Un supermercato di Aosta ha messo in vendita delle pere coltivate con “acqua informata”, dopo che, in autunno, aveva già offerto alla clientela dell’uva trattata con lo stesso sistema, frutti ottenuti utilizzando un metodo agricolo alternativo legato alla pseudoscienza.
Secondo i promotori di questa pratica, l’acqua può “memorizzare” informazioni o vibrazioni energetiche (spesso associate a musica, parole positive, frequenze elettromagnetiche o simboli) e questa informazione verrebbe trasferita alle piante, migliorandone la crescita, la resistenza e la qualità del frutto.
La teoria si ispira vagamente agli esperimenti di Masaru Emoto, che sosteneva che l’acqua cambia struttura in base alle emozioni o parole a cui è esposta. Tuttavia, queste affermazioni non hanno basi scientifiche solide: nessuno studio serio e riproducibile ha mai dimostrato che l’acqua possa conservare o trasmettere informazioni in modo rilevante per la fisiologia delle piante.
Chi coltiva con acqua informata afferma che le piante sono più sane e produttive, i frutti hanno un sapore migliore o una “energia” superiore e l’agricoltura diventa più sostenibile, usando meno chimica. Non esistono però prove scientifiche credibili che l’acqua informata abbia effetti reali sulle colture ed è quindi una pratica che rientra nel marketing new age o bioenergetico, spesso sfruttata per differenziare un prodotto sul mercato, a volte con prezzi più alti.
La frutta coltivata con acqua informata è identica a quella trattata con acqua normale, anche se irrigata con acqua sottoposta a un trattamento simbolico o energetico senza alcuna validazione scientifica. È una trovata commerciale più che una rivoluzione agricola.

La sperimentazione della Regione al Centro dimostrativo agricolo
In Valle d’Aosta si sta diffondendo l’uso dell’acqua informata in agricoltura, una pratica priva di basi scientifiche: l’azienda Quantica R&D, fondata da Luciano Gastaldi, di Cuneo, promuove un prodotto chiamato “Quantic water dry plus”, una polvere da sciogliere in acqua che, secondo il produttore, trasmetterebbe “informazioni biofisiche” alle piante, migliorandone la salute e riducendo la necessità di pesticidi. Nonostante l’assenza di prove scientifiche a supporto, questa pratica è stata adottata in alcune coltivazioni biologiche della regione ed alcuni eventi pubblici hanno presentato l’acqua informata come un’innovazione per l’agricoltura sostenibile.
La Regione autonoma Valle d’Aosta ha avviato, nel 2022, sperimentazioni agricole che coinvolgono l’uso dell’acqua informata presso il proprio Centro dimostrativo agricolo di Saint-Marcel. Tuttavia, esperti e scienziati esprimono preoccupazione per la legittimazione di pratiche non scientifiche in un settore che dovrebbe basarsi su evidenze concrete. L’uso dell’acqua informata in agricoltura solleva interrogativi sulla trasparenza e sulla sicurezza delle produzioni alimentari.
La Valle d’Aosta, pur vantando una tradizione agricola solida ed Istituzioni di ricerca avanzate, sta attualmente sperimentando pratiche che mancano di validazione scientifica. Questa scelta solleva interrogativi sulla direzione delle politiche agricole regionali e sull’importanza di basare le innovazioni su evidenze concrete.