Addio a Vladimiro Zagrebelsky, è morto a Gressoney il giudice dei diritti umani

Vladimiro Zagrebelsky
Vladimiro Zagrebelsky

È morto nel tardo pomeriggio di martedì 5 agosto, a 85 anni, Vladimiro Zagrebelsky, figura centrale del diritto italiano ed europeo. Il decesso, improvviso, è avvenuto nella sua casa di villeggiatura a Gressoney-La-Trinité, paese della Valle del Lys dove il giurista si rifugiava da anni e dove aveva costruito un legame profondo con la comunità locale.

Magistrato, docente universitario, editorialista, già giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo dal 2001 al 2010, Vladimiro Zagrebelsky ha attraversato da protagonista la storia recente della giustizia italiana ed europea, mantenendo una linea ferma e coerente nella difesa dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali.

Nato a Torino nel 1940, fratello maggiore del costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, entrò in magistratura nel 1965. Fu due volte componente del Consiglio superiore della magistratura (dal 1981 al 1985 e dal 1994 al 1998), capo dell’Ufficio legislativo del Ministero della giustizia, e presidente della Commissione Onu per la prevenzione della criminalità. Dopo Strasburgo, tornò alla sua città per dirigere, fino al 2024, il Laboratorio dei diritti fondamentali, e per continuare a riflettere pubblicamente, con contributi giornalistici, sui diritti umani, l’ambiente e le sfide dello stato democratico.

Il cordoglio della Valle d’Aosta

La notizia ha colpito profondamente la comunità valdostana. Con una nota ufficiale la Presidenza della Regione autonoma Valle d’Aosta e l’Amministrazione comunale di Gressoney-La-Trinité hanno espresso “profondo cordoglio per la scomparsa di Vladimiro Zagrebelsky, giurista di rilievo, già giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, magistrato e docente universitario. Figura di riferimento nel panorama giuridico italiano ed europeo, Zagrebelsky ha dedicato la sua vita alla tutela dei diritti fondamentali e alla difesa dei principi dello Stato di diritto, unendo rigore intellettuale, coerenza etica e impegno civile”.

La Regione ha ricordato anche il contributo offerto alla formazione universitaria valdostana: negli anni accademici 2009 e 2010, infatti, Vladimiro Zagrebelsky tenne un corso alla Facoltà di scienze politiche dell’Università della Valle d’Aosta, mentre era ancora in carica come giudice a Strasburgo. Fu poi confermato negli anni successivi, accanto a docenti di rilievo come Luciano Violante e Guido Neppi Modona. Ma al di là dell’impegno istituzionale e accademico, il legame più autentico con la Valle d’Aosta era quello personale, radicato nei lunghi soggiorni a Gressoney.

“Il paese della Valle del Lys, che frequentava da molti anni e dove aveva instaurato profondi rapporti di amicizia con la comunità locale, era per lui casa – conclude la nota – e di questo la Valle d’Aosta ne è profondamente orgogliosa”.