Dalla refertazione di un test inviato all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino è emersa la presenza di una mutazione compatibile con la cosiddetta “variante nigeriana” del virus “Sars-CoV-2”.
Lo annunciano l’Azienda Usl della Valle d’Aosta che precisa che “il campione “sospetto”, riferito ad un soggetto maschio adulto residente nella Val d’Ayas, è stato segnalato dai medici di sanità pubblica e dal laboratorio analisi dell’Usl all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino, che ha accertato la positività e la mutazione. Il paziente è stato immediatamente isolato a domicilio e il dipartimento di prevenzione ha provveduto ad attivare la ricerca dei contatti stretti, che sono stati posti in quarantena”.
La “variante”, indicata con la sigla “lineage B.1.525”
era stata individuata nel Regno Unito intorno alla metà di dicembre 2020, ed è stata poi rintracciata in altri Paesi, come Nigeria, Danimarca, Stati Uniti, Canada e Francia. In Italia è stata scoperta a Napoli, dall’Istituto Pascale e dall’università “Federico II”, in un paziente tornato dall’Africa per motivi di lavoro
«Si tratta di una delle varianti definita “di interesse” dal “Center of disease control” statunitense – aggiungono dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino – ed al momento non è considerata preoccupante come quella “inglese”, ma è sorvegliata speciale al fine di verificarne l’aumentata trasmissibilità e/o per valutare eventuali interferenze con la copertura vaccinale».
Fonti: Ufficio stampa Azienda Usl della Valle d’Aosta ed Ufficio stampa Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino