«E’ doveroso ribadire con forza che l’Azienda prosegue la propria attività, come è chiamata a fare, nel rispetto delle normative emanate, soprattutto a beneficio dei propri inquilini, che per definizione appartengono già a uno strato sociale più fragile». Inizia così una nota di Paolo Varetti, presidente dell’Arer, l’agenzia regionale per l’edilizia residenziale pubblica, in merito all’invio di una lettera in cui chiede agli assegnatari degli alloggi “popolari”, l’aggiornamento della propria situazione economica.
«L’aggiornamento dei canoni a luglio infatti non è un aumento su tutti gli affitti – precisa Varetti – ma un giusto allineamento del canone all’Ise dell’anno in corso. Se l’Ise è più basso, come per tante famiglie che hanno perso il lavoro, il canone diminuisce. Poiché dal 1° luglio 2018 l’affitto delle case popolari si calcola anche in base all’Ise, l’articolo 37 della Legge regionale 3/2013 prevede che chi non presenta l’Ise debba pagare l’affitto massimo previsto per quell’alloggio, pari al 150% del valore al metro quadro di superficie definito dall’Omi, abbattuto dal coefficiente di vetustà del fabbricato e chi è già in fascia massima, per esempio, anche se non presenta l’Ise non ha maggiorazioni».
«Non esiste una maggiorazione del 300% del canone, e non pare opportuno diffondere tali errate notizie creando inutili allarmismi – sottolinea ancora il presidente dell’Arer – pare appropriato inoltre precisare che non si tratta di sanzione, tantomeno vergognosa, ma semplicemente della mancanza di un dato, il valore Ise, che darebbe luogo ad una riduzione dell’affitto calcolato. Non potendo tale riduzione essere applicata, non si saprebbe di quanto, l’affitto viene lasciato nella fascia massima. Detto questo la burocrazia c’entra ben poco: la DGR n.1794 del 23 dicembre 2016 impone la data del primo luglio per l’aggiornamento dei canoni, e non è certo l’Arer, Ente strumentale della Regione, che può decidere diversamente».
«Del resto, gli inquilini ne sono più che consapevoli, poiché ricevono questa lettera tutti gli anni – ribadisce Paolo Varetti – la richiesta della lettera dunque si fonda sul rispetto della normativa, nella speranza che si possa tornare quanto prima alla normalità, e proprio nell’ottica di non recare ulteriori aggravi ad una situazione già complicata. Purtroppo al momento, come tutti sappiamo, non è possibile andare da nessuna parte, sia gli uffici dell’Arer che i patronati sono chiusi, né è possibile uscire di casa per redigere tali documenti, ma le lettere erano partite prima della totale chiusura. Ad oggi tuttavia il termine di scadenza, fissato per il 15 maggio, è stato sospeso in seguito ad una nota della Regione pervenuta in data 27 marzo 2020, e non appena la Regione emanerà l’eventuale deroga alla vigente normativa, verrà tempestivamente comunicato il nuovo termine».
«Spiace solo constatare – conclude l’architetto Varetti – che anche in momenti di particolari difficoltà e di incertezze, pur a seguito dell’applicazione delle leggi e delle normali prassi da parte di chi ha l’obbligo di farlo, qualcuno, magari per interessi elettorali, abbia il piacere di far soffiare il “venticello” dell’inutile polemica e che alcuni giornalisti, che prima di pubblicare dovrebbero approfondire la fondatezza dei fatti, agevolino tali poco apprezzabili intenti».
«È quantomeno intempestiva la lettera che oggi gli assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica hanno ricevuto – aveva scritto martedì 24 marzo, su “Facebook”, Luca Girasole, assessore alle politiche sociali del Comune di Aosta, che ha anche la delega all’edilizia residenziale pubblica – una lettera con la quale l’Arer VdA chiede a tutti loro di produrre l’attestazione Isee ed altri documenti entro e non oltre il 15 maggio 2020, pena l’applicazione di una maggiorazione del 300% del canone d’affitto. Credo (e lo spero vivamente!!!) che questa lettera datata 9 marzo sia arrivata solamente oggi, per meri “disguidi” postali. In ogni caso volevo comunicare a tutti che come assessore comunale all’edilizia residenziale pubblica ho provveduto a segnalare al presidente della Regione e ad Arer l’intempestività di questa comunicazione».
«Mi sento quindi di invitare tutti a non uscire di casa ed a non precipitarsi ai patronati, all’Arer o in altri uffici per farsi fare l’attestazione Isee – ha concluso Girasole – Ci sarà tempo per farlo! Ora è importante rimanere a casa! Ho invitato quindi la Regione e Arer a posticipare a fine anno la data per la presentazione di tale documentazione ed ho consigliato loro di darne comunicazione affinché si evitino “uscite di casa” inutili».
Fonti: Arer Valle d’Aosta e pagina “Facebook” di Luca Girasole