In apertura della riunione del Consiglio Valle di mercoledì 24 marzo, Renzo Testolin, consigliere regionale dell’Union Valdôtaine, ex presidente Regione facente funzione dal 16 dicembre 2019 al 19 ottobre 2020, ha annunciato di aver ricevuto l’avviso di garanzia e di fine indagini preliminari relativa all’inchiesta “Egomnia”, per il reato di scambio elettorale politico-mafioso in concorso: «nel rispetto della massima trasparenza che l’appartenere a questa assise esige – ha dichiarato – considero indispensabile comunicare ufficialmente a quest’Aula che nel pomeriggio del 13 marzo mi è stata notificata l’informazione di garanzia e l’avviso di fine indagini preliminari per reati di cui agli articoli 110 e 416 ter e 416 ter commi 1 e 2 del codice penale. Al ricevimento degli stessi ho immediatamente provveduto a comunicare il fatto sia al presidente del Consiglio che al presidente della Regione e ho altresì provveduto alla nomina dei legali di fiducia che mi assisteranno nelle opportune sedi per affrontare il percorso che questo tipo di situazioni comporta, al fine di dimostrare la mia estraneità ai fatti contestatimi».
«In questi ultimi giorni ci sono state polemiche sul perché la Lega sia stata in silenzio rispetto alla notizia di avviso di conclusione delle indagini ricevuto dal consigliere Testolin – ha ribattuto la consigliera regionale Nicoletta Spelgatti – c’è un perché non abbiamo fatto comunicati: tutto quello che doveva essere detto è già stato detto a suo tempo, e quest’ultimo fatto è soltanto l’ulteriore sviluppo di un procedimento di cui si è parlato tantissimo nella scorsa Legislatura. Le responsabilità penali dei singoli non spetta a noi giudicarle: ognuno risponde davanti allo Stato, davanti alla sua coscienza e davanti a Dio, ma non spetta a noi ergerci a giudici rispetto alle responsabilità penali dei singoli. Dall’inizio delle nostre battaglie, noi abbiamo sempre denunciato la presenza della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta e lo scambio di voti: secondo noi le persone devono essere votate per i loro programmi e le loro idee, guardando al bene collettivo della Valle d’Aosta. Che la ‘ndrangheta avesse viziato le elezioni del 2018 e avesse portato voti distribuendoli all’interno delle liste non c’erano dubbi: noi, nella scorsa Legislatura, abbiamo fortemente voluto e abbiamo ottenuto che si tornasse a elezioni perché secondo noi questo Consiglio non era legittimamente eletto perché votato con i voti della ‘ndrangheta. Abbiamo anche rifiutato la proposta di tornare al Governo pur di tornare al voto, e abbiamo rifiutato senza “se” e senza “ma”: la Valle d’Aosta ha diritto ad avere elezioni pulite e non ci deve essere l’ombra della ‘ndrangheta sul Consiglio regionale».
Fonte: Ufficio stampa Consiglio regionale della Valle d’Aosta