Cinque anni segnati dall’emergenza sanitaria, da due Giunte regionali, da avvicendamenti politici e da riforme istituzionali: è la fotografia che emerge dal Rapporto della XVI legislatura del Consiglio regionale della Valle d’Aosta, pubblicato il 22 ottobre 2025 sul sito del Consiglio Valle.
Il documento, corredato da un’introduzione del presidente Alberto Bertin, ripercorre un quinquennio iniziato nell’autunno 2020, in piena pandemia, «quando l’Assemblea – ha ricordato Bertin – fu chiamata a legiferare con urgenza per sostenere famiglie, lavoratori, aziende e territori». Un periodo che, prosegue il presidente «segnato da cambiamenti politici e da una complessità inedita, ma anche dalla capacità del Consiglio di garantire continuità e rappresentanza alla comunità valdostana».

418 sedute e 165 leggi approvate
Dal 2020 al 2025, l’Aula si è riunita 418 volte (406 sedute ordinarie, 8 straordinarie e 4 europee), approvando 165 atti normativi tra disegni e proposte di legge, regolamenti e testi coordinati. Intensa anche l’attività ispettiva e di indirizzo: 1.889 interpellanze, 1.613 interrogazioni, 94 mozioni, 43 risoluzioni e 120 ordini del giorno.
Nel periodo, il Consiglio ha inoltre esaminato 17 petizioni e due norme di attuazione dello Statuto speciale, relative all’alta formazione artistica e musicale e alle concessioni di derivazione d’acqua. Dal 1950 al 2025 risultano promulgate 3.288 leggi regionali, di cui 1.261 tuttora vigenti.
Tra le innovazioni più significative della legislatura spiccano la nascita del Comitato paritetico di controllo e valutazione delle politiche regionali, che monitora l’attuazione e l’efficacia delle leggi, e dell’Osservatorio permanente sulla legalità e sulla criminalità organizzata, istituito nel 2022 per sensibilizzare cittadini e Itituzioni sul tema delle infiltrazioni mafiose.

Dalle Giunte Lavevaz e Testolin alla Réunification autonomista
Sul piano politico, la legislatura ha conosciuto due governi regionali: la Giunta Lavevaz, in carica fino al 25 gennaio 2023, e la successiva Giunta Testolin, che ne ha raccolto in larga parte la continuità.
Durante il quinquennio, l’uscita dell’assessora Chiara Minelli dall’Esecutivo, nel maggio 2021, e la successiva riorganizzazione delle deleghe hanno anticipato un riassetto complessivo, culminato nel 2024 con la Réunification autonomista e il ritorno di Alliance Valdôtaine (ex Alpe) e Vallée d’Aoste Unie nell’Union Valdôtaine.
Alcune deleghe chiave hanno cambiato volto: Carlo Marzi è passato alle politiche sociali e sanità, Giulio Grosjacques ha assunto turismo, sport e commercio, mentre Jean-Pierre Guichardaz ha concentrato le competenze su beni e attività culturali, sistema educativo e relazioni intergenerazionali. Davide Sapinet ha unito territorio, opere pubbliche e ambiente, e Marco Carrel ha ereditato l’agricoltura. Luigi Bertschy è rimasto l’unico assessore ininterrottamente in carica, con delega allo sviluppo economico, formazione e lavoro, ampliata a trasporti e mobilità sostenibile.

Consiglieri e gruppi: una legislatura in movimento
La XVI legislatura è stata anche quella dei cambi di gruppo e dei passaggi politici: dei 35 consiglieri eletti nel 2020, 17 hanno cambiato gruppo o lista di appartenenza nei cinque anni, quindi quasi la metà dell’Assemblea, pari al 48,5%.
Dal Progetto Civico Progressista sono nati i Federalisti Progressisti – Partito Democratico, poi rinominato Partito Democratico – FP per necessità elettorali, di cui fanno parte Bertin insieme a Jean-Pierre Guichardaz, Paolo Cretier, Antonino Malacrinò ed Andrea Padovani.
Nell’area autonomista, l’evoluzione di Alliance Valdôtaine – Stella Alpina ha portato, nel 2024, alla confluenza nell’Union Valdôtaine, con Carlo Marzi rimasto l’unico esponente della Stella Alpina mentre Pierluigi Marquis ha dato vita al gruppo di Forza Italia, non eletto nel 2020, insieme a Mauro Baccega, fuoriuscito da Pour l’Autonomie.
A destra, la Lega Vallée d’Aoste si è frammentata passando dagli 11 consiglieri eletti nel 2020 ai sei di fine legislatura: nel 2023 Stefano Aggravi ha fondato Rassemblement Valdôtain, cui hanno aderito Dennis Brunod e Dino Planaz con Claudio Restano, uscito da Vallée d’Aoste Unie, insieme a Diego Lucianaz, passato poi al Gruppo misto nel marzo 2025.

Nel corso della legislatura si sono verificati anche tre avvicendamenti in Aula:
- Gian Carlo Stevenin, supplente temporaneo di Augusto Rollandin nel 2020;
- Nicoletta Spelgatti, dimessasi nel 2022 dopo l’elezione al Senato, sostituita da Diego Lucianaz;
- Augusto Rollandin, rientrato in Consiglio nell’autunno 2020 dopo la sospensione prevista dalla legge Severino, dimessosi per motivi di salute nel gennaio 2024 e scomparso a dicembre dello stesso anno. Al suo posto è subentrato Aldo Di Marco, dopo che Stevenin aveva rinunciato al rientro.
Rapporti istituzionali e partecipazione dei giovani
Durante il quinquennio, l’Assemblea ha ospitato la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e Province autonome, due riunioni del Comitato CaPire sulla valutazione delle politiche pubbliche e i lavori del Comité de coopération parlementaire con il Jura e la Fédération Wallonie-Bruxelles.
Ampio spazio è stato dedicato ai giovani: è nato il progetto “Ambasciatori della Legalità”, mentre il Conseil des Jeunes Valdôtains ha consolidato la propria attività di simulazione dei lavori d’Aula.

Il bilancio di fine mandato
«Questo rapporto – scrive Bertin nella sua introduzione – non è solo un bilancio dell’attività legislativa, ma una testimonianza di un impegno costante al servizio dei cittadini, nella convinzione che la democrazia regionale viva del confronto, della partecipazione e della responsabilità».
Con la pubblicazione del Rapporto, si chiude anche l’impegno politico del presidente, che dopo tre legislature consecutive non è più rieleggibile, che ha voluto ringraziare «i colleghi dell’Ufficio di Presidenza, i consiglieri e i dipendenti del Consiglio».
Un saluto arriva sui social media anche dal suo segretario particolare, Massimo Tamone, che in francese ha scritto: «Merci Alberto, un exemple d’engagement, de force et de détermination dans un rôle de responsabilité qu’il a su occuper avec compétence et dévouement».
Cinque anni di lavoro che, nelle parole di Alberto Bertin, «hanno voluto rafforzare il ruolo del Consiglio come luogo di confronto e rappresentanza, capace di innovare senza perdere il legame con la comunità valdostana».