I sindacati celebrano “virtualmente” il 1° Maggio a Verrès ed avvertono: «le piazze rischiano di diventare luoghi di scontro e di disordini sociali»

Scritto da aostapresse

1 Maggio 2020 - 15:50
Il sindaco di Verrès, Alessandro Giovenzi, con Jean Dondeynaz, Vilma Gaillard, Claudio Albertinelli e Ramira Bizzotto

Un Primo Maggio simbolico e virtuale quello che ha avuto luogo nella mattina di venerdì 1° maggio 2020 a Verrès davanti al Municipio, nella tradizionale piazza che fino all’anno scorso vedeva lavoratrici, lavoratori, cittadini e sindacalisti insieme per celebrare la Festa dei lavoratori. L’epidemia ha bloccato le manifestazioni tradizionali e rischia di mettere in crisi anche l’occupazione.
Sicurezza e lavoro sono i due temi di questo Primo Maggio virtuale. Nei loro discorsi indirizzati in queste ore agli iscritti, i segretari generali regionali di “Cgil”, “Cisl”, “Uil” e “Savt”, Vilma Gaillard, Jean Dondeynaz, Ramira Bizzotto e Claudio Albertinelli, hanno puntato molto sulla «sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla ripartenza della Valle d’Aosta».

Per Vilma Gaillard, segretario generale “Cgil Valle d’Aosta”, «la Valle d’Aosta si è trovata a dover gestire un’emergenza più grande di lei. Come la Valle anche altre Regioni e altri Stati. Questa epidemia ha messo in luce le nostre fragilità e le nostre debolezze. Sicuramente cambieranno i nostri modelli di vita, di lavoro e anche tra i nostri affetti ci sarà un approccio diverso. C’è anche da dire che l’emergenza “coronavirus” ha fatto uscire allo scoperto problemi che da anni si sono canalizzati nel nostro tessuto socio-economico. Problemi che è evidente come non siano nati due mesi fa, ma che da anni denunciamo con forza e dovuti soprattutto all’immobilismo perdurante dei nostri governanti».

«Mancanza di strategie nel campo economico con le industrie lasciate al proprio destino – aggiunge la Gaillard – Tagli ripetuti alla sanità, che ora paghiamo a caro prezzo, ed un sistema socio-assistenziale lasciato in balia di sé stesso. Questa epidemia deve spingerci a rivedere il modello di sviluppo economico. Va ripensato il welfare sociale, vanno rimodulati i modelli di scuola e di sanità pubblica. Va rimesso, soprattutto, al centro il lavoro, in particolare il lavoratore, cui vanno garantiti quei diritti conquistati nel tempo e oggi più che mai è necessario lavorare in sicurezza per costruire il futuro».

Per Jean Dondeynaz, segretario generale “Cisl Valle d’Aosta” «mai avremmo immaginato un Primo Maggio così. Un Primo Maggio di grande riflessione su lavoro e sicurezza. Non abbiamo previsto nessun corteo, ma siamo qui a rappresentare simbolicamente questa festa. Una festa che, quest’anno, vuole ancora di più essere momento di vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori. L’auspicio e l’impegno del sindacato confederale è quello che nessuno sia lasciato indietro e che siano garantiti il più possibile i livelli occupazionali e che si faccia tutto il possibile affinché gli interventi messi in campo fino ad oggi da Governo, Regioni e Amministrazioni giungano a chi, in grande difficoltà, ne ha veramente bisogno».

«La “Cisl” il  30 aprile, ha festeggiato i suoi settant’anni di vita – ricorda Dondeyanz – un anniversario importante, con un percorso, come ha ricordato il Presidente Mattarella, che ha visto la “Cisl” contribuire in maniera significativa alla costruzione di una Italia democratica, più moderna, più giusta, lavorando sempre per far coincidere gli interessi dei lavoratori con l’interesse generale del Paese».

Per Ramira Bizzotto, segretario generale “Uil Valle d’Aosta” «è importante che in questo Primo Maggio non passi in sordina ma, al contrario, abbiamo il dovere di far sentire la nostra presenza a fianco di tutti i lavoratori, lavoratrici e cittadini tutti, i quali hanno dimostrato con forza la dignità per uscire dalla grave crisi sanitaria che ci ha colpiti, e che ha lasciato un Paese devastato da una crisi sociale ed economica, mettendo in ginocchio famiglie, imprenditori, piccoli artigiani, settore commerciale turistico industriale, nessuno escluso. A tutti quei lavoratori che con il loro impegno e sacrificio sono stati vicini a tutte le persone che si sono ammalate, agli anziani nelle strutture, per tutti questi lavoratori va un “grazie”, e siamo vicini anche a tutte quelle durante questa pandemia hanno perso i loro cari».

«Ma a la sfida è quella di ripartire tutti insieme – insiste la Bizzotto – perché solo lavorando tutti insieme possiamo risollevare il nostro Paese. Dobbiamo mettere in campo tutte le nostre energie per far sì che l’economia possa ripartire, non possiamo permetterci di rischiare una recessione, dobbiamo collaborare e dialogare con tutte le parti sociali imprenditoriali e politiche, tutti dobbiamo fare la nostra parte , nessuno escluso».

Per Claudio Albertinelli, segretario del “Savt” «oggi la piazza è vuota, perché le restrizioni sull’emergenza sanitaria vietano assembramenti. Se non si mettono in atto nell’immediato azioni che permettano di fare ripartire l’economia valdostana, il rischio che corriamo è che questa piazza resti vuota anche l’anno prossimo perché ci saranno più disoccupati che lavoratori e non ci sarà nulla da festeggiare. Dobbiamo assolutamente operare tutti insieme per scongiurare che questo
accada. Non si può più perdere tempo, bisogna mettere in atto ulteriori azioni per dare risposte alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese. Noi abbiamo fatto diverse proposte in questo senso e continueremo a farne».

«Il rammarico è che la Valle d’Aosta non abbia saputo – denuncia Albertinelli – fino ad oggi usare al meglio la propria autonomia per affrontare l’emergenza che
stiamo vivendo. Avremmo dovuto fare meglio e prima degli altri, ma in realtà questo non è avvenuto. L’appello che lancio al presidente della Regione va proprio in questa direzione, è fondamentale fare presto perché i cittadini sono stufi e vicini all’esasperazione e non possono più essere ostaggi delle lungaggini burocratiche e dei vecchi riti della politica. Bisogna prima possibile ridare lavoro e dignità alle persone, altrimenti le piazze rischiano di diventare luoghi di scontro e di disordini sociali».

Fonte: Ufficio stampa “Cgil Valle d’Aosta”

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