I no-vax non parlano con i giornalisti, ma intasano l’Ordine con il mail-bombing quando gli articoli non sono di loro gradimento

Scritto da aostapresse

19 Agosto 2021 - 19:30
Sara Sergi durante una manifestazione no-vax ad Aosta, in piazza Chanoux

I no-vax valdostani, che hanno diffuso sui social una serie di regole da rispettare nel corso delle manifestazioni abusive contro il green pass, tra cui spicca il fatto di «non rilasciare interviste ai giornalisti» perché, secondo loro «la stampa cerca in tutti i modi di screditarci e le nostre dichiarazioni possono essere manipolate per screditare tutto il movimento», ha deciso di organizzare una mail-bombing contro Sara Sergi, collaboratrice della redazione di Aosta del quotidiano “La Stampa”, chiedendo a tutti gli attivisti di inviare mail all’Ordine dei giornalisti della Valle d’Aosta «all’attenzione del presidente del Consiglio di disciplina territoriale» ed al «Consiglio direttivo dell’Ordine dei giornalisti vda».

Il testo della mail dei no-vax all’Ordine dei giornalisti

«Gentilissimo signor Presidente – si legge nel testo standard della mail inviata massivamente all’Ordine – è con rammarico che apprendo la notizia dalla stampa di oggi che titola “Tra gli Ultras anti vaccino in Valle sono rimasti 71 sanitari”. Purtroppo nell’ultimo periodo si osserva sempre con più frequenza la tendenza da parte dei giornalisti di esprimere giudizi nei confronti delle persone: mi chiedo ma è proprio questo il compito di un giornalista? È giusto essere giudicati da chi scrive sui giornali senza che questo abbia delle conseguenze? Noi cittadini non possiamo più stare a guardare questa strage di innocenti! Il giornalismo deve diventare un’altra cosa: il giornalismo non dovrebbe essere il servo del potere ma il suo controllore!».

«Tornando all’articolo – prosegue la mail – mi permetto di far notare che la parola Ultras è una parola che richiama ad azioni violente. Le persone che vogliono esercitare la libertà di scelta di non farsi inoculare un farmaco sperimentale non hanno niente a che fare con la violenza. Al contrario sono cittadini che vogliono semplicemente esercitare i loro diritti garantiti dalla Costituzione e dal Consiglio Europeo (in particolare gli articoli 3 e 32 della Costituzione). Le chiedo fermamente di intervenire affinché questo clima di istigazione all’odio e alla discriminazione venga fermato. Distinti Saluti, Nome e Cognome».

Nessuna contestazione deontologica, ma un tentativo di limitazione di libertà

Senza entrare nello specifico delle valutazioni dei no-vax (che non sono comunque avallate da nessuna autorità governativa o scientifica), è bene sapere che il Consiglio di disciplina può decidere se accettare la segnalazione o meno e, conseguentemente, approfondire la questione, decidendo di archiviarla oppure di sanzionare il giornalista, con un avvertimento, una censura, una sospensione, arrivando, nei casi limite, anche alla radiazione.

In realtà una segnalazione di questo tipo però risulta essere anomala e molto probabilmente non verrà presa in considerazione, in quanto non rispetta gli standard necessari per essere valutata dall’Ordine o dal Consiglio di disciplina, oltre al fatto di non trattare tematiche legate alla deontologia giornalistica, visto che, come è risaputo tra i professionisti dell’informazione, il titolo dell’articolo non lo decide il giornalista che lo firma.

Tra l’altro, il ricorrere all’Ordine dei giornalisti da parte di persone non iscritte all’Ordine stesso, è considerato una sorta di azione temeraria, finalizzata a limitare la liberà di informazione del giornalista. Una comunicazione di questo tipo a differenza di una querela non prevede conseguenze economiche o penali per chi l’ha presentata nel momento in questa dovesse essere archiviata o deciso il non luogo a procedere.

Manifestanti del 14 agosto contro il green pass

Manifestanti del 14 agosto contro il green pass

Nel primo articolo le critiche contro i sanitari no-vax

Ma cosa c’era scritto sulla “Stampa” di martedì 17 agosto? Semplicemente si raccontava del fatto che c’erano 71 sanitari, “fra medici, infermieri e oss, che non si sono vaccinate contro il covid-19, che non hanno portato documentazione valida per l’esonero e non hanno prenotato una seduta”.
Per questo motivo “se non regolarizzeranno la loro posizione, a breve partiranno i primi provvedimenti”, con le dichiarazioni dell’assessore regionale alla sanità, Roberto Barmasse, che ha confermato i numeri: «alla scorsa settimana, in totale, erano 253 i dipendenti dell’Usl sottoposti ad obbligo di legge non vaccinati, di cui 35 medici e 85 infermieri. Molti meno della metà senza giustificazione. In ogni caso, dispiace che ci sia ancora personale sanitario contrario alla vaccinazione, o anche al green pass, perché non è coerente con la nostra professione».

L’articolo prosegue con le dichiarazioni del direttore sanitario dell’Usl valdostana, che annuncia, «entro la fine della settimana» una data per mettersi in regola, spiegando la normativa vigente e ricordando le manifestazioni abusive del sabato pomeriggio contro il green pass, con la partecipazione anche di un medico dell’Azienda Usl: «queste persone affermano una libertà personale – ha dichiarato il dottor Giardini – e rivendicano libero arbitrio e una libertà decisionale che però termina dove inizia il mio diritto alla salute, come giustamente la norma sancisce. Poi, ognuno ha la sua libertà di esprimere le proprie opinioni, però è un rischio, perché magari sono anche non vaccinati e si riuniscono in assembramenti, senza dispositivi di sicurezza, come è un rischio la diffusione di messaggi di un certo tipo. Un medico contro il green pass dà l’immagine di un medico che rifiuta il vaccino. Ognuno si prenda le proprie responsabilità».

I no-vax assembrati e senza mascherina sotto i portici del Municipio di Aosta

I no-vax assembrati e senza mascherina sotto i portici del Municipio di Aosta

Nel secondo articolo il calo dei partecipanti alle manifestazioni abusive

La giornalista della “Stampa” è tornata sulla manifestazione con un secondo articolo, pubblicato mercoledì 18 agosto, intitolato “Il movimento no green pass e quei cortei sempre più vuoti”, dove evidenzia che le manifestazioni “tutte non autorizzate, hanno visto più che dimezzarsi i partecipanti: dagli oltre 500 del 24 luglio, le file dei cortei sono andate affievolendosi passando da 300, a 200 e infine un centinaio dell’ultimo incontro”, riportando una dichiarazione di Luca Vesan, presidente del Comitato valdostano per la tutela dei diritti umani e costituzionali, il quale, a differenza di quanto scrive sui social ha parlato con Sara Sergi dichiarando che il quotidiano torinese è «un’agenzia di stampa che si è dimostrata inqualificabile da un anno e mezzo a questa parte».

I commenti gratuiti dei no-vax sulla professionalità dei giornalisti valdostani accendono un’ampia discussione su Facebook: «imparate a leggere»

Ma anche il mail-bombing potrebbe essere configurabile come un reato

La strategia comunicativa dei no-vax, che non accettano le regole decise dalle autorità politiche e sanitaria, alla fine, è sempre la stessa: quella di imporre la loro presenza ed il loro pensiero, nonostante, nelle diverse manifestazioni abusive organizzate sia ad Aosta che nelle altre città italiane, invochino impropriamente la “libertà”.
In ogni caso, non è escluso che, una volta bloccati gli indirizzi che effettuano il mail-bombing, non si decida di perseguire i titolari delle mail, in quanto un’azione di questo tipo potrebbe essere intesa come reato per il tentativo di “danneggiare di sistemi informatici e telematici” e come “impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche”.

Fonti: profilo Facebook del Comitato valdostano per la tutela dei diritti umani e costituzionali, Ordine nazionale dei Giornalisti, La Stampa – edizione di Aosta di martedì 17 e mercoledì 18 agosto

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