Lsd, Regione replica a FdI: «Vaccinare il patrimonio unica via per evitare abbattimenti»

Una vaccinazione contro la Lsd in una stalla valdostana
Una vaccinazione contro la Lsd in una stalla valdostana

Dopo la presa di posizione di Fratelli d’Italia Valle d’Aosta, che ha definito «coattiva» e «frettolosa» la scelta di vaccinare tutti i circa 38 mila bovini della regione contro la dermatite nodulare bovina (Lsd), citando come riferimento le scelte in Piemonte e Lombardia, l’Assessorato regionale alla sanità ha ribadito che la strada intrapresa è quella «unica e urgente» indicata anche dal Ministero della Salute per le malattie di categoria A: in caso di focolaio, la regola generale è l’abbattimento totale dello stabilimento colpito e la vaccinazione di massa serve ad evitarlo.

La campagna avviata a inizio agosto è a metà percorso: venerdì 22 agosto, le bovine immunizzate erano circa 20mila, oltre il 60% del patrimonio. La zona di sorveglianza in Valle d’Aosta è stata estesa a 14 comuni per la vicinanza ai focolai francesi: il quadro locale è quindi diverso dal Piemonte richiamato da FdI.
In Lombardia era stato confermato un focolaio a Porto Mantovano, in provincia di Mantova e, secondo ricostruzioni locali, il primo cluster è stato poi “chiuso” senza nuovi casi. È stato citato un abbattimento di circa 300 capi in un unico allevamento come esempio dell’impatto dello “stamping out” ma non ci sono ancora note ufficiali regionali lombarde che indichino la stessa cifra.

Fratelli d’Italia ha contestato il carattere «coattivo» e sostiene che le deroghe agli abbattimenti dipendano dalle Azienda sanitarie locali e non dal Ministero, e cita l’approccio “mirato” di Piemonte e Lombardia. La Regione ha replicato che la richiesta di vaccino per l’intero patrimonio valdostano è stata condivisa con Ministero e Commissione europea, proprio per salvaguardare il patrimonio genetico locale e avere basi più solide per eventuali deroghe in futuro. Le perplessità politiche ricalcano argomenti già emersi in un incontro organizzato da Valle d’Aosta Futura con l’avvocato sardo Raffaele Soddu, che ha annunciato possibili ricorsi contro l’obbligatorietà.

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