La “Gedi”, editore di “Stampa”, “Repubblica” e “Sentinella del Canavese”, ha chiuso il 2019 con un fatturato di 603,5 milioni ed una perdita di 129 milioni. Il margine operativo lordo è di 59,3 milioni

Scritto da aostapresse

3 Marzo 2020 - 10:00
Due principlali testate del 'Gruppo Gedi'

Si è riunito, venerdì 28 febbraio, a Roma, presieduto da Marco De Benedetti, il Consiglio di amministrazione di “Gedi – Gruppo editoriale SpA” che ha approvato i risultati consolidati al 31 dicembre 2019 presentati dall’amministratore delegato Laura Cioli.

Andamento del mercato
Nel 2019 il mercato pubblicitario ha registrato una flessione del 5,1 per cento rispetto all’esercizio precedente
(dati Nielsen Media Research). Tra i principali mezzi solo radio ed internet (esclusi Search e Social) hanno mostrato un andamento positivo con una crescita rispettivamente dell’1,7 per cento e del 3,5 per cento. La raccolta della televisione è risultata in flessione del 5,3 per cento, mentre la stampa è stato il mezzo più penalizzato registrando nuovamente un
calo dell’11,6 per cento, con i quotidiani al -10 per cento (-11,6 per cento la raccolta nazionale e -7,7 per cento quella locale) ed i periodici al -13,9 per cento.
Quanto alla diffusione dei quotidiani, secondo i dati “Ads – Accertamento diffusione stampa”, nel 2019 è stata registrata una flessione delle vendite in edicola ed in abbonamento dell’8,1 per cento (-7 per cento i quotidiani nazionali e -9,1 per cento i quotidiani locali). Includendo anche le copie digitali, la diffusione complessiva dei quotidiani si attesta al -7,2 per cento.

Andamento della gestione del gruppo “Gedi” nell’esercizio 2019
I ricavi consolidati, pari a 603,5 milioni di euro, hanno registrato una flessione del 7 per cento rispetto al 2018. I ricavi
derivanti dalle attività digitali rappresentano complessivamente il 12,7 per cento del fatturato consolidato (oltre il 15,5 per cento sul brand “Repubblica”) ed i prodotti digitali delle diverse testate del Gruppo hanno superato a fine 2019 i 127mila abbonati.
I ricavi diffusionali, pari a 269,7 milioni di euro, sono diminuiti del 5,2 per cento rispetto a quelli dell’esercizio precedente, in un mercato che, come sopra riportato, ha registrato una riduzione dell’8,1 per cento delle vendite dei quotidiani in edicola e abbonamento.
I ricavi pubblicitari, pari a 293,7 milioni di euro, sono risultati in calo del 7,6 per cento rispetto al 2018.
I costi, inclusi gli ammortamenti, sono inferiori del 6,3 per cento rispetto al 2018: sono diminuiti sia i costi del personale (-6,8 per cento) che gli altri costi (-6 per cento). Va peraltro evidenziato che tali riduzioni riflettono solo parzialmente gli effetti della ristrutturazione relativa alla redazione de “La Repubblica” (avviata operativamente nel mese di marzo) e della chiusura di due ulteriori stabilimenti di stampa (da aprile).

Il margine operativo lordo rettificato, escludendo gli oneri per ristrutturazione, ammonta a 59,3 milioni di euro; prima dell’applicazione dell’IFRS 16 sarebbe stato pari a 44,7 milioni di euro, a fronte di 51,7 milioni di euro nell’esercizio 2018.
Il margine operativo lordo consolidato è stato pari a 34,2 milioni di euro, ed include oneri per ristrutturazioni pari complessivamente a 25,1 milioni di euro. Tale importo comprende oneri per 6,8 milioni di euro derivanti da interventi
di ristrutturazione già realizzati nel corso del 2019 e accantonamenti per 18,3 milioni di euro relativi principalmente alle riorganizzazioni in corso delle aree tipografiche, amministrative e gestionali di “Gedi News Network” e della Capogruppo nonché delle strutture commerciali locali della concessionaria di pubblicità “A.Manzoni & C.”. Tali riorganizzazioni, in relazione alle quali sono stati sottoscritti a fine 2019 i corrispondenti accordi sindacali, comporteranno già nel 2020 una
significativa riduzione dell’organico e del costo del lavoro.
Il risultato operativo rettificato, senza pertanto considerare oneri per ristrutturazioni e svalutazioni, ammonta a 27,5 milioni di euro rispetto a 33,1 milioni di euro nel 2018. La riduzione rispetto all’anno precedente è imputabile principalmente all’andamento del mercato pubblicitario che, in particolare per la stampa, ha subito un calo significativamente superiore a quello dell’esercizio precedente e alle previsioni. Tale calo è stato solo in parte compensato dagli interventi sui costi redazionali e industriali avviati alla fine del primo trimestre.
Il risultato operativo consolidato è stato invece negativo per 129,6 milioni di euro ed include, oltre agli oneri di ristrutturazione di cui sopra, 131,9 milioni di euro di svalutazioni di avviamenti di testate effettuate a seguito delle verifiche di impairment test. Tali svalutazioni si riferiscono per 69,9 milioni di euro alla “Cash generating unit – Cgu) “La Repubblica”, per 29,4 milioni di euro alla “Cgu” “Gedi News Network Nord Est (“Messaggero Veneto”, “Il Piccolo”, quotidiani veneti, “Corriere delle Alpi”)” e per 32,6 milioni di euro alla “Cgu” “Gedi News Network Nord Ovest (“La Stampa”, “Il Secolo XIX”)” e sono state effettuate per allineare i valori contabili di ciascuna unità ai valori recuperabili determinati sulla base delle nuove proiezioni dei flussi economico-finanziari futuri elaborati dal management tenendo conto in particolare del negativo andamento del mercato pubblicitario registrato nel 2019, solo parzialmente compensato dalle ulteriori azioni intraprese per la riduzione dei costi.

Il risultato netto rettificato del 2019 è positivo per 12,2 milioni di euro (13,5 milioni di euro prima dell’applicazione dell’IFRS 16) rispetto ai 16,7 milioni di euro del 2018.
Il risultato netto consolidato registra una perdita di 129 milioni di euro recependo, come precedentemente illustrato, svalutazioni di avviamenti di testate effettuate a seguito delle verifiche di “impairment test” per 105,6 milioni di euro al netto dell’effetto sulle imposte, oneri per ristrutturazioni con impatto sul risultato netto pari a 19,1 milioni di euro, nonché la minusvalenza realizzata per la cessione di “Persidera” (-16,5 milioni di euro).
Nell’esercizio 2018 il risultato netto era stato negativo per 32,2 milioni di euro recependo svalutazioni di avviamenti di testate (24,2 milioni di euro) e di partecipazioni (12 milioni di euro) effettuate a seguito delle verifiche di “impairment test” ed oneri per ristrutturazioni e altre componenti non ordinarie con effetto sul risultato netto pari a 12,6 milioni di euro.
L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2019, prima dell’applicazione del nuovo principio contabile IFRS 16, ammonta a 44,1 milioni di euro, in riduzione di 59,1 milioni di euro rispetto ai 103,2 milioni di euro di fine 2018: il flusso della gestione ordinaria è stato positivo per 25,4 milioni di euro e a tale importo si è sommato l’incasso di 71,1 milioni di euro per la cessione di “Persidera”, mentre i piani di riorganizzazione avviati nel 2018 e realizzati nel 2019 hanno determinato esborsi per 29,2 milioni di euro.
L’applicazione dell’IFRS 16 ha comportato la rilevazione al 31 dicembre 2019 di debiti finanziari per leasing e diritti d’uso pari a 55,3 milioni di euro e pertanto l’indebitamento finanziario netto post IFRS 16 ammonta a 99,4 milioni di euro.

Si ricorda che in data 9 aprile 2019 la Società ha interamente rimborsato a scadenza il prestito obbligazionario convertibile del valore di 100 milioni di euro, utilizzando in parte la linea di credito revolving sottoscritta nell’aprile del 2018.
L’organico del Gruppo, inclusi i contratti a termine, ammontava a fine 2019 a 2.221 dipendenti in riduzione di 138 unità rispetto al 31 dicembre 2018; l’organico medio del periodo è stato inferiore del 6,3 per cento rispetto all’anno 2018.

Il bilancio 2019 della Capogruppo
Il fatturato della Capogruppo è stato pari a 238,6 milioni di euro (255,7 milioni di euro nel 2018). Il risultato operativo è
stato negativo per 86,6 milioni di euro (-€35,5 milioni di euro nel 2018). Il risultato netto registra una perdita di 155,2 milioni di euro (-33,2 milioni di euro nel 2018).

Proposta all’Assemblea dei soci
Data la presenza di riserve disponibili in bilancio per complessivi 312.267.246,16 euro, il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea dei Soci, convocata per il giorno 22 aprile 2020, di coprire interamente la perdita d’esercizio pari a 155.180.609,30 euro mediante l’utilizzo di tali riserve disponibili, iscritte in bilancio al 31 dicembre 2019.
All’Assemblea degli Azionisti verrà inoltre proposta la revoca e il rinnovo della delega al Consiglio di Amministrazione stesso per un periodo di 18 mesi per l’acquisto di massimo 20 milioni di azioni proprie a un prezzo unitario che non dovrà essere superiore al 10 per cento e inferiore al 10 per cento rispetto al prezzo di riferimento registrato dalle azioni nella seduta del mercato regolamentato precedente ogni singola operazione di acquisto o la data in cui viene fissato il prezzo e comunque, ove gli acquisti siano effettuati sul mercato regolamentato, per un corrispettivo non superiore al prezzo più elevato tra il prezzo dell’ultima operazione indipendente e il prezzo dell’offerta d’acquisto indipendente
corrente più elevata sul medesimo mercato, in conformità a quanto previsto dal Regolamento Delegato UE n. 2016/1052.
Le motivazioni principali per cui viene rinnovata l’autorizzazione sono: adempiere gli obblighi derivanti da eventuali programmi di opzioni su azioni o altre assegnazioni di azioni della Società ai dipendenti o ai membri degli organi di amministrazione o di controllo di “Gedi” o di società da questa controllate; adempiere alle obbligazioni eventualmente derivanti da strumenti di debito convertibili o scambiabili con strumenti azionari; disporre di un portafoglio azioni proprie da utilizzare come corrispettivo in eventuali operazioni straordinarie, anche di scambio di partecipazioni, con altri soggetti nell’ambito di operazioni di interesse della Società (cosiddetto “magazzino titoli”); svolgere attività di sostegno della liquidità del titolo sul mercato in conformità delle disposizioni vigenti; cogliere opportunità di creazione di valore, nonché di efficiente impiego della liquidità in relazione all’andamento del mercato; per ogni altra finalità che le competenti Autorità dovessero qualificare come prassi di mercato ammesse ai sensi della applicabile disciplina europea e domestica, e con le modalità ivi stabilite.

Principali eventi successivi alla chiusura dell’esercizio e prevedibile evoluzione della gestione
In data 2 dicembre 2019 “Cir” ed “Exor N.V.” hanno sottoscritto un accordo vincolante per il trasferimento da “Cir” ad “Exor” della partecipazione in “Gedi Gruppo Editoriale SpA” pari al 43,78 per cento del capitale sociale e quindi del controllo della stessa. Il corrispettivo della cessione è stato fissato in 0,46 euro per azione e così per un prezzo complessivo di 102,4 milioni di euro. L’esecuzione del trasferimento è subordinata esclusivamente al rilascio delle necessarie autorizzazioni da parte delle competenti autorità, incluse la Commissione Europea e l’AgCom e, in ragione della tempistica dei procedimenti autorizzativi, è prevedibile che l’operazione potrà essere completata entro il primo quadrimestre del 2020.
All’esito del closing, “Exor”, che per l’operazione farà impiego di mezzi propri, avvierà per il tramite di una società per azioni di nuova costituzione un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle azioni “Gedi” non già detenute. Per quanto riguarda l’andamento dei primi mesi del 2020, le evidenze ad oggi disponibili non consentono di prevedere evoluzioni di mercato significativamente diverse da quelle che hanno caratterizzato l’esercizio 2019.
In tale contesto, il Gruppo continuerà ad impegnarsi nello sviluppo dei propri prodotti, nella implementazione di razionalizzazioni volte a preservare la redditività, nel rafforzamento della propria leadership sulle attività digitali.

Nota
Il “Margine operativo lordo rettificato”, il “Risultato operativo rettificato” e il “Risultato netto rettificato” sono stati determinati escludendo gli oneri di riorganizzazione, le svalutazioni per “impairment test” e le altre componenti del risultato di natura non ricorrente.
A partire dal 1° gennaio 2019 il Gruppo ha applicato il nuovo principio contabile “IFRS 16 – Leases” che fornisce una nuova definizione di lease ed introduce un criterio basato sul controllo (“right of use”) di un bene per distinguere i contratti di leasing dai contratti per la fornitura di servizi, individuando quali discriminanti: l’identificazione del bene, il diritto di sostituzione dello stesso, il diritto ad ottenere sostanzialmente tutti i benefici economici rivenienti dall’uso del bene e il diritto di dirigere l’uso del bene sottostante il contratto.
L’applicazione del nuovo principio ai contratti identificati ha determinato i seguenti impatti sul bilancio consolidato del Gruppo: nella situazione patrimoniale-finanziaria, l’iscrizione iniziale di un’attività, rappresentativa del diritto d’uso ai sensi dell’IFRS 16 (pari al valore attuale dei canoni minimi futuri obbligatori che il conduttore dovrà pagare a partire dal 1° gennaio 2019 inclusi, eventualmente, i pagamenti anticipati ed i costi diretti sostenuti) che sarà ammortizzata sulla durata residua del contratto, e di un debito finanziario pari al valore attuale dei canoni minimi futuri obbligatori che il conduttore dovrà pagare a partire dal 1° gennaio 2019, inclusi i ratei passivi non ancora liquidati alla data di transizione. Il debito, che sarà valutato con il criterio del “costo ammortizzato”, verrà successivamente ridotto a seguito del pagamento dei canoni di noleggio ed incrementato degli oneri finanziari. L’applicazione dell’IFRS 16 ha determinato un incremento dell’indebitamento finanziario netto consolidato del Gruppo al 31 dicembre 2019 pari a 55,3 milioni di euro; il nuovo principio non ha alcun effetto sulla determinazione dei covenants.
Nel conto economico, una diversa natura, qualificazione e classificazione dei canoni di noleggio che non vengono più iscritti nel margine operativo lordo; sono invece registrati l’ammortamento del diritto d’uso e gli oneri finanziari sul debito iscritto. Per effetto di tale diversa classificazione dei canoni di noleggio, il conto economico consolidato del Gruppo dell’esercizio 2019 ha registrato un miglioramento del margine operativo lordo pari a 14,6 milioni di euro, un incremento degli ammortamenti di 14 milioni di euro ed un incremento degli oneri finanziari di 1,9 milioni di euro. L’impatto sull’utile netto è stato negativo per 1,3 milioni di euro.
In sede di prima applicazione il Gruppo ha valutato l’attività rappresentativa del diritto d’uso pari al valore dell’importo della passività del leasing.
Il Gruppo ha adottato l’IFRS 16 il 1° gennaio 2019 utilizzando il metodo dell’applicazione retroattiva modificata, in virtù del quale le informazioni comparative non sono state rideterminate.

Fonte: Gedi Gruppo Editoriale SpA

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