L’Aeop VdA ribatte alle accuse della Questura: «hanno posto un veto forzoso sull’attività della nostra associazione»

Scritto da aostapresse

28 Gennaio 2020 - 16:30
Marco Mirabello, presidente Aeop VdA

In una nota, Marco Mirabello, presidente della “Associazione europea operatori di polizia” della Valle d’Aosta, evidenzia che «la Questura della Valle d’Aosta, in particolare qualcuno di specifico con cui ho avuto diverbi verbali, ha voluto porre un veto forzoso sulla nostra “Associazione europea operatori polizia” millantando la nostra o la mia esercitazione di attività di pubblica sicurezza senza autorizzazioni in ambito delle manifestazioni. La nostra associazione opera dal 1995 in Italia per il quale ha avuto, da parte del Consiglio di Stato, l’autorizzazione a procedere con divise e fregi riportando il nome per esteso o abbreviato su di esse».

«All’interno della Questura, vi si aggira un personaggio tra i dirigenti della Polizia di Stato, che ha voluto tentare il tutto per tutto – continua il presidente della “Aeop VdA”  – millantando di avere ragioni proprie al fine di sequestrarci quanto in realtà autorizzato da organi dello Stato ben più in alto e importanti, con sentenze del TAR, circuendo il Pubblico ministero al fine di ottenere un decreto di perquisizione e sequestro per porre un controllo su quanto non gli era possibile gestire, ovvero la propagazione delle attività di volontariato della nostra associazione. Si precisa che quanto sequestrato mostra esclusivamente il logo della nostra associazione su magliette e pettorine, lampeggianti gialli di cui libera vendita e acquisto, il cui marchio è registrato, non sono state trovate palette per il quale appunto si affermava falsamente nelle notizie divulgate. Tutto il materiale era inscatolato all’interno della sede, non esposto o montato sui veicoli».

«Quanto è accaduto ha talmente tanto scosso i vertici della nostra associazione a Roma – sottolinea Mirabello –  che si è mossa l’avvocatura della Presidenza nazionale al fine di dimostrare ancora una volta gli abusi di potere esercitati dai Pubblici uffici regionali e talvolta provinciali. La nostra associazione viene chiamata ad operare dalle Amministrazioni locali e dalle associazioni, poiché in possesso di regolari requisiti come le assicurazioni, il “corso Safety” con i nominativi regolarmente segnalati in Prefettura che danno possibilità di affiancare la Pubblica sicurezza in ambito di manifestazioni (ex “circolare Gabrielli”, il capo della Polizia), corso “Sicurezza dei lavoratori”, corso di “Primo soccorso”, corso di “Trattamento psicologico in situazioni di emergenza”».

«Non solo abbiamo rispettato le normative – rimarca il presidente regionale della “Associazione europea operatori di polizia” – ma le abbiamo comunicate più volte agli organi di stampa promuovendo l’attività dell’Aeop sul territorio, compresa la Questura, quindi fa pensare come la volontà di fermarci sia ferrea a discapito della mia immagine, dove adesso pretendo le pubbliche scuse da parte della Questura. Sia ben chiaro che quanto indicato sui giornali e sulle televisioni non solo corrisponde a falsità (non per colpa delle Testate, ma per quanto vigliaccamente redatto nel comunicato della Questura), ma è anche un forte segnale che in Valle d’Aosta il volontariato non può essere svolto senza passare tra le grazie di chi opera nelle alte sfere».

«Tenuto conto della situazione – chiede quindi Marco Mirabello – richiederemo anche le dimissioni di chi opera all’interno degli uffici i quali sfruttano i mezzi della Polizia di Stato al fine di ottenere un proprio tornaconto personale, in quanto è un fatto gravissimo mentire con delle accuse infamanti all’Autorità giudiziaria al fine di porre un veto all’utilizzo di una denominazione autorizzata ma scomoda, oltre che denunciare un presidente per il gusto affermare la propria attività di comando. Preciso che non siamo assolutamente obbligati ad essere iscritti al registro regionale delle Organizzazioni di volontariato e promozione sociale (anche se questa condizione ci è necessaria per accedere al “5xMille”), al fine di operare presso le manifestazioni, in quanto tale affermazione oltre che essere falsa denota un intento volontario nel disinformare il cittadino sui requisiti per poter operare sul territorio».

«Devo tuttavia aggiungere che le Politiche sociali, pur avendo da noi ricevuto la richiesta di iscrizione al registro, fornendo a loro tutte le regolari documentazioni – conclude il presidente dell’Aeop VdA – tutt’oggi il Comitato tecnico non sta approvando volutamente l’adesione allo stesso, in quanto ci richiede prima l’ottenimento dei decreti prefettizi in ambito di “Gpgv – guardie particolari giurate volontarie” essendo indicate come attività possibili nel nostro Statuto. Astutamente è stato invece divulgato, che senza l’iscrizione regionale OdV non è possibile svolgere le attività della nostra associazione, peccato che la Questura ci impedisce l’approvazione del regolamento destinato alle guardie al fine di richiedere i suddetti decreti di polizia al Prefetto dicendo che dobbiamo essere iscritti al Registro regionale (come a vè stato detto), per poi farvi sapere che senza di essi non possiamo operare, peccato che le Politiche sociali ci impediscono l’iscrizione al Registro dicendo che senza i decreti (requisito falso) non possiamo ottenerla. Quindi vogliate comprendere la tecnica evasiva con la quale Questura e Regione ci impediscono di operare sul territorio, motivo per il quale la Procura della Repubblica dovrebbe aprire un’inchiesta per abuso d’ufficio, illogicità manifesta e discriminazione nei miei e nei confronti dell’associazione, oltre che altri capi di accusa che variano dall’aver ignorato volutamente le sentenze del TAR del Lazio».

«Da oggi, per far contento il soggetto dentro la Questura – chiosa, provocatoriamente, Marco Mirabello – andrò in giro con la maglietta “Sono un finto Poliziotto”, almeno questa denuncia avrà un senso».

Fonte: Marco Mirabello, presidente regionale “Aeop VdA”

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