Nella prima udienza del processo per l’omicidio di Auriane Laisne, la giovane francese di 22 anni residente a Saint-Priest, nell’area metropolitana di Lione, che è stata vittima di un femminicidio avvenuto tra il 26 e il 27 marzo 2024 a La Salle, per il quale è stato rinviato a giudizio Sohaib Teima, un 21enne di origini egiziane nato a Fermo, nelle Marche, e residente in Francia, che si è tenuta il 7 maggio 2025, la Corte aveva respinto la richiesta della difesa di sottoporre l’imputato a perizia psichiatrica, basandosi sull’esito negativo di una precedente valutazione in Francia.
È stata autorizzata la perizia sui telefoni dell’imputato e la trascrizione di intercettazioni, comprese alcune in lingua araba e le indagini si sono focalizzate su tabulati telefonici, movimenti in bus e prenotazioni irregolari, portando all’arresto di Sohaib Teima in Francia il 10 aprile 2024.
I periti dovranno estrarre i dati dai due iPhone bloccati dell’imputato ed anche dallo smartphone Android trovato all’interno del suo computer, copia integrale della memoria di uno simile a quello della vittima. Nel pc dell’imputato sono state trovate anche tracce dell’uso di un sistema di monitoraggio di smartphone, usato dalla fine gennaio al febbraio 2024 ed accessi all’account di posta elettronica di Auriane Laisne. Inoltre, in una scheda di memoria sono stati trovati video a sfondo sessuale della coppia.
L’analisi informatica ha rivelato un uso di VPN, sistema operativo virtuale e persino la scannerizzazione di ricette alterate per ottenere farmaci. È emerso un ordine di ascolto dei consulenti tecnici (PM e difesa), con udienze programmate fino al 17 settembre.
Sono state quindi ascoltate le testimonianze di tre carabinieri del Nucleo investigativo di Aosta, il capitano Marco Simoncini ed i marescialli Mattia Loddo e Andrea Cuozzo, che hanno sottolineato che l’aspetto cadaverico del corpo della vittima era fuorviante, con «un’illusione di morte naturale» dovuta a una pietra sotto la testa. Erano invece presenti ferite da taglio alla mano, all’addome e al collo (queste ultime letali), con ferite addominali emerse nonostante la mancanza di strappi sui vestiti. Sullo zaino accanto al cadavere non c’era nessun documento, ma scontrini e marshmallow, che sono stati dettagli utili per la ricostruzione investigativa. Erano stati anche ritrovati i pantaloni della ragazza, con tracce di sangue, localizzati su un muro vicino alla cappella.
Durante la seconda udienza, martedì 17 giugno, sono stati ascoltati tre testimoni che avevano incontrato Sohaib Teima e Auriane Laisne alla fine di marzo 2024, pochi giorni prima del ritrovamento del corpo che hanno raccontato di aver visto i due insieme su un mezzo pubblico (probabilmente un autobus), mentre risalivano verso la Valle d’Aosta, confermando una relazione ancora in corso, in quel periodo, tra la vittima e l’imputato in quel periodo.
L’accusa ha utilizzato questi incontri per consolidare la timeline, collocando i due ragazzi insieme in prossimità della data del delitto. La difesa, tuttavia, sostiene che le testimonianze siano di scarsa rilevanza, prive di dettagli utili su litigi, atteggiamenti strani o segni di tensioni tra i due.
Il medico legale Roberto Testi ha quindi raccontato di aver riscontrato un livello elevato di benzodiazepine (Xanax) nel sangue della vittima, sufficiente a comprometterne la coscienza e resa incapace di difendersi, evidente anche dalla ferita sulla mano destra. L’autopsia ha confermato la data della morte stimata dagli investigatori, allineandosi alle loro ricostruzioni.
L’udienza è proseguita il giorno successivo, mercoledì 18, con le testimonianze dei parenti della vittima: secondo la madre, Agnes Masson, la relazione di sua figlia con Sohaib Teima era tossica, caratterizzata da violenza fisica, sequestri (Fermo, Grenoble) e un controllo continuo, costringendo la ragazza a cambiare cinque numeri di telefono. Il padre Ludwig ha parlato di ricatto sentimentale (inventava morti di familiari, sequestri), e che il ragazzo gli aveva detto: «le donne devono ubbidire agli uomini» per giustificare la violenza. Sono emerse anche violenza morale e fisica: l’ex fidanzata del fratello delle vittima ha raccontato di aver visto Sohaib Teima filmarla, e che una volta le aveva rotto il naso ma Auriane Laisne aveva mentito raccontando che era caduta contro un termosifone.
Il genetista Paolo Garofalo ha confermato la presenza di DNA di Sohaib Teima sui pantaloni ritrovati, sul panetto di cocaina sequestrato a Fiumicino (all’interno del nastro), e segni di un rapporto sessuale.
Il percorso accusatorio è solido: autopsia, intercettazioni, tabulati e DNA formano un quadro pesante. La difesa continua a qualificarlo come un processo indiziario, senza testimoni oculari del delitto.
La prossima udienza è prevista per mercoledì 23 luglio 2025, per l’esame dei testimoni della parte civile e difensiva.