L’Usl confeziona un opuscolo digitale con le raccomandazioni per tornare in montagna durante la “fase 2” dell’emergenza sanitaria

Scritto da aostapresse

13 Maggio 2020 - 16:50
Guido Giardini

Il Centro di medicina di montagna dell’ospedale “Parini” di Aosta, in collaborazione con la “Fondazione Montagna Sicura”, ha pubblicato un opuscolo informativo dal titolo “Consigli per tornare in montagna nella fase 2 della pandemia covid-19”.

L’opuscolo contiene una serie di semplici raccomandazioni per chi torna a frequentare gli ambienti montani: giovani e anziani, sani o affetti da patologie croniche: «finalmente possiamo uscire di casa e tornare alle nostre amate montagne – scrive nella prefazione il dottor Guido Giardini, responsabile del Centro di medicina di montagna dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta e presidente della “Fondazione Montagna Sicura” – ma ci sono molti rischi, per nulla trascurabili. Il possibile contagio non è affatto improbabile, vanno mantenute scrupolosamente le misure e i dispositivi consigliati. Gli ospedali sono ancora sotto scacco e il personale sanitario che ha curato le polmoniti virali ieri è lo stesso che compone le squadre del Soccorso alpino. Evitiamo di impegnarlo in inutili interventi».

Nell’opuscolo si trovano informazioni di carattere generale sulla montagna, che in questi due mesi di minima frequentazione umana è cambiata e vi sono consigli utili per la frequentazione degli ambienti in quota. Sono inoltre riportate indicazioni sull’intensità dello sforzo e dell’impegno fisico, sulla frequenza cardiaca ideale da mantenere durante la progressione, cosa fare in caso di febbre o sintomi da infezione alle vie respiratorie, per chi è portatore di patologie croniche e per chi è reduce da una polmonite da “covid-19”.
«Siamo stati fermi a lungo, dobbiamo quindi riprendere l’anelata attività sportiva in montagna senza fare sforzi eccessivi ed inutili – conclude Guido Giardini – ricominciamo a passo lento, che da sempre è il passo dei montanari. La montagna è di tutti ma dobbiamo tornare ad essa con il buon senso».

L’opuscolo ricorda che “la pandemia da “covid-19” non è affatto passata. Il motto “Io resto a casa” è sempre valido e attuale. Esci con prudenza, rispetta le distanze, utilizza la mascherina chirurgica, lava spesso le mani, fai uso eventualmente di gel idroalcolico. In montagna non si va mai da soli, per sicurezza e per compagnia. Purtroppo le misure di distanziamento e di restrizione non sono ancora state revocate. Fino ad allora non fare cose complicate. Inizia con itinerari semplici, brevi, conosciuti. Riscopri inizialmente la montagna dietro casa, senza metterti in pericolo. Attento ai sentieri, probabilmente non sono ancora stati sottoposti a manutenzione, i pericoli oggettivi sono probabilmente maggiori di quelli che ricordi. Nel dubbio scegli un itinerario più semplice. Un altro motto è quanto mai attuale: “La montagna sa aspettare”. Vale sempre la regola di guardare le previsioni meteorologiche. Se fa brutto stai a casa come hai fatto finora, domani sarà una giornata migliore”.

“In questi 2 mesi gli animali si sono riappropriati del territorio e non si aspettano la presenza dell’uomo – si legge ancora nell’opuscolo – attento agli animali che potresti incontrare: urtare un animale può essere causa di traumi importanti anche in auto o in bicicletta. Inizia con sforzi lievi e moderati, ricorda che sei stato in casa molte settimane e non hai potuto percorrere lunghi itinerari. Inizia con un’ora di attività motoria tre volte alla settimana su itinerari poco impegnativi: passeggiate a passo spedito o corsa lenta. Uno sforzo moderato è quello durante cui riesci a canticchiare o fischiettare se sei solo oppure a chiacchierare con il congiunto che ti accompagna. Un’altra regola per calibrare lo sforzo è quella di basarsi sulla frequenza cardiaca. Ricorda la semplice formula 220 meno la tua età: quella è la frequenza del tuo massimo sforzo. Stai tra il 50 e il 70% di essa. Per esempio se hai 50 anni la tua massima frequenza cardiaca è 170 battiti al minuto, nei primi sforzi prolungati non superare i 110-120 battiti al minuto. Se ti è più semplice utilizza un cardiofrequenzimetro”.

“Anche se prima eri ben adattato all’alta quota, ora non lo sei più – ricorda l’opuscolo dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta – ci vorrà qualche settimana per acclimatarti nuovamente. Evita sforzi eccessivi sopra i 2.500 metri, potresti soffrire di male acuto di montagna. È sempre buona regola alimentarsi in modo corretto prima dello sforzo e soprattutto idratarsi prima, durante e dopo. L’equivalente di un bicchiere d’acqua ogni 20 minuti è una buona regola da seguire. Porta con te una mascherina chirurgica. Non è necessario che la indossi se fai attività motoria da solo, ma tienila a portata di mano. Se incroci qualcuno a distanza ravvicinata, rallenta ed indossala”.

“Se hai febbre e/o sintomi di infezione delle vie respiratorie non devi andare in montagna ma devi rimanere a casa e contattare il tuo medico curante – ribadisce ancora l’opuscolo – se sei portatore di una patologia cronica (ipertensione arteriosa, diabete mellito, asma bronchiale, precedenti infarti, ictus o “Tia”), questa dev’essere perfettamente sotto controllo. Prendi sempre le medicine che ti sono state prescritte. Probabilmente non senti il tuo medico curante o il tuo specialista di fiducia da molto tempo, nel dubbio fagli una telefonata o mandagli una e-mail. Se sei reduce da una polmonite da “covid-19″ non è ancora il momento di tornare in montagna come prima, aspetta ancora qualche settimana. Prima di farlo fai una visita di controllo da chi ti ha curato o rivolgiti a un centro di medicina di montagna”.

L’opuscolo è pubblicato sul sito dell’Azienda Usl.

Fonte: Ufficio stampa Azienda Usl della Valle d’Aosta ed opuscolo “Consigli per tornare in montagna nella fase 2 della pandemia covid-19”

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