In Senato, il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova ha reso, nella mattinata di giovedì 16 aprile, un’informativa sulle iniziative di competenza per fronteggiare l’emergenza epidemiologica del “covid-19”.
«Sebbene la filiera alimentare non abbia interrotto un solo giorno di lavoro – ha raccontato – il settore ha registrato criticità dovute alla chiusura delle frontiere, al blocco del commercio, alla perdita di mercati esteri. Mentre le fragilità pregresse, legate all’emergenza climatica e alle problematiche fitopatologiche, erano già state individuate nel collegato sull’agricoltura, nel decreto “cura Italia” sono state introdotte misure specifiche di sostegno al reddito per l’agricoltura e la pesca e misure per fronteggiare la difficoltà di reperimento di manodopera stagionale per la raccolta, cassa integrazione in deroga, indennità, estensione della validità dei permessi di soggiorno».
«Occorre un piano straordinario che intervenga su tre versanti – ha sottolineato la Bellanova – agevolazione del rientro di lavoratori stranieri, lotta al caporalato e facilitazione dell’assunzione degli inoccupati. Dirimente è anche la piattaforma per l’incontro di domanda e offerta di lavoro. Il decreto liquidità contiene ulteriori misure: diversi fondi per la copertura di interessi sui mutui bancari e interventi di semplificazione dei pagamenti. Abbiamo aperto un dialogo con le associazioni e le filiere istituzionali al fine di rafforzare l’approvvigionamento di materie prime, intervenire sulle filiere strategiche nelle quali il Paese è deficitario e snellire la “Pac”».
«Signor Ministro, la ringrazio innanzitutto per le sue parole, che rendono con grande precisione la difficoltà di questo settore – ha dichiarato Albert Lanièce, senatore della Valle d’Aosta, nel dibattito successivo all’informativa del Ministro – compresa naturalmente l’agricoltura di montagna che il nostro Gruppo segue in modo particolare. La ringrazio anche per le azioni concrete che ha già messo in campo. Per ragioni di tempo, mi soffermerò solo su alcuni aspetti legati all’immediato, nella certezza che non mancheranno altre occasioni di confronto su tutti gli altri importantissimi aspetti che lei ha toccato. L’agricoltura è un settore produttivo che si basa sull’andamento delle stagioni e per la quale è impensabile una sospensione sine die dell’attività di coltivazione e di raccolto, come ben lei ha spiegato. Tutto ciò è ancora più vero per l’agricoltura dei territori alpini, che opera in condizioni ambientali più complesse e difficili».
«Basti pensare alla realtà della Valle d’Aosta, che porta il nostro Paese ad avere gli alpeggi più alti d’Europa – ha continuato il parlamentare valdostano – il rischio, come tutti sappiamo, non è solo quello della tenuta economica della filiera, ma è anche quello dell’andamento dei prezzi per i consumatori e dell’indebolimento della capacità esportativa del “made in Italy”. È stata importante l’approvazione proprio qui in Senato dell’emendamento che consente alle aziende agricole di ottenere in forma semplificata fin dal prossimo mese e, quindi, prima della presentazione delle domande uniche, un’anticipazione delle risorse “Pac” nell’ordine del 70 per cento del valore dei titoli in portafoglio. Tuttavia, il punto principale è la rapida ripartenza del settore, naturalmente garantendo la piena sicurezza dei lavoratori».
«Su questi punti, vertevano una serie di ordini del giorno del nostro Gruppo al decreto-legge “cura Italia”, che, come ci auguriamo, si tramuteranno al più presto in specifiche norme – ha ricordato Lanièce – l’urgenza, adesso, è quella della manodopera, per via dell’imminente stagione di raccolta, magari attraverso una serie di incentivi fiscali e contributivi, l’assunzione di percettori di reddito di cittadinanza, di pensionati e di lavoratori in cassa integrazione. Ma bisogna anche far ripartire e riaprire il flusso dei lavoratori agricoli, tra cui anche la realizzazione del corridoio verde, al quale lei ha accennato, e la promozione di iniziative simili con tutti i Paesi di provenienza dei lavoratori stagionali».
«La carenza di manodopera rischia di impattare drammaticamente proprio nei territori di montagna – ha quindi sottolineato il senatore – per ovviare a ciò, occorre rivedere anche la normativa che disciplina i soggetti che possano aiutare nell’attività di raccolta. Solo per citare un caso, sempre contenuto in una nostra proposta emendativa, una misura del genere aiuterebbe significativamente la vendemmia, che in certi territori si configura come attività legata alla tradizione, senza remunerazione, svolta per rapporti di amicizia o di parentela con il coltivatore diretto. In questo settore, dove non sussistono rischi nell’ambito della sicurezza del lavoro, si potrebbe inserire una modifica di legge che consenta di amplificare il grado di parentela dal quarto al sesto».
«Signor Ministro, abbiamo davanti a noi una stagione difficile – ha aggiunto il parlamentare valdostano, rivolgendosi direttamente alla Bellanova – in queste settimane si è parlato tanto, giustamente, della produzione industriale, del commercio e dei liberi professionisti, ma la sfida vera è fare in modo che nessun settore si senta dimenticato e, magari, mettere mano ad una serie di problemi strutturali del settore. Per l’agricoltura e, in particolare, per le piccole imprese, la burocrazia e le troppe norme, che spesso non tengono conto dell’estrema pluralità di contesti e situazioni, finiscono per costituire un vero e proprio ostacolo alle attività del settore. Faccio un solo esempio. Con l’ultimo dpcm, si è introdotta la possibilità, per le imprese forestali, di provvedere alla normale cura dei boschi. Non è chiaro, però, se questa possibilità sia estesa ai privati cittadini proprietari di aree boschive, ai quali alcune Regioni e Province autonome demandano compiti di cura e manutenzione. È solo l’ultimo, in ordine di tempo, ma credo renda bene l’estrema praticità dei problemi che riguardano i nostri territori. Territori nei quali, non dimentichiamolo mai, l’agricoltura svolge una imprescindibile funzione di presidio del territorio, di lotta allo spopolamento, io aggiungo, della montagna, e di contrasto al dissesto idrogeologico».
«Anche per questo, abbiamo bisogno, e lo sottolineo ancora, di semplificazione burocratica e di sostegno alle piccole produzioni – ha concluso Albert Lanièce, applaudito, oltre che dai colleghi del suo Gruppo anche da quelli del “Movimento 5 Stelle”, del Partito Democratico e da Italia Viva – in un quadro normativo chiaro che faciliti la programmazione delle prossime settimane e dei prossimi mesi. Così come abbiamo bisogno che l’agricoltura tutta, come lei ha sottolineato, abbia gli aiuti e il sostegno che merita per sorreggere questa fase difficile e complicata. È un settore strategico e tale dovrà continuare ad essere. Il nostro Gruppo per le Autonomie conferma tutta la sua disponibilità ad una collaborazione la più proficua possibile».
Fonte: Senato della Repubblica