«Oggi è stato approvato, all’unanimità, in II Commissione il progetto di legge sulle misure anticrisi (25 milioni di euro) che sarà discusso in Consiglio regionale venerdì mattina – scrive su “Facebook”, nella serata di mercoledì 15 aprile, Pierluigi Marquis, consigliere regionale della Stella Alpina, presidente della II Commissione permanente e primo firmatario della proposta di legge – è grande la soddisfazione per essere riusciti, tutti insieme, con un approccio costruttivo e responsabile a mantenere la parola data, rispettando i tempi stabiliti per definire la proposta. Ora, giacché la comunità attende il sostegno regionale si deve procedere, con la tempestività sin qui mostrata, ad approvare la legge e fare arrivare le risorse sui conti correnti di imprese e cittadini».
L’ottimismo di Marquis, spalleggiato sul “social network” dall’ex collega Dario Comé, viene però smorzato da Luana Di Francesco, “imprenditrice da trent’anni” che opera nella “consulenza e formazione aziendale sportiva life”, creatrice del “Gruppo Partite Iva della Valle d’Aosta” che ha definito la proposta di legge «una vera delusione, stanno sbagliando e nemmeno se ne accorgono… ma d’altronde chi di loro ha un attività…..?».
«Il fondo perduto è un regalo? No, è un investimento! – spiega quindi la Di Francesco, direttamente sotto il post di Marquis – prendiamo atto delle decisioni che il Consiglio regionale intende adottare, osservando tuttavia che si tratta di palliativi ed in ogni caso di misure che in sostanza si riducono a prestiti e garanzie per favorire l’indebitamento. E’ un primo passo che però lascia intendere che la gravità del problema non è stata compresa appieno. Il risarcimento o indennizzo per i danni subiti dalle imprese, di cui si fa portavoce il gruppo, resta l’idea base da seguire per incidere sulla futura manovra di bilancio regionale che dovrà essere anticipata il più possibile».
«Il 25 marzo sul “Financial Time” – cita Luana Di Francesco – con l’autorevolezza ed il prestigio di una carriera irripetibile, queste idee erano già state illustrate al mondo dell’economia da parte di Mario Draghi. Siamo in piena recessione mondiale, come si verificò nel 1929 anno della grande depressione. Occorrono misure straordinarie adeguate ai tempi. Non si può gestire una crisi di tale impatto giocando a dividere le categorie tra impiegati pubblici ed imprese perché sarebbe un approccio perdente; gli effetti di un simile atteggiamento miope, verso le Partite Iva, finirebbe per ripercuotersi anche sul pubblico impiego. Siamo tutti sulla stessa barca, dunque, e pertanto dobbiamo essere necessariamente alleati».
«L’approccio keynesiano di Roosevelt è stato condiviso, sui quotidiani, dal ministro del Tesoro del primo Governo Conte, Giovanni Tria – continua la fondatrice del “Gruppo Partite Iva della Valle d’Aosta” – il quale afferma: “oltre a concedere piene garanzie pubbliche perché le imprese possano accedere senza indugi al credito bancario, lo Stato dovrebbe decidere un intervento di compensazione a fondo perduto commisurato alla flessione del valore aggiunto fra il 2019 e l’anno in corso”. In altre parole, lo Stato dovrebbe coprire di tasca sua le perdite economiche dovute al virus, contando sul fatto che metà dei fondi tornerebbe indietro sotto forma di tasse, prelievi e contributi, mentre il resto finirebbe comunque a pagare costi, stipendi e materie prime. Questo è parlare chiaro».
La Di Francesco sottolinea quindi che «a tale proposta fatta da grandi economisti solo i conigli mannari da tastiera hanno opposto qualche inconsistente obiezione. Gente che semina odio sociale dividendo i buoni (chi paga le tasse in periodo di crisi) ed i cattivi (chi non riesce a causa della pandemia, come se fosse una colpa) o, ancora peggio, dividendo i lavoratori dalle imprese come se il tutto non dovesse tenersi unito. Una politica di indennizzo a fondo perduto dei danni delle imprese e partite Iva non è giustificata, quindi, solo da ragioni di equità bensì da una vera e propria convenienza economica da parte dello Stato. Costa meno aiutare oggi e tassare domani attività in ripresa economica che far fallire tutti oggi e trovarsi una quindicina di milioni di nuovi poveri da gestire domani».
«Solo gli ottusi non ci arrivano – insiste l’imprenditrice aostana – e specialmente quelli che si definiscono persone talmente rette da pronunciare i soliti luoghi comuni sulle partite Iva. Non sono retti bensì “ottusangoli”. Quindi lo Stato non regalerebbe i soldi con le erogazioni a fondo perduto ma li investirebbe tenendo in piedi le imprese e nel contempo favorirebbe l’unione tra capitale umano con quello imprenditoriale. Del resto stiamo andando verso una caduta del Pil del 9% e chi ragiona diversamente o è uno sprovveduto oppure, e sarebbe più grave, al soldo di qualche potenza straniera interessata ad acquistare il meglio dell’Italia a prezzi di saldo».
«Non basta dunque garantire l’accesso la credito, come si sta facendo ora, anche se si tratta di una misura complementare e necessaria – ribadisce Luana Di Francesco – non si può solo dire “adesso indebitatevi”. Bisogna fornire una prospettiva di futuro. E per favore, almeno per il momento, risparmiateci le amenità stile “bollino blu”. Abbiate rispetto per chi ha sempre lavorato senza alcuna garanzia se non il proprio impegno e sudore senza ferie ed orari. Bisogna invece agire in fretta collegando la manovra dell’erogazione a fondo perduto con una radicale rinvio delle tasse, connesse alle attività produttive, per almeno un anno. Abbiamo bisogno in tempi straordinari che vengano prese decisioni politiche straordinarie».
Fonte: profilo “Facebook” di Pierluigi Marquis