informazione adeguata al 2021, al momento storico che stiamo vivendo, nel luogo in cui stiamo vivendo, con i tempi, le persone e le competenze che abbiamo a disposizione, cercando di offrire un prodotto che non sia l’ennesimo megafono di “questo” o di “quelli”, ma che sia semplicemente interessante, con un occhio attento a come vengono spesi i fondi pubblici, con un orecchio attento a ciò che racconta “chi decide”, ma evitando le tante “marchette” che intasano il flusso informativo, così da poter permettere, a chi decide di leggerci, di farsi un’idea sull’attualità valdostana, di sapere qualcosa di più rispetto a prima.
Certo, tutto questo costa molte risorse e tanto impegno, la ricerca e l’utilizzo di fonti affidabili non è semplice, soprattutto se esistono “cordate” che decidono chi può ottenere le informazioni ufficiali e chi no, ma “il mestiere” si conosce abbastanza per poter offrire un prodotto innovativo ed interessante. Si scriverà di quello che si conosce, con le informazioni “di prima mano”, e se qualcuno sceglierà di informare i propri “seguaci” evitando con cura chi pubblica qui, ce ne faremo una ragione, tant pis.
Questo progetto non potrà essere privo di pubblicità se vorrà avere una prospettiva futura, ma se i lettori vorranno premiarci con il loro supporto (alcune modalità potete leggerle qui) la si potrà mantenere limitata e poco invasiva e, ad un certo punto, si potrebbe anche decidere di togliere banner e spot, e ne saremmo veramente orgogliosi.
Quindi, in conclusione, buona lettura e buon ascolto, si cercherà di essere interessanti ogni giorno, senza rincorrere lo scoop a tutti i costi, valutando bene ogni singola parola, rispettando la deontologia giornalistica, ed evitando il più possibile strafalcioni ed errori.
Per ogni necessità gae@aostapresse.it è a vostra disposizione.
Grazie di essere qui.
(Qui potete vedere il capolavoro che dà il nome a questa sezione).