Il questore della Valle d’Aosta, Gian Maria Sertorio, ha emesso un provvedimento di divieto di accesso ai locali pubblici (D.A.C.Ur., divieto di accesso alle aree urbane, anche detto daspo urbano) per una durata di due anni, dalle ore 22 alle 6, nei confronti di un 29enne residente nella Plaine.
Il giovane aveva già ricevuto un precedente divieto d’ingresso in una discoteca di Quart, che ha violato, comportandosi in modo aggressivo e illegale sia verso il personale del locale che verso gli agenti di Polizia che erano intervenuti.
Il provvedimento si basa sulla normativa introdotta nel 2017 dal Decreto Minniti e modificata nel 2020, che consente al questore di estendere il divieto a tutti i locali della regione in caso di reati commessi durante gravi disordini in o nei pressi di esercizi pubblici. Si tratta di un’evoluzione del daspo urbano, elaborata con l’obiettivo di garantire la sicurezza pubblica e il decoro urbano.
Il D.A.C.Ur. ha la finalità di vietare l’accesso (e in alcuni casi lo stazionamento) a specifiche aree urbane o locali pubblici a persone ritenute pericolose per l’ordine pubblico, a causa di condotte ripetute o gravi. Si applica a discoteche, pub, bar, locali di spettacolo o in aree urbane sensibili come stazioni, centri cittadini, ospedali e zone di movida “calda”.
Può avere una durata fino a 12 mesi per un comportamento recidivo con pericolo e raddoppiare fino a 24 mesi, come nel caso aostano, se il soggetto ha precedenti penali negli ultimi 5 anni o per reati gravi contro la persona o il patrimonio. Il D.A.C.Ur. deve essere motivato dal questore e può essere portato davanti al giudice per le indagini preliminari. In caso di violazione è previsto l’arresto da sei mesi a un anno, o da uno a due anni se sono coinvolti pregiudicati o violenze. In caso di gravi violazioni, può essere comminata anche una sanzione entro i 24mila euro.

Il D.A.C.Ur. è stato impiegato in situazioni di disordini in locali pubblici con aggressioni, risse, resistenza a pubblici ufficiali, nel caso di movida “violenta” nei confronti di protagonisti di episodi di violenza o disturbo nella “night life”, come negli esercizi nei centri urbani.
Oltre al caso valdostano, ad Oristano un uomo ubriaco e violento in un bar, recidivo nei comportamenti aggressivi dentro e fuori il locale, è stato colpito da un D.A.C.Ur. biennale e divieto di stazionamento nei centri urbani, così come a Perugia un cittadino ha ricevuto un analogo D.A.C.Ur. di due anni, dopo essere stato riconosciuto molto violento in locali pubblici, con reiterati comportamenti offensivi sia fuori sia dentro i locali.
A Trapani, nell’estate 2024, la questura aveva emesso tre provvedimenti a persone coinvolte in una rissa con arma da taglio in un locale ed un tentativo di estorsione verso il titolare del locale, con l’imposizione del divieto di accesso e stazionamento nei locali e nelle aree urbane afferenti, valido per tre anni. A Matera, dopo una rissa in centro storico tra cittadini pakistani e altri, il questore ha notificato sei D.A.C.Ur., vietando ai soggetti di entrare o sostare nei locali pubblici del centro per l’intero periodo previsto. A Crotone tre individui sono stati destinatari del divieto dopo un’aggressione davanti a un locale, con atti di violenza grave, con l’uso di una sedia. Il divieto copre aree urbane e locali di movida, dalle 19 alle 8 del mattino seguente.