Roberto Cognetta racconta il suo “metodo” per il taglio degli stipendi dei consiglieri: «io non ho le braccine corte, ma Minelli & Bertin hanno la lingua biforcuta»

Scritto da aostapresse

20 Aprile 2020 - 18:50
Roberto Cognetta durante il messaggio

«Il duo Minelli & Bertin è entrato in regione con una lista “civica”, espressione della società “civile” e sono i due consiglieri che hanno permesso nel dicembre 2018 il ribaltone in Regione, alleandosi con alcuni esponenti in odore di ‘ndrangheta – ha scritto, su “Facebook”, nel pomeriggio di domenica 19 aprile, Roberto Cognetta, consigliere regionale di “VdAlibra” – adesso i paladini dell’antimafia e del taglio agli stipendi, che non si sono mai fatti mancare nulla fino a oggi, propongono un emendamento truffa che prevede il taglio del venti per cento dell’indennità di carica ed il trenta per cento dell’indennità di funzione».

Cognetta è tornato sulla questione dopo che il Consiglio Valle, nella seduta straordinaria, urgente e telematica di venerdì 17 aprile, ha bocciato, alle ore 22.31, l’emendamento numero 3 proposto dai due consiglieri regionali di “Rete Civica” che doveva sostituire l’articolo 13 della proposta di legge che dispone le ulteriori misure a favore di famiglie ed imprese per la crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria da “covid’-19”.

“L’indennità di carica e la diaria mensile – recitava l’emendamento respinto con 28 astensioni (hanno votato a favore sette consiglieri, oltre ai due proponenti anche Patrizia Morelli di Alliance Valdôtaine, Manuela Nasso, Maria Luisa Russo e Luigi Vesan del “Movimento 5 Stelle” e Daria Pulz di “Adu-VdA”) – di cui agli articoli 2 e 6 della legge regionale 21 agosto 1995, numero 33 (Norme sulle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta e sulla previdenza dei consiglieri regionali), sono ridotte del venti per cento; le indennità di funzione, di cui all’articolo 5 della legge regionale 33/1995, sono ridotte del trenta per cento; i contributi finanziari per il funzionamento dei Gruppi consiliari, di cui all’articolo 4 della legge regionale 17 marzo 1986, numero 6 (Funzionamento dei Gruppi consiliari), non sono erogati. La riduzione dell’indennità di carica, di cui al comma 1, lettera a), si applica anche nel calcolo dell’assegno spettante, ai sensi dell’articolo 26 della legge regionale 33/1995, ai consiglieri regionali sospesi dalla carica”.
“Le disposizioni di cui al presente articolo – hanno scritto ancora Bertin e la Minelli – si applicano per dodici mesi a decorrere dal mese successivo all’entrata in vigore della presente legge. Le conseguenti economie di spesa, stimate in circa un milione di euro, sono destinate al finanziamento degli interventi di cui alla presente legge. Le economie di spesa, a valere sugli stanziamenti del bilancio del Consiglio, derivanti dall’applicazione del presente articolo sono determinate in euro 683.971,20 per l’anno 2020 e euro 341.985,60 euro per l’anno 2021”.

Ad ogni singolo consigliere regionale, sulla base della normativa vigente, viene attribuita l’indennità di carica di 5.185 euro lordi mensili a cui si aggiunge quella di funzione che, sia per il presidente del Consiglio sia per il presidente della Regione, è di 5.730 euro lordi mensili a cui viene sommata, per il presidente della Regione, anche la somma di 520 euro al mese per l’espletamento delle funzioni prefettizie.
Agli assessori regionali viene assegnata un’indennità di funzione di 4.011 euro lordi mensili, mentre ai vice presidenti del Consiglio Valle arriva un’indennità di 1.719 euro lordi mensili che scende ad 859 euro per i presidenti di Commissione ed i segretari dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
A tutti i consiglieri regionali, senza distinzione di carica, spetta anche la diaria “quale rimborso forfetario mensile per le spese inerenti all’esercizio del mandato” pari a 2.686 euro mensili, che diventano 32.232 euro l’anno.
La normativa regionale prevede che i consiglieri regionali “possono rinunciare all’indennità di carica e all’indennità di funzione ovvero indicare un importo delle stesse inferiore a quello previsto” inviando una “apposita dichiarazione da trasmettere alla Presidenza del Consiglio regionale”.
“Le economie conseguenti alla rinuncia o alla riduzione – precisa ancora la legge – sono destinate all’incremento del fondo per il contrasto alla povertà e per il sostegno all’economia locale”.

Sulla base dei dati pubblicati sul sito Internet del Consiglio Valle risulta che, nel 2019, il compenso maggiore è andato alla presidente Emily Rini , alla quale sono stati attribuiti 163.212 euro (130.980 euro di indennità di carica e funzione + 32.232 euro di diaria) che nel 2019 aveva presentato una dichiarazione dei redditi che faceva segnare 103.333 euro complessivi, relativa al 2018, seguita dall’ex presidente della Regione, Antonio Fosson, dimessosi da entrambi gli incarichi amministrativi il 16 dicembre 2019, con 162.62,19 euro (131.883,66 euro + 30.978,53 euro) per un reddito di 169.250 euro e quindi, a pari merito, i cinque assessori “superstiti” della sua Giunta, tutti con uno stipendio lordo di 142.584 euro (110.352 euro + 32.232 euro): nel 2019 Mauro Baccega, assessore regionale alla sanità, aveva dichiarato redditi per 82.822 euro, Luigi Bertschy, assessore regionale agli affari europei, per 79.358 euro, Chantal Certan, assessore regionale all’istruzione, per 74.449 euro, Albert Chatrian, assessore regionale all’ambiente, per 87.695 euro e Renzo Testolin, attuale presidente della Regione, originariamente assessore regionale al bilancio, per 76.896 euro.

Seguono Stefano Borrello, ex assessore regionale ai lavori pubblici, che l’anno precedente aveva dichiarato 78.109 euro di reddito complessivo, e Laurent Viérin, ex assessore regionale all’agricoltura, turismo, commercio e beni culturali, con un reddito di 101.915 euro nel 2018, che hanno lasciato l’incarico il 16 dicembre 2019, entrambi ricevendo un compenso lordo di 137.039,06 euro (106.060,53 euro + 30.978,53 euro).
Quindi Luca Distort, vice presidente del Consiglio Valle, con 115.080 euro di compenso lordo (82.848 euro + 32.232 euro) ed un reddito di 46.985 euro l’anno precedente, il collega Joël Farcoz con 109.808,40 euro (77.576,40 euro + 32.232 euro) e 87.712 euro di reddito, e Pierluigi Marquis, presidente della seconda Commissione consiliare, con 104.760 euro (72.528 euro + 32.232 euro) e 68.719 euro di reddito, insieme, con il medesimo compenso, a Patrizia Morelli, presidente della prima Commissione consiliare (72.643 euro di reddito) e ad Alessandro Nogara, presidente della quarta Commissione consiliare (80.884 euro di reddito).

Negli “over 100mila” ci sono anche Luca Bianchi, ex presidente della quinta Commissione, dimessosi anche lui il 16 dicembre 2019, che ha ricevuto globalmente, nel 2019, dal Consiglio Valle, 100.685,99 euro (69.707,46 euro + 30.978,53 euro), dichiarando, per il 2018, 75.551 euro, e Jean-Claude Daudry, consigliere segretario, al quale sono andati 100.150,03 euro (67.918,03 euro + 32.232 euro), con un reddito di 32.725 euro mentre il primo con lo stipendio a cinque cifre è Claudio Restano, ex assessore regionale al turismo, con 99.061,97 euro (66.829,97 euro + 32.232 euro) e 79.695 euro di reddito.

Seguono, con il medesimo compenso di 94.452 euro (62.220 euro di indennità + 32.232 euro di diaria), Stefano Aggravi, ex assessore regionale alle finanze, con con 73.792 euro di reddito complessivo, Stefano Ferrero (61.809 euro), Elso Gerandin, ex assessore regionale all’agricoltura, (112.871 euro), Roberto Luboz (54.824 euro), Diego Lucianaz (42.701 euro), Andrea Manfrin (44.616 euro), Luciano Mossa (50.696 euro), Manuela Nasso (44.312 euro), Maria Luisa Russo (31.537 euro), Paolo Sammaritani (125.436 euro), Nicoletta Spelgatti, ex presidente della Regione (che ha presentato in ritardo la documentazione della propria anagrafe patrimoniale dichiarando 75.031 euro di reddito) e Luigi Vesan, consigliere segretario (46.848 euro).

Il primo dei supplenti, entrato in Consiglio Valle il 6 marzo 2019 come sostituto di Marco Sorbara, e poi “effettivo” dal 20 dicembre 2019 dopo le dimissioni di Luca Bianchi, è Giovanni “Jean” Barocco, a cui nel 2019 è stato attribuito un compenso lordo di 85.673,19 euro (59.260,86 euro + 26.412,33 euro) e che nel 2018 aveva dichiarato un reddito complessivo di 45.696 euro. Alberto Bertin, così come la collega di movimento Chiara Minelli ed l’ex compagna di partito Daria Pulz, percepiscono uno stipendio lordo annuale di 88.632 euro (56.400 euro + 32.232 euro) essendoselo “tagliato” di 5.820 euro, pari al 6,57 per cento lordo dall’inizio della legislatura. Bertin ha dichiarato, nel 2019, 55.662 euro di reddito complessivo, la Minelli 88.632 euro e la Pulz 47.691 euro.

Roberto Cognetta ha quindi percepito, nel 2019, 63.432 euro (31.200 euro + 32.232 euro), lasciando al Consiglio Valle 63.252 euro e dichiarando 30.108 euro di redditi relativi al 2018, risultando il consigliere regionale “regolare” che ha effettivamente percepito lo stipendio più basso.
Dietro di lui l’ex presidente della Regione Augusto Rollandin, sospeso dal 7 maggio 2019, a cui sono andati 58.551,30 euro (47.270,10 euro + 11.281,20 euro) e che nel 2019 aveva dichiarato, per l’anno precedente, redditi complessivi per 144.371 euro; Marco Sorbara, sospeso da 23 gennaio 2019, con un compenso lordo di 35.610,82 euro (33.641,09 euro + 1.969,73 euro) che non ha presentato la sua anagrafe patrimoniale, e Flavio Peinetti, supplente di Rollandin, che ha incassato solo la diaria di 20.950,80 euro, avendo scelto di mantenere lo stipendio base per il suo ruolo di dirigente dell’Azienda Usl, senza effettuare la libera professione, e che, nel 2019, ha dichiarato redditi per 163.549 euro.
Erik Lavevaz, Alessia Favre, Carlo Marzi e Luisa Trione, entrati in Consiglio Valle il 20 dicembre 2019, non sono presenti nell’elenco dei compensi annuali del 2019 dei consiglieri regionali.

C’è da precisare che i quattro consiglieri regionali del “Movimento 5 Stelle”, Luciano Mossa, Manuela Nasso, Maria Luisa Russo e Luigi Vesan, come da disposizioni del partito politico, pur facendo figurare nel cedolino sia i 5.185 euro lordi mensili di indennità di carica sia i 2.686 euro di diaria, trattengono per loro uno stipendio di 2.700 euro oltre che i rimborsi spese, variabili da mese a mese: «da inizio legislatura abbiamo sempre rinunciato mensilmente ad una parte di stipendio che abbiamo versato su un conto volto ad acquistare beni per la popolazione valdostana – hanno precisato in una nota – con tale denaro abbiamo finora acquistato un ecotomografo per il reparto di pediatria, un defibrillatore con la sua teca per il Comune di Avise e materiale didattico per diverse Istituzioni scolastiche, oltre a finanziare il fondo regionale per la povertà».
Il defribrillatore per il Comune di Avise, acquistato il 1° aprile 2019, è costato 1.545,74 euro, per l’ecotomografo donato all’Azienda Usl della Valle d’Aosta, il 12 giugno 2019, sono stati spesi 41.480 euro mentre le tre “lim – lavagne interattive multimediali” donate il 16 settembre 2019 al Liceo “Maria Adelaide” di Aosta sono costate 6.562,38 euro. Il 25 settembre sono stati anche acquistati la teca ed il pannello per il defibrillatore, al costo rispettivamente di 1.963,32 e 221,70 euro e rimangono, secondo quanto riporta il sito “tirendiconto.it” del “Movimento 5 Stelle”, 74.652,63 euro di “residuo da destinare”.
«A fronte della grave crisi sanitaria che sta attraversando la nostra Regione – si legge ancora nel comunicato del Gruppo consiliare del “Movimento 5 Stelle” – i portavoce regionali hanno deciso di donare all’Azienda Usl della Valle d’Aosta 60mila euro destinati a fronteggiare l’emergenza coronavirus affinché vengano acquistati i dispositivi necessari per il personale Usl e i pazienti ricoverati».

«Normalmente non rispondo alle cose che ci sono scritte sui giornali – aveva dichiarato, Roberto Cognetta, su “Facebook”, nella serata di giovedì 16 aprile – perché normalmente penso che lavorare sia molto più utile che fare discorsi inutili via web, ma stavolta un discorso ci sta proprio. Ci sono due colleghi, esattamente Minelli e Bertin che hanno detto che io ho votato contro a un loro meraviglioso emendamento che tagliava del venti per cento l’emolumento degli stipendi regionali perché ho le braccine corte, come a dire che sono un tirchio. Io non ho votato quell’emendamento, e i signori Minelli e Bertin erano presenti all’interno della Commissioni e quindi lo hanno ascoltato, perché è troppo poco quello che hanno proposto, io mi taglio il cinquanta per cento, da sempre!»

«Non c’è bisogno di loro che arrivano oggi per far vedere quanto sono fighi – ha aggiunto – loro le braccine corte le hanno sempre avute, si sono sempre intascati tutto quello che volevano, zitti e contenti. Adesso vengono a fare i fighi sui giornali, mi hanno un po’ stancato, mi avete un po’ stancato tutti, io mi taglio lo stipendio dal 2013. Io ho lasciato più di 250mila euro a questo Consiglio regionale da quando sono lì. Sono un po’ stanco con questa storia dei soldi, la dovete smettere, ma veramente tutti quelli che stanno in giro si guadagnano lo stipendio in questo caspita di Paese? Quindi vorrei consigliare ai colleghi Minelli e Bertin di dire le cose come stanno, di dire la verità, sempre e comunque fino in fondo, non solo quella che fa comodo a loro, perché se loro dicono che gli altri hanno le braccine corte, loro hanno la lingua bifocurta».

«La proposta del duo Minelli & Bertin – ha poi specificato Cognetta nel pomeriggio di domenica 19 aprile – prevedeva un taglio ai semplici consiglieri di 1.037 euro facendo passare il lordo dell’indennità di carica da 5.185 euro a 4.148 euro. Per quanto riguarda le indennità di funzione si avrebbe un risparmio mensile di circa 11mila euro mensili da tagliare a chi ha cariche di governo o di consiglio. Totale per dodici mesi, 570mila euro di risparmio. Il “modello Cognetta”, dal 2013, con un’indennità di carica al 50 per cento cioè 2.600 euro lordi al mese ed indennità di funzione azzerata per tutti come ho fatto quando sono stato eletto vice presidente del Consiglio o presidente di Commissione, prevede un risparmio totale 1.538.000 all’anno, altro che fumo negli occhi».

«O si fanno le cose seriamente o è solo propaganda elettorale – conclude il consigliere regionale di “VdAlibra”  – il vitalizio di 2.900 euro al mese Elio Riccarand (ispiratore di “Rete Civica”, n.d.r.) se lo taglia? E se sì, di quanto? Attendiamo risposte, buffoni!».

Fonti: profilo “Facebook” di Roberto Cognetta e pagina di “VdAlibra”, sito ufficiale del Consiglio regionale della Valle d’Aosta, Bollettino ufficiale Regionale della Valle d’Aosta 10/2020

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