I sindacati regionale “Feneal Uil”, “Filca Cisl”, “Fillea Cgil” e “Savt costruzioni”, in una nota diffusa mercoledì 22 aprile ricordano che «da diversi anni il settore edile è attanagliato da una grave crisi, dalla quale fatica a risollevarsi, dovuta anche alla penuria delle risorse che le Amministrazioni
investono nel settore delle opere pubbliche. Il colpo di grazia, per l’intera filiera delle costruzioni, è arrivato con la dichiarazione dello stato di emergenza dovuta alla pandemia del “covid-19”, e al conseguente blocco di quasi tutti i cantieri, ad eccezione di quelli impegnati nella realizzazione di opere essenziali».
«La sicurezza e la salute dei lavoratori e dei cittadini sono un bene primario e, come tali, devono essere salvaguardate – sottolineano i quattro segretari, Ezio Dufour (“Fillea Cgil”), Salvatore Teresi (“Filca Cisl”), Cosimo Mangiardi (“Feneal Uil”) e Stefano Enrietti (“Savt costruzioni”) – ed oggi possiamo dire che la “fase 1”, messa in atto dalle Autorità sanitarie e governative, ha consentito di contenere l’espansione dell’infezione, anche se, è stato alto il costo in termini di vite umane. Ora ci attendiamo che venga messa in campo la “fase 2”, con la riapertura dei cantieri, anche quelli privati e quelli pubblici di piccole dimensioni, che in Valle d’Aosta sono la grande maggioranza, e che ciò possa avvenire solo di fronte a certe e precise condizioni, dopo che le autorità, governative e sanitarie, abbiano dato il benestare».
«Tali condizioni devono prevedere il rispetto dei Protocolli sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni datoriali – chiedono quindi le organizzazioni sindacali del comparto edile della Valle d’Aosta – la disponibilità in quantità sufficiente dei dispositivi di protezione; la messa in campo di strumenti concreti per verificare il rispetto delle intese, considerando che la maggioranza delle imprese sono di piccole e piccolissime dimensioni, quindi prive di “rsu – rappresentanze sindacali unitarie” e “rls – rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza” e sanzioni per i “furbetti”, anche per tutelare gli imprenditori onesti e rispettosi delle regole».
Dufour, Teresi, Mangiardi ed Enrietti chiedono anche di «dar vita presso la Prefettura e la Stazione unica appaltante a tavoli permanenti, veri ed effettivi, di confronto con le parti sociali, affinché siano attivati, fra l’altro, anche piani di formazione e sicurezza specifici al nuovo contesto, prevedendo pesanti sanzioni per coloro che riapriranno i cantieri senza garantire il rispetto dei protocolli e quindi della salute e sicurezza dei lavoratori ivi impiegati. Per finire chiediamo investimenti straordinari per la ripresa di un settore trainante per l’intera economia che, se ancora trascurato, rischia di trascinare nel baratro non solo i circa 2.500 addetti del settore, ma il tessuto economico e sociale dell’intera Regione Valle d’Aosta, aggiungendo nuova precarietà e disoccupazione. Chiediamo inoltre la definizione di regole chiare e condivise affinché a finanziamenti e investimenti segua una adeguata risposta occupazionale».
Fonte: Ufficio stampa Cgil Valle d’Aosta