Carrefour Italia, catena della grande distribuzione organizzata, sta vivendo una crisi strutturale la possibilità di una dismissione dopo che, nel 2024, Carrefour ha registrato vendite in calo del 5,3% (3,63 miliardi di euro) e perdite per circa 250 milioni di euro. Secondo fonti giornalistiche, il gruppo, di origine francese, sta valutando una strategia di uscita dal mercato italiano, avviando colloqui riservati con operatori come Lidl, Esselunga e Conad, tramite “system-wide deals” (accordi a livello di sistema) o vendite “a spezzatino”, con player internazionali come Rewe o Kaufland, che potrebbero entrare in Italia.
La rete italiana comprende oggi circa 1.200 punti vendita (tra diretti e affiliati), con una riduzione degli ipermercati diretti a favore del franchising. A Torino ed area metropolitana, il 14 giugno i dipendenti hanno scioperato con adesioni stimate tra il 70% e il 90%, denunciando turni definiti da algoritmi, carichi di lavoro esagerati, personale in esubero e trasferte coatte e mansioni promiscue, senza formazione adeguata e rischi per la sicurezza.
Nel 2021 sono stati ceduti 106 negozi in franchising, con circa 770 esuberi: i sindacati stimano fino a 1.800 lavoratori interessati. La possibile uscita dal mercato italiano di Carrefour potrebbe causare licenziamenti o trasferimenti involontari ed i dipendenti chiedono ora garanzie occupazionali, soprattutto in vista di possibili vendite. L’azienda ha dichiarato che garantirà esodi volontari, incentivi, ricollocamento, ma i sindacati restano cauti sull’effettivo impatto.

Carrefour ha già iniziato a cessioni e riclassificazioni a favore del franchising, le trattative in corso riguardano la cessione di parte o dell’intera rete italiana, con acquirenti potenziali interessati a trasformare i punti in formato diverso (discount o grandi superfici). Già quattro ipermercati sono stati ceduti nel 2024 (ad esempio l’ex Carrefour di Limbiate è stato convertito da Tosano/VéGé), con altri potenziati verso il franchising. Il modello franchising convive con la gestione diretta, la sua espansione ha già ridotto punte di vendite dirette e alleggerito l’impegno operativo di Carrefour. In caso di vendita, il franchising, che rappresenta la maggioranza del perimetro Carrefour Italia, potrebbe restare autonomo, con nuovi fornitori o sub-affiliazioni, con il traffico, la filiera e il supporto logistico che potrebbero cambiare significativamente.
In Valle d’Aosta Carrefour conta circa 15 punti vendita, tra cui un ipermercato a Pollein e numerosi Carrefour Market ed Express in centri come Aosta, Courmayeur e Brusson. L’ipermercato di Pollein, con elevata visibilità e dimensione, è il candidato principale per una cessione e potrebbe essere rilevato da Lidl, Esselunga, Conad o trasformato in franchise da operatori locali. I Carrefour Market ed Express, in caso di “spezzatino”, potrebbero essere acquistati da operatori più snelli, o passare a format discount (ad esempio Penny/Rewe o Billa).

In sintesi è in corso un graduale ridimensionamento della presenza diretta di Carrefour in Italia, con trattative avanzate per la cessione di supermercati a Lidl, Esselunga, Conad e forse Rewe e Kaufland. L’impatto occupazionale è potenzialmente rilevante: da mille a più di un migliaio di lavoratori coinvolti, con esiti incerti tra trasferimenti e licenziamenti. Il franchising resta un asset importante, ma non immune a cambiamenti: potrebbero cambiare formule contrattuali, logistica e partnership.