La Corte dei Conti abbassa sensibilmente i risarcimenti chiesti per i finanziamenti al Casinò, confermando condanne ed assoluzioni

Scritto da Angelo G. Musumarra

30 Luglio 2021 - 23:50
Il Casino de la Vallée di Saint-Vincent

Scende da trenta a sedici milioni il risarcimento complessivo chiesto dalla Corte dei Conti ai diciotto tra consiglieri ed ex consiglieri regionali che, tra il 2012 ed 2015 avevano approvato il finanziamento di 139.965.096,56 euro al Casino de la Vallée di Saint-Vincent: la terza sezione giurisdizionale centrale d’Appello della Corte dei conti, nella sentenza pubblicata venerdì 30 luglio, ha confermato, decurtando i relativi risarcimenti, tutte le condanne di primo grado emesse il 25 ottobre 2018, comprese le assoluzioni: «il giudice di primo grado ha considerato quale danno risarcibile – si legge nelle 109 pagine della sentenza del Collegio presieduto da Luciano Calamaro – unicamente la quota di aumento di capitale pari a trenta milioni di euro, escludendo la quota di altri trenta milioni destinati al rimborso del finanziamento regionale del 2012, e, pertanto, richiamando le osservazioni in relazione al contributo causale di altri soggetti, il danno risarcibile da parte degli appellanti può essere ridotto e rideterminato in sedici milioni di euro».

I quattro finanziamenti alla società partecipata Casino de la Vallée SpA

Il Governo regionale, guidato allora da Augusto Rollandin, aveva deciso di erogare una serie di “soccorsi finanziari” alla Casa da gioco, a partire da quello del 20 luglio 2012 con un finanziamento di cinquanta milioni di euro liquidato tramite la “Cva” e poi un secondo, il 10 settembre 2013, per altri dieci milioni di euro. Il 23 ottobre 2014 il Consiglio Valle aveva poi approvato, a maggioranza, un aumento di capitale per sessanta milioni di euro, di cui trenta destinati al parziale rimborso del finanziamento del 2012 ed il 10 dicembre 2015 l’Esecutivo regionale aveva deliberato un terzo finanziamento di venti milioni di euro, al tasso dell’uno per cento, rideterminando anche il tasso dei due finanziamenti precedenti, facendolo scendere dall’originario sei per certo all’uno per cento.

Le contestazioni della Procura di Aosta della Corte dei conti

Per la Procura di Aosta della Corte dei Conti, le operazioni di finanziamento «sono state realizzate in evidente violazione del divieto, posto dalla disciplina comunitaria, di aiuti di Stato, nonché in contrasto con gli inderogabili precetti previsti dalla legislazione nazionale e da quella regionale, ignorando del tutto i fondamentali canoni dell’economicità, efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa a fronte di una crisi aziendale ritenuta irreversibile».
La responsabilità di componenti dell’allora Giunta regionale e Consiglio Valle era imputabile, da parte della Procura contabile, «a ciascuno di essi a titolo di dolo o, in via subordinata, di colpa grave e al coordinatore del Dipartimento bilancio, finanze e patrimonio della Regione, da imputarsi in via sussidiaria a titolo di colpa grave».
«Il pregiudizio patrimoniale era da considerare certo ed attuale perché il danno erariale contestato è sempre stato, e resta, quello consistente nella prevedibile mancata riuscita dell’operazione di rilancio della Casino de la Vallée SpA – ha poi ribadito la Procura – e quindi nel (parimenti) prevedibile disutile impiego delle risorse prese a mutuo. Se anche l’importo dei mutui fosse stato restituito alla Regione ma la società partecipata non avesse superato la situazione di crisi, i finanziamenti sarebbero stati da considerare, a tutti gli effetti, danno in ragione di una inutilità della spesa che nella situazione data era da considerarsi, secondo ragionevolezza, del tutto prevedibile. La situazione di crisi gestionale e finanziaria nella quale versava la società partecipata era nota agli amministratori regionali che si erano limitati a procrastinare i problemi, fornendo alla Casinò de la Vallèe SpA sempre nuova provvista finanziaria, in assenza di piani di effettivo rilancio. Il danno relativo ai tre finanziamenti effettuati negli anni 2012, 2013 e 2015 doveva essere considerato certo, attuale e concreto, contrariamente a quanto ritenuto dal giudice di primo grado».

La Corte dei conti evidenzia la «grave negligenza e trascuratezza» nella gestione della crisi del Casinò da parte del Consiglio Valle del 2014

Le nuove condanne di risarcimento

«Il giudice di primo grado ha ripartito il danno risarcibile fra i consiglieri regionali in misura differenziata in relazione al ruolo ed alle competenze istituzionali di ciascuno di essi – viene quindi evidenziato dai giudici della terza sezione giurisdizionale centrale d’Appello della Corte dei conti- il criterio seguito dalla Sezione giurisdizionale per la Valle d’Aosta appare ragionevole, tenuto conto delle maggiori informazioni e responsabilità che alcuni soggetti avevano in relazione all’incarico ricoperto, fatte salve le diverse valutazioni inerenti al ruolo di alcuni consiglieri».
Come nella sentenza di primo grado sono Augusto Rollandin, ex presidente della Regione ed attuale consigliere regionale di “Pour l’Autonomie”, Mauro Baccega, ex assessore regionale e collega di gruppo di Rollandin in Consiglio Valle ed Ego Perron, ex assessore regionale, ad essere condannati al risarcimento maggiore, vale a dire due milioni e 400mila euro ciascuno (il quindici per cento del totale del danno complessivo), rispetto ai quattro milioni e 500mila euro del settembre 2018 «in ragione del peculiare ruolo ricoperto e della conoscenza specifica della situazione della società controllata».
Aurelio Marguerettaz, ex assessore regionale ed attuale consigliere regionale dell’Union Valdôtaine e Marco Viérin, ex presidente del Consiglio Valle, che in primo grado erano stati condannati al pagamento di un risarcimento di tre milioni di euro, dovranno invece pagare 586.666 euro. In particolare, per Marco Viérin, condannato in primo grado a risarcire il danno per tre milioni di euro “in base al presupposto che fosse “presidente della Giunta all’atto della deliberazione di aumento di capitale del 2014” – si legge nella sentenza – in realtà, Marco Viérin non avrebbe ricoperto la carica di presidente della Giunta regionale ma quella di presidente del Consiglio regionale e, quindi, la sua posizione avrebbe dovuto essere assimilata a quella degli altri consiglieri regionali, non avendo avuto alcun ruolo particolare nella predisposizione della delibera». Analogamente «deve rilevarsi che Aurelio Marguerettaz era un Consigliere regionale al quale non erano affidati compiti diversi e peculiari rispetto a quelli degli altri componenti dell’organo consiliare – spiegano i giudici – risulta ingiustificata, quindi, l’attribuzione di una quota diversa e maggiore di responsabilità rispetto a quella degli altri consiglieri, non assumendo alcun rilievo pregiudizievole la circostanza, richiamata dalla sentenza impugnata, che anche in precedente mandato aveva fatto parte del Consiglio regionale».

586.666 euro x 15 = (quasi) 8.800.000 euro

La somma di 586.666 euro è stata calcolata, come «rimanente parte del danno, pari al 55 per cento del totale, per un ammontare complessivo di euro 8.800.000» che «deve essere suddiviso in parti eguali fra i consiglieri regionali che hanno espresso voto favorevole alla deliberazione di aumento del capitale numero 823, in data 23 ottobre 2014» nei confronti di Viérin, Marguerettaz e degli altri tredici condannati, ai quali, originariamente era stato chiesto di pagare 807.000 euro. Per tutti i condannati è stata anche disposta «la conversione in pignoramento del sequestro conservativo di cui all’ordinanza della Sezione giurisdizionale per la Valle d’Aosta numero 2 del 24 aprile 2018, nei limiti della condanna risultante dalla presente sentenza».
Dal marzo 2018 infatti, gli agenti del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Aosta, avevano proceduto ai sequestri conservativi nei confronti dei ventuno membri della Giunta e del Consiglio Valle coinvolti dalla vicenda, partendo da “un quinto della quota relativa a stipendi, pensioni e vitalizi maturati presso datori di lavoro ed Enti pubblici”, su “151 tra immobili e terreni sequestrati presso le conservatorie dei registri immobiliari in Valle d’Aosta e nelle province di Sassari, Savona e Alessandria per un valore catastale di 6.600.000 euro, corrispondente valore di mercato di circa venti milioni di euro” e di “81 tra conti correnti, conto titoli e altre forme di investimento sequestrati dagli Ufficiali giudiziari presso 31 istituti di credito, società di gestione del risparmio e società fiduciarie”.

Tra i consiglieri regionali eletti sono stati quindi condannati gli ex presidenti della Regione Pierluigi Marquis, della Stella Alpina, e Renzo Testolin dell’Union Valdôtaine e l’ex assessore regionale Claudio Restano, del gruppo Vallée d’Aoste Unie, mentre tra i non eletti ci sono l’ex presidente della Regione Antonio Fosson, gli ex presidenti del Consiglio ed ex assessori regionali Joël Farcoz ed Emily Rini, gli ex assessori regionali Luca Bianchi, Stefano Borrello, Giuseppe Isabellon e Leonardo La Torre e gli ex consiglieri regionali David Follien, André Lanièce e Marilena Péaquin.
Sono state anche confermate le assoluzioni per il dirigente regionale dell’assessorato alle finanze Peter Bieler, per l’attuale senatore Albert Lanièce e gli ex consiglieri regionali Raimondo Donzel e Ennio Pastoret, che avevano fatto parte delle Giunte che avevano approvato i vari finanziamenti.

Cosa prevede la normativa per i sei eletti in Consiglio Valle

I sei consiglieri regionali condannati al risarcimento, Baccega, Marguerettaz, Marquis, Restano, Rollandin e Testolin, se vorranno mantenere il seggio in piazza Deffeyes, dovranno rimborsare il danno erariale in tempi brevi, in quanto, sulla base della legge regionale numero 20 del 7 agosto 2007, che dispone la “Disciplina delle cause di ineleggibilità e di incompatibilità con la carica di consigliere regionale, ai sensi dell’articolo 15, comma secondo, dello Statuto speciale”, l’articolo 5, che definisce le “cause di incompatibilità con la carica di consigliere regionale”, al comma q) indica che “non sono compatibili con la carica di consigliere regionale coloro che, per fatti compiuti allorché erano amministratori o dipendenti della Regione, sono stati, con sentenza passata in giudicato, dichiarati responsabili verso la Regione e non hanno ancora estinto il debito”.
I tempi per versare i risarcimenti sono piuttosto stretti: “quando vi siano fondati motivi per ritenere che una causa di ineleggibilità o di incompatibilità sia sopravvenuta all’elezione – si legge nel comma 5 dell’articolo 8 della legge 20/2007 – il presidente del Consiglio regionale, entro dieci giorni dalla data di accertamento della causa di ineleggibilità o di incompatibilità sopravvenuta, ne dà contestazione all’interessato con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno e con invito a presentare eventuali controdeduzioni e a rimuovere le cause di ineleggibilità o di incompatibilità sopravvenute o ad effettuare l’opzione tra la carica consiliare e la carica o l’ufficio incompatibile ricoperto, entro dieci giorni dalla data di ricevimento della contestazione”.
“Qualora il consigliere non provveda alla rimozione della causa di ineleggibilità o di incompatibilità sopravvenuta – continua la legge, al comma 6 – il Consiglio, entro i dieci giorni successivi alla scadenza del termine di cui al comma 5, delibera definitivamente e, ove ritenga sussistente la causa di ineleggibilità o di incompatibilità sopravvenuta, lo dichiara decaduto. La deliberazione deve essere, nel giorno successivo, depositata nella segreteria del Consiglio e notificata, entro cinque giorni successivi alla data di adozione, a colui che sia stato dichiarato decaduto. Il seggio vacante è attribuito al candidato che nella medesima lista segue immediatamente, quanto a voti di preferenza ottenuti, l’ultimo eletto”.

Gli eventuali sostituti

Per quanto riguarda la lista “Pour l’Autonomie”, ad Augusto Rollandin, che aveva riportato 1.085 preferenze, potrebbe subentrare di nuovo Gian Carlo Stevenin, già sindaco di Perloz, che aveva raccolto 265 voti, dopo la supplenza effettuata dal 20 ottobre al 6 novembre scorsi, ad inizio Legislatura, mentre Mauro Baccega potrebbe essere sostituito da Giovanni Aloisi, già consigliere regionale dal giugno 1993 al giugno 1998 e dal giugno 2001 al luglio 2003.
I due primi esclusi della lista dell’Union Valdôtaine, che eventualmente potrebbero prendere il posto di Renzo Testolin, che aveva riportato 1.393 voti, e di Aurelio Marguerettaz, che aveva raccolto 505 preferenze, sono Cristina Machet, attuale presidente del “mouvement”, con 409 voti, che in caso di ingresso in Consiglio Valle dovrebbe lasciare l’incarico nel partito, ed il consulente agricolo Diego Bovard, che aveva ottenuto 395 preferenze.
L’eventuale sostituzione di Pierluigi Marquis, ultimo eletto, con 498 voti, della lista di Alliance Valdôtaine – Stella Alpina – Italia Viva, potrebbe far rientrare in Consiglio Valle Luisa Trione, prima esclusa con 410 preferenze, che aveva debuttato in Consiglio Valle il 20 dicembre 2019 in sostituzione del dimissionario Stefano Borrello.
Infine, l’ex consigliere regionale Jean-Claude Daudry, primo escluso della lista di Vallée d’Aoste Unie con 502 voti, lo stesso identico numero di preferenze dell’ex assessore Elso Gerandin, ma davanti a lui nell’ordine di lista, potrebbe sostituire Claudio Restano, terzo eletto di Vallée d’Aoste Unie con 541 preferenze.

Fonti: sentenza n.350/2021 della Corte dei conti, Consiglio regionale della Valle d’Aosta, Regione autonoma Valle d’Aosta.

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La Corte dei conti evidenzia la «grave negligenza e trascuratezza» nella gestione della crisi del Casinò da parte del Consiglio Valle del 2014

Nelle 109 pagine della sentenza che conferma condanne ed assoluzioni, pur riducendole per l’aumento di capitale da sessanta milioni di euro alla Casino de la Vallée, deliberato dal Consiglio Valle il 23 ottobre 2014, la terza sezione giurisdizionale centrale d’Appello della Corte dei conti, ha confermato, fondamentalmente, le tesi della Procura contabile di Aosta, che in fase di appello, aveva chiesto risarcimenti più consistenti, dagli oltre quattordici milioni di euro da parte di Aurelio Marguerettaz, attuale consigliere regionale, ai quasi tredici milioni di euro per l’ex presidente della Regione Augusto Rollandin, anche lui rieletto in Consiglio Valle.

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