Scontro su “Facebook” tra Baccega e la Rini sulla fornitura “amichevole” di mascherine chirurgiche: «mi sono attivato per raggiungere il risultato»

Scritto da aostapresse

3 Aprile 2020 - 9:50
Il post su 'Facebook' di Mauro Baccega sulla fornitura 'amichevole' di mascherine

Un post pubblicato lo scorso giovedì 26 marzo su “Facebook” da Mauro Baccega, assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali, dove si legge «a volte avere amici che hanno i contatti giusti fa bene. Lui è Maurizio Aiassa, mio amico e soprattutto amico della Valle d’Aosta. Con i suoi rapporti manageriali in un settore differente dalla sanità ci ha fatto avere una prima fornitura di 50.000 mascherine chirurgiche. Grazie Maurizio Aiassa» ha creato qualche perplessità e la presidente del Consiglio Valle Emily Rini ha quindi annunciato di aver chiesto chiarimenti.

«In sede di quinta Commissione consiliare, ho chiesto conto all’assessore Baccega – ha scritto la Rini, sempre su “Facebook” – risposte puntuali in merito a un carico di “dpi” fatto arrivare in Valle d’Aosta, per sua stessa ammissione, grazie all’intermediazione di un amico,  nonostante il capo della Protezione civile regionale abbia dichiarato di non saperne nulla e che qualora tale carico fosse stato o acquistato o donato, lui avrebbe dovuto comunque saperlo».

«In merito alla questione delle mascherine, vorrei soprattutto evidenziare che non è l’assessore che acquista i beni, tra cui i dispositivi protezione individuale, bensì sono la Protezione civile e l’Azienda Usl – ha poi risposto Baccega, ancora sul “social network” – In questo periodo di grande difficoltà nel ricevere i dispositivi da parte della Protezione civile, molti, tra cui il sottoscritto, si sono attivati, anche attraverso conoscenze personali pur di raggiungere il risultato. Il caro amico Maurizio Aiassa, che nella vita fa bene altro, amante della Valle d’Aosta e assiduo frequentatore della Valle d’Ayas, ha avuto un contatto con azienda italiana che aveva riconvertito la produzione proprio per rispondere alle esigenze del Paese. Ciò detto riusciamo a mettere in contatto gli uffici acquisti di Azienda Usl e Protezione civile. Proprio l’Usl che al momento era fortemente in difficoltà ha acquistato immediatamente 10mila mascherine (una manna per i nostri operatori in quei giorni) e sottolineando la necessità di altre 40mila ogni due settimane. Ovviamente gli ordini non sono transitati attraverso l’Assessorato, in quanto noi non compriamo le mascherine e nemmeno i camici, ma cerchiamo di risolvere i tanti problemi che coinvolgono l’Italia e la Valle d’Aosta. Credo anche che il dottor Porretta si sia perso il passaggio, peraltro, lui non può conoscere gli ordini dell’Azienda Usl. In questo momento le difficoltà sono molte: dalle microcomunità che sono l’anello debole delle strutture, all’ospedale, alla ricerca di nuovi spazi “covid-19” alla mancanza di personale, alle difficoltà ad avere gli esiti dei tamponi».

Baccega ha anche postato una foto di una mail stampata e con gli indirizzi censurati, (si legge solo “AZIENDA USL VDA”) intitolata “Mascherine chirurgiche disponibili”, dove si legge: “Buongiorno dott. Aiassa, in riferimento alle mascherine in produzione dal Calzaturificio CDM, in corso di certificazione da parte del Politecnico di Milano, si richiede l’inizio di produzione di almeno n. 10.000 pezzi con consegna urgente. La nostra necessità e di circa 40.000 ogni due settimane”.

«Poi, collega Rini, sappiamo di non essere perfetti ma con il lavoro cerchiamo di contrapporci con determinazione a questo maledetto virus – ha poi aggiunto l’assessore su “Facebook”, rivolgendosi direttamente all’ex collega di lista – Concludo dicendo che la squadra che si è composta è rappresentata da tante straordinarie competenze mediche, infermieristiche, operatrici sanitarie e amministrativi. Tutti stanno dando il massimo. Forse è il momento di remare tutti nella stessa direzione. La ricerca del consenso, soprattutto in un’area che non la sosterrà più, cara collega Rini, in un momento come questo è davvero una brutta caduta di stile».

«Caro assessore, parto dalla sua ultima penosa considerazione, questa sì, vera caduta di stile – ha ribattuto Emily Rini, mezz’ora dopo la pubblicazione del post di Mauro Baccega – In questo delicato momento non stia a preoccuparsi dell’elettorato altrui ma si preoccupi della salute dei valdostani e magari migliori la sua azione sul territorio. I problemi, ha ragione, sono ben altri, e sono basita dal fatto che lei con l’incarico che ricopre, continui a perdere tempo su “Facebook”. Esattamente come lo ha perso per pubblicizzare l’arrivo di mascherine grazie ad un suo “amico”. Credo che lei abbia perso il lume del buon senso e del pudore. Siamo in emergenza ma i rappresentanti delle Istituzioni agiscano sempre nella massima trasparenza. Anche lei, mio caro assessore. La sua risposta, assessore Baccega, anziché chiarire la situazione, mi lascia se possibile ancor più senza parole. Riconosco che non sia questo il momento delle polemiche e mi spiace che lei ci obblighi a perdere del tempo prezioso, ma la vicenda,  sollevata da lei stesso con un post su “Facebook” autocelebrativo, non è per niente chiara».

«Per questo mi chiedo e le chiedo – ha insistito la presidente del Consiglio Valle – perché l’acquisto di un carico di mascherine chirurgiche, quindi non di mascherine antivirus modello “ffp2” o “ffp3” da utilizzare nei reparti dedicati in ospedale, è stato effettuato direttamente dall’Azienda Usl VdA per il tramite di un amico dell’assessore, bypassando completamente la Protezione civile valdostana, ovvero il soggetto attuatore per l’emergenza, nonostante questo carico sia arrivato in Valle con un furgone proprio della Protezione civile valdostana, che si è dichiarata all’oscuro di tutto? Tale acquisto è avvenuto sulla base di quale dettaglio di proposta, sulla base di quale ordinativo e sulla base di quale procedura? A quale costo? a che titolo l’Usl interloquisce con chi di mestiere fa tutt’altro? E poi perché annunciare l’arrivo in Valle d’Aosta di 50.000 mascherine quando questo non corrisponde alla realtà? E poi perché lei dichiara che tutte le offerte vengono ora girate anche alla Protezione civile valdostana? Perché prima questo non è avvenuto? Risponda a questo e non si preoccupi delle elezioni, visto che il suo post denota la sua vera ossessione per la ricerca del consenso!».

«Sono molto dispiaciuta per il suo tono che la squalifica – ha continuato la Rini – Più che pensare ai voti, pensi a traghettare la nostra regione fuori da questa emergenza. E magari, prima di scrivere spropositi dettati dalla rabbia, ragioni sul ruolo che è chiamato a ricoprire. Le mie erano e sono legittime richieste di chiarimento, che meritano di avere anche i valdostani e la Protezione civile valdostana, che si è dichiarata totalmente estranea a questa operazione. La saluto, consigliandole più trasparenza e più aplomb altrimenti dà veramente l’impressione di essere stato toccato sul vivo».

«Gentile Presidente. Passo e chiudo – si è limitato a rispondere Baccega – ho altro da fare».

«Grazie per le risposte – ha ancora scritto Emily Rini, cinque minuti dopo – il tempo per insultarmi e pensare alle prossime elezioni purtroppo l’ha trovato. Non ha tempo invece per fare chiarezza e fornire le doverose risposte a delle legittime richieste. Ne prendo, tristemente, atto».

Fonti: profili e pagine “Facebook” di Mauro Baccega ed Emily Rini

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