Ha superato i 300mila iscritti il rinnovato canale Telegram del Ministero della salute, che attualmente veicola le informazioni ufficiali sull’emergenza sanitaria in corso: “gli aggiornamenti sul nuovo “coronavirus” hanno da oggi un nuovo importante strumento per informare in modo rapido – evidenzia una nota del Ministero – e rendere più forte la relazione tra i cittadini e le istituzioni. Anche così si affrontano le emergenze”.
Il canale del Ministero italiano è quindi stato inserito in quelli ufficiali consigliati da Telegram nel canale specifico per l’emergenza “coronavirus”: “per essere sicuri che gli utenti trovino informazioni accurate e pertinenti sulla pandemia nella loro zona – hanno annunciato sul sito dell’applicazione di messaggistica e comunicazione – abbiamo creato un canale speciale che si presenta come il miglior risultato per tutte le parole chiave correlate al “coronavirus” nella ricerca e contiene un elenco di fonti di notizie ufficiali per Paese”.
“Per aiutare gli utenti a distinguere le fonti affidabili dalle notizie false – ha quindi spiegato il Team di Telegram – lanciamo un processo di verifica semplificato. Se hai verificato account su altri servizi di social media, contatta semplicemente il nostro nuovo @VerifyBot per ottenere un badge di verifica per il tuo canale, gruppo o bot. L’informazione è l’arma più potente nella lotta per la salute globale, almeno fino a quando non avremo un vaccino. Per fare la nostra parte, abbiamo inviato notifiche a tutti gli utenti dei Paesi che dispongono di canali ufficiali con aggiornamenti sul virus, offrendo loro di aderire”.
Nella stessa giornata, la “Federazione degli editori di giornali – Fieg” ha chiesto alla “AgCom”, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni «un provvedimento esemplare e urgente di sospensione di Telegram – ha scritto, in una nota, il presidente Andrea Riffeser Monti – , sulla base di un’analisi dell’incremento della diffusione illecita di testate giornalistiche sulla piattaforma che, durante la pandemia, ha raggiunto livelli intollerabili per uno Stato di diritto».
“Dieci i canali monitorati, dedicati esclusivamente alla distribuzione illecita di giornali – si legge nella nota della “Fieg” – 580mila gli utenti complessivi (46% di iscritti negli ultimi tre mesi) e un incremento dell’88% delle testate diffuse. L’analisi condotta dagli uffici della “Fieg” simula anche gli effetti di rimbalzo della copia pirata su piattaforme esterne a Telegram, sia relativamente al traffico dati e ai possibili rischi di rallentamento della rete, sia sulla quantificazione del danno”.
«La stima delle perdite subite dalle imprese editoriali è allarmante – continua Riffeser – in una ipotesi altamente conservativa, stimiamo 670mila euro al giorno, circa 250 milioni di euro all’anno: un dato di fronte al quale confido che l’Autorità di settore voglia intervenire con fermezza e tempestività. Al rischio del consolidamento di una pratica illecita, quella di leggere gratuitamente i giornali diffusi illecitamente via chat, si aggiunge quello di veder distrutti il lavoro e gli investimenti delle migliaia di persone che mantengono in vita la filiera produttiva della stampa: dagli editori ai giornalisti, dai poligrafici, ai distributori e agli edicolanti, tutti impegnati, tra molti sacrifici, a garantire la continuità di un bene primario, quale quello dell’informazione, che, mai come in questo momento, è chiamato ad assolvere la sua più alta funzione di diritto costituzionalmente garantito».
«Stiamo ancora qui – ha commentato su “Facebook” Roberto Recchioni, fumettista e curatore editoriale, tra gli altri, di “Dylan Dog” – dopo “Napster” e i Metallica, stiamo ancora alla pirateria che danneggia i mercati. Ancora non l’hanno capito che se uno non vuol pagare una cosa, non la paga e basta, a costo di non fruirla e che la pirateria, al massimo, spinge gente che non era intenzionata a comprare a comprare effettivamente le cose che gli piacciono di più e di cui ha fruito gratuitamente. Ma poi: “chiudere Telegram”. Gente che sta bene. Che vive nel presente».
«E ora chi è che se la sente di spiegare ad Andrea Riffeser Monti come funziona Internet? Con parole piccole, e senza ridere? – propone, su “Twitter”, Paolo Attivissimo, giornalista ed esperto della Rete – No, dico, le basi. LE BASI. Siamo nel 2020 e c’è ancora chi crede che Internet sia una radio o una TV. Se davvero è questo il livello di incompetenza tecnica di chi presiede gli editori di giornali, non stupiamoci della situazione disastrosa dell’editoria. Offro cento euro al primo che, in tutta serietà e in video, va a dire a Riffeser Monti “Mi scusi, ma se vuole sospendere Telegram, le basta togliere l’app di Telegram dal suo telefonino, lo sanno tutti”. Senza scoppiare a ridere».
Il rapporto Fieg sulla pirateria dei giornali su Telegram
Fonti: Ministero della Salute, sito telegram.org, Federiazione italiana editori di giornali, profilo “Facebook” di Roberto Recchioni, profilo “Twitter” di Paolo Attivissimo