Il Governo nazionale ha impugnato le legge regionale sull’election day

Il presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta Renzo Testolin
Il presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta Renzo Testolin

Il Governo nazionale ha impugnato la legge regionale n. 4 del 3 marzo 2025 della Valle d’Aosta, che introduceva disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni regionali e comunali, il cosiddetto election day, e modificava norme relative agli Enti locali. L’impugnativa è stata deliberata dal Consiglio dei Ministri il 19 maggio 2025, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli.
Secondo il comunicato ufficiale del Consiglio dei Ministri, la legge è stata impugnata “per le parti in contrasto con la normativa nazionale”. Sebbene il Governo non abbia specificato dettagliatamente i rilievi, le contestazioni principali sembrano riguardare l’introduzione del limite di quattro mandati consecutivi per i sindaci nei Comuni con meno di 5.000 abitanti, dato che la normativa nazionale non prevede limiti di mandato per i sindaci di questi comuni. L’introduzione di un limite regionale potrebbe essere considerata in contrasto con la disciplina statale .
Inoltre sull’istituzione dell’election day, visto che la legge prevede lo svolgimento simultaneo delle elezioni regionali e comunali nel 2025, il Governo potrebbe ritenere che tale disposizione interferisca con le competenze statali in materia di organizzazione delle consultazioni elettorali.

La decisione del Governo ha suscitato reazioni politiche in Valle d’Aosta. Forza Italia ha criticato la maggioranza regionale, definendo l’impugnativa “largamente prevista” e attribuendo la responsabilità al Partito Democratico per l’introduzione del limite dei mandati, ritenuto incostituzionale.

Il Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Renzo Testolin, ha espresso forti critiche nei confronti dell’impugnativa da parte del Governo nazionale della legge regionale n. 4 del 2025, che introduceva l’election day e modifiche all’ordinamento degli Enti locali. Testolin ha definito la decisione del Consiglio dei Ministri come un “attacco alla Valle d’Aosta”, sottolineando che essa “si pone in contrasto rispetto alle competenze che lo Statuto assegna alla Regione in materia di Enti locali”.

Ha inoltre evidenziato che l’impugnativa riguarda principalmente tre aspetti:

  • limite dei mandati per i sindaci: la legge regionale prevedeva un massimo di quattro mandati consecutivi per i sindaci dei comuni con meno di 5.000 abitanti, mentre la normativa nazionale non impone limiti in questi casi;
  • divieto di nomina di assessori esterni: la legge vietava la nomina di assessori non eletti, contrariamente a quanto previsto a livello nazionale;
  • restrizioni sui rapporti di parentela in Giunta: la legge introduceva limitazioni alla nomina di assessori con legami di parentela con il sindaco o il vicesindaco.

Testolin ha inoltre criticato il metodo adottato dal Governo, affermando che l’impugnativa è stata notificata all’ultimo giorno utile, senza un preventivo e costruttivo contraddittorio, e che le osservazioni sono state inviate agli uffici regionali solo pochi giorni prima della scadenza dei 60 giorni a disposizione per l’impugnativa.

La legge regionale sarà ora sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale, che dovrà pronunciarsi sulla legittimità delle disposizioni contestate. Nel frattempo, l’incertezza normativa potrebbe influenzare l’organizzazione delle prossime elezioni regionali e comunali previste per settembre 2025.

Il presidente Renzo Testolin ha ribadito la volontà di difendere davanti alla Corte Costituzionale la specificità legislativa della Valle d’Aosta, frutto della competenza primaria consolidata negli anni in materia di ordinamento degli Enti locali, in più occasioni confermata proprio dalla Consulta. Ha inoltre espresso preoccupazione per l’approccio del Governo nazionale, che non farebbe più distinzione tra Regioni ordinarie e Regioni a statuto speciale, sorvolando sulle competenze esclusive garantite dallo Statuto della Valle d’Aosta.

In sintesi, Testolin considera l’impugnativa come un tentativo di omologare le normative regionali a quelle nazionali, minando l’autonomia e le prerogative statutarie della Valle d’Aosta.